Cori a Vlahovic, il presidente della Fifa: «Sanzioni severe». Gori: «Razzismo, Bergamo è altro e merita altro»

CALCIO. Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, solidarizza con il giocatore serbo della Juventus Dusan Vlahovic. Il sindaco di Bergamo: «Non sono insulti qualsiasi, è razzismo ed è ora di darci un taglio». Attesa per la decisione del giudice sportivo.

Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, solidarizza con il giocatore serbo della Juventus Dusan Vlahovic, bersaglio domenica 7 maggio di cori razzisti («Sei uno zingaro») da parte dei tifosi dell’Atalanta, e chiede all’Italia «sanzioni severe per contrastare tali episodi e fungere da deterrente». Le sanzioni sono quelle che renderà note martedì 9 maggio il giudice sportivo. In primis, non è da escludere che - vista la gravità di quanto accaduto e l’eco mediatica dei cori razzisti - la curva bergamasca venga chiusa anche in assenza di recidiva, così come fu stabilito ad inizio aprile per quella della Juventus dopo gli insulti all’interista Romelu Lukaku. L’Atalanta in ogni caso rischia una multa pesante.

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L’attenzione è rivolta anche al cartellino giallo che, domenica, l’arbitro ha assegnato in campo a Vlahovic per l’esultanza dopo il gol: il fischietto l’ha ritenuta evidentemente provocatoria o quantomeno eccessiva. Viene automatico il paragone con la «grazia» della Figc proprio a Lukaku: ammonito per l’esultanza, seppur non provocatoria, dopo il gol alla Juve, il belga si è visto «cancellare» il cartellino dalla Federazione. «La colpa del razzismo è di chi insulta, non di chi gioca», dice Michel Platini, in Italia per un evento della fondazione Mauro-Vialli. La stessa linea della Figc, che ove mai al giallo di ieri dovessero aggiungersene nelle prossime quattro partite gli altri necessari per una squalifica, impugnerebbe la decisione in sede di ricorso.

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Gori: «È ora di darci un taglio»

Intanto, dopo le parole di Gian Piero Gasperini («Non è razzismo, ma maleducazione»), e quelle presidente dell’Associazione allenatori, Renzo Ulivieri («Se ci ripensa un attimo anche Gasperini probabilmente qualcosa correggerebbe») , interviene sull’episodio anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: «Cori contro Stankovic a Roma, contro Lukaku a Torino, contro Vlahovic a Milano e Bergamo. Non sono insulti qualsiasi, è razzismo ed è ora di darci un taglio. Io poi non sopporto di vedere la mia città sui giornali per figuracce come quella di ieri. Bergamo è altro e merita altro», ha twittato il primo cittadino.

Abodi: «Non c’è posto per il razzismo»

Di razzismo si tratta, e da combattere in modo «inequivocabile», anche per il ministro dello Sport, Andrea Abodi. «Ci fa piacere che il presidente della Fifa dica che nel calcio non c’è posto per il razzismo. Già da ieri pomeriggio ci siamo attivati e ci sembra ancora assurdo che nel 2023 succedano certe cose ma evidentemente dal punto di vista educativo siamo talmente in ritardo che ogni volta dobbiamo ritrovarci di tanto in tanto, indipendentemente da maglia e colori, dalle città e dal colore della pelle, a parlare di queste cose», ha detto il ministro a Catania, rispondendo ai giornalisti. «È un tema - ha concluso Abodi - che dovremo continuare ad affrontare chiedendo una alleanza anche alla scuola perché intensifichi il suo impegno al suo interno per l’educazione civica in senso generale e poi fare in modo che dagli stadi escano i violenti ed i razzisti».

Sangiuliano: «Inaccettabile»

«È un qualcosa di inaccettabile, una delle più basse espressioni umane. Va combattuto anche sul terreno culturale perché non possiamo accettarlo, peggio ancora quando si manifesta nello sport perché significa che non c’è stata educazione». Così Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, intervenuto a «La politica nel pallone» su Rai Gr Parlamento, sugli episodi di razzismo nel calcio.

Salvini: «Dramma educativo»

E il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, leader della Lega, oggi in Umbria, ha spiegato che «ci sono tutti gli elementi per individuare, isolare e impedire a certe persone di frequentare i campi da calcio». «Ma il dramma educativo e lo dico da papà che ha seguito il figlio nei tornei degli oratori e amatoriali - ha aggiunto il ministro - spesso e volentieri è il cretinismo di qualche adulto». «Vedo scene su campi di parrocchia - ha sottolineato Salvini - che sono al di là del bene e del male di ogni intelligenza. Allo stadio certa gente non deve entrare». «E se c’è il babbo del bimbo di otto anni che pensa di essere il padre di Maradona e che invita a entrare sulla gamba dell’avversario, qualche problema educativo c’è». «Se invece da bambini si cresce con principi sani, allora da adulti si andrà allo stadio evitando di fare fesserie», ha detto ancora il ministro.

Infantino: «Punire i responsabili»

Di certo, la Fifa non starà a guardare. Infantino ha usato parole dure: «Nel calcio non c’è posto per il razzismo - ha detto -. È assolutamente inaccettabile. Non si tratta di un episodio isolato. Le vittime di questi abusi devono essere sostenute e i responsabili debitamente puniti dalle autorità a ogni livello».

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