«Tenore di vita sproporzionato» Confiscati 1,3 milioni a Bellavita

IL PROVVEDIMENTO. La somma recuperata da due appartamenti a Bergamo e Cortenuova e una villetta a Ghisalba: «Faremo ricorso».

Nella proposta di confisca di beni per 1,3 milioni, depositata dalla Procura di Brescia e dalla questura di Bergamo, l’ex assessore provinciale e commercialista di Martinengo Gianpaolo Bellavita è definito «particolarmente pericoloso e dedito alla commissione di una serie di reati a scopo di lucro, rivelatori di una personalità che ha tratto da detti illeciti notevolissime ricchezze». L’Anticrimine della questura e il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Bergamo le hanno anche quantificate, quelle ricchezze: tra il 2001 e il 2005 poco più di 15milioni e 720mila euro.

Una vicenda lunga e non priva di colpi di scena, quella dell’ex assessore: dopo una serie di condanne diventate definitive nel 2012 era fuggito in Romania, dove si era rifatto una vita con una compagna e un figlio. La latitanza era durata quasi dieci anni: arrestato il 12 giugno 2021 dalla polizia romena per documenti falsi, era stato estradato il 13 gennaio 2022. Da allora si trova nel carcere di Viterbo dove sta scontando un cumulo di pene definitive di 19 anni, 8 mesi e 11 giorni per una serie di reati finanziari commessi a partire dal 1990, tra i quali l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa, truffa nei confronti dell’Ue, emissione di false fatture, riciclaggio.

L’impugnazione del pm

La proposta di confisca (e della sorveglianza speciale per 3 anni) è stata presentata il 28 aprile 2022, ma il Tribunale di Brescia il 23 febbraio 2024 le ha rigettate entrambe. Dopo l’impugnazione del pm Benedetta Callea (per la sola parte della confisca), la Corte d’Appello di Brescia il 21 ottobre 2025 ha accolto l’istanza e ieri Polizia e Gdf hanno dato esecuzione alla confisca di un quadrilocale con box e cantina a Bergamo in viale Albini, un appartamento a Cortenuova, una villetta a Ghisalba con una porzione della strada d’accesso e 165mila euro che nel 2021 una coppia aveva pagato alla società Galaxy Srl (per l’accusa riconducibile a Bellavita), per l’acquisto dell’immobile.

L’ex commercialista, cancellato dall’Albo nel 2005, secondo le accuse fino al giorno della sua carcerazione (ma specialmente dal 1997 al 2008) avrebbe commesso reati che hanno consentito a lui e ai suoi familiari di condurre un tenore di vita «del tutto sproporzionato rispetto alla sua reale capacità economica». Analizzando la «famiglia fiscale» di Bellavita (anche i genitori e la moglie da cui ha poi divorziato) tra il 1997 e il 2007, gli investigatori hanno delineato una «netta sperequazione tra il patrimonio di cui aveva la disponibilità e i redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari»: poco più di 944mila euro in dieci anni. Dalla lettura delle sentenze a suo carico, emesse tra il 2011 ed il 2016, il pm sottolinea come Bellavita, avvalendosi di una serie di prestanomi, abbia rivestito di fatto il ruolo di amministratore di società che sarebbero servite alla commissione di numerosi reati in ambito economico, soprattutto a danno dello Stato. Non solo: la Galaxy (fino al 2018 Omegalfa), oggi titolare degli immobili, sarebbe stata utilizzata anche per finanziare la sua latitanza. Il pm cita pagamenti sospetti per 83mila euro, indicati come «prestito personale», eseguiti nel 2015 dalla società Sailor (amministrata dalla madre di Bellavita, che nel 2012 aveva stipulato con la Galaxy un contratto d’affitto d’azienda) su conti correnti in Romania, uno intestato alla compagna dell’ex assessore. Sempre sul conto corrente romeno era finito nel 2019 un bonifico di 60mila euro emesso dalla nuora dell’ex commercialista, che ne aveva ricevuti 62mila il giorno prima dalla Galaxy con un bonifico.

Secondo il pm, quindi, gli immobili, così come i 165mila euro incassati dalla società per la vendita della villetta di Ghisalba, «erano stati illegalmente acquisiti dalla predetta società in conseguenza di attività illecite poste in essere da Bellavita, il quale aveva mantenuto l’autonoma disponibilità dei medesimi».

«Faremo ricorso»

L’avvocato di Bellavita, Francesco Calderaro, annuncia ricorso in Cassazione per l’annullamento della confisca. «Il mio assistito è totalmente estraneo ad ogni rapporto con la Galaxy (oggi amministrata dalla ex moglie, ndr) per come contestato dalla locale Procura. Appare evidente che la Corte d’Appello si è contraddetta nella ricostruzione del fatto storico e nel valutare la documentazione acquisita».

Il legale ricostruisce la storia della società, costituita come Omegalfa nel 2006 dai genitori e poi affidata negli anni ad amministratori «dotati delle necessarie competenze», trasformata in Galaxy per «darle una nuova immagine e rinnovarla rispetto alle precedenti amministrazioni» e con un bilancio al 31 dicembre 2022 che la mostra «del tutto attiva, ben gestita, priva di esposizione debitoria e in chiusura di esercizio con un utile pari ad euro 592,06». Quanto agli immobili, l’avvocato sottolinea come le compravendite siano state regolari e che «nulla hanno a che vedere con Bellavita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA