Abitanti, la città attrattiva. L’hinterland «rallenta»: solo 883 in più in 10 anni

I DATI. Bergamo è cresciuta di 3mila residenti (+2,6%), i 22 Comuni dello 0,5%. Ma bene i centri confinanti: Stezzano (+770), Seriate (612) e Treviolo (334).

La città al centro, e attorno un territorio che cambia. L’hinterland non viaggia più col piede sull’acceleratore: cresce sì, ma a passo parecchio lento, e soprattutto a differenti velocità. L’espansione prosegue principalmente in alcuni Comuni prossimi al capoluogo, e nello specifico in quelli più grandi, insieme ad alcune «isole» dalle dinamiche peculiari, riuscendo a compensare solo di poco le località dove invece è in corso un’evidente erosione demografica. Mettendo in fila i dati dell’Istat sull’andamento della popolazione negli ultimi dieci anni – i riferimenti sono i residenti al 1° gennaio del 2015 e al 1° gennaio del 2025 – prende forma lo spaccato della nuova «grande Bergamo».

Le performance migliori sono appena fuori dalla cintura urbana: a Pedrengo i residenti sono cresciuti del 7,8% (471 in più), a Torre de’ Roveri del 6,5% (157 in più).

Il punto di partenza noto è che la città rimane il catalizzatore: i suoi residenti sono cresciuti del 2,6% (3mila abitanti in più per un totale di 120.580), una marcia decisamente più spedita rispetto a quanto rilevato nei 22 Comuni dell’hinterland (14 località confinanti al capoluogo e altri 8 paesi vicini che formano un bacino molto simile), dove il balzo è stato appena del +0,5%, cioè solo 883 residenti in più. La crescita dell’hinterland è peraltro proporzionalmente inferiore anche alla media provinciale, che è stata invece del +0,8%. Resta però l’evidenza di una «città diffusa» alle porte della «città vera»: attorno al capoluogo c’è un’ampia corona di Comuni che complessivamente sfiorano i 167mila residenti, una gran parte dei quali orbita quotidianamente su Bergamo per servizi e lavoro.

Fattori e dinamiche

La premessa per leggere i numeri – vale per l’hinterland ma anche su più larga scala – è che l’ultimo decennio è stato notevolmente complesso. È il periodo in cui hanno cominciato a manifestarsi in maniera plastica le conseguenze dell’inverno demografico (il calo delle nascite in Bergamasca s’è avviato dal 2010, con gli anni peggiori proporzionalmente peggiori tra il 2013 e il 2018) ed è un decennio spezzato a metà dall’impatto del Covid, col picco di mortalità e il successivo assestamento. Ma a influire ci sono anche questioni amministrative e di programmazione (per esempio, per la prima volta da quando c’è l’elezione diretta, la città è stata guidata per dieci anni dallo stesso sindaco, Giorgio Gori) ed economiche-produttive, come l’affermazione capillare delle logistiche nella pianura che ha spostato alcuni equilibri. E ancora, nel post-Covid il mercato immobiliare ha visto un’impennata vertiginosa delle compravendite: e dove si sono spostate tutte queste persone?

I comuni che crescono

Le performance migliori sono appena fuori dalla cintura urbana: a Pedrengo i residenti sono cresciuti del 7,8% (471 in più), a Torre de’ Roveri del 6,5% (157 in più). Tra i Comuni che invece confinano direttamente col capoluogo vengono «premiate» le aree già più popolose: Stezzano ha visto aumentare del 5,9% i propri residenti (770 in più: ora non è troppo distante da quota 15mila, che implica anche l’introduzione del ballottaggio per l’elezione del sindaco), Treviolo del 2,7% (334 residenti in più, ora è vicina agli 11mila), Seriate del 2,5% (612 in più, superando ampiamente quota 25mila: è stabilmente il terzo Comune della Bergamasca).

L’ultimo decennio è il periodo in cui hanno cominciato a manifestarsi in maniera plastica le conseguenze dell’inverno demografico ed è un decennio spezzato a metà dall’impatto del Covid, col picco di mortalità e il successivo assestamento.

In altri termini, anche nell’hinterland sembra replicarsi il meccanismo in atto su vasta portata: la popolazione tende a concentrarsi nei centri abitati più grandi, non solo perché lì possono esserci più servizi, ma anche perché un contesto più ampio e variegato (dal punto di vista produttivo e occupazionale, immobiliare e dell’accessibilità economica) permette di attrarre diversi target di residenti. Come in ogni regola, c’è un’eccezione: è Valbrembo, Comune più piccolo di quelli citati ma che ha un bilancio positivo analogo, con un +2,7% di residenti (112 in più) nel corso del decennio. Col «segno più», ma su valori più contenuto, ci sono Brusaporto (+1,5%), Grassobbio (+1,5%) e Gorle (+0,7%).

I Comuni che decrescono

Il saldo favorevole di questi Comuni non è sufficiente a trainare davvero verso l’alto la popolazione dell’hinterland. Al netto di alcune località dove l’oscillazione è stata minima (Torre Boldone, Lallio, Azzano San Paolo e Scanzorosciate hanno perso meno di mezzo punto percentuale), la zona in maggior affanno appare quella a nord-ovest del capoluogo, dove potrebbe incidere anche una certa difficoltà viabilistico-infrastrutturale ben nota: il calo di residenti è infatti generalizzato tra Ponteranica (-0,9%), Sorisole (-3,6%), Almè (-2,2%) e Villa d’Almè (-5,4%), un filotto di Comuni dove in totale si sono persi quasi mille abitanti. In perdita anche Mozzo (-3,9%), mentre verso la Val Seriana cala Ranica (-2%). In proporzione il dato peggiore è quello di Orio al Serio, dove l’erosione dei residenti sfiora la doppia cifra (-9,1%, cioè 163 in meno), con un trend ben diverso dal sostanziale pareggio della vicina Azzano San Paolo (-0,3% di residenti, cioè solo 11 in meno).

Il censimento precedente

Il rallentamento diventa manifesto se comparato a quanto avvenuto nel primo scorcio degli anni Duemila. Guardando ai censimenti del 2001 e del 2011 (prima le rilevazioni dell’Istat avevano quella cadenza, ora i dati sono annuali), in quel decennio l’hinterland aveva guadagnato circa 20mila abitanti, con un aumento attorno al 13%. Tra 2001 e 2011 solo due Comuni (Ponteranica e Almè) avevano registrato un saldo negativo; viceversa, tra 2015 e 2025 si contano 9 Comuni in crescita e 13 in perdita. La dinamica della cintura urbana si inserisce così nella metamorfosi più recente della Bergamasca. La città continua a crescere, ma negli ultimi anni c’è una nuova porzione di territorio caratterizzata da un buon dinamismo: la pianura, con nuovi insediamenti produttivi che hanno attratto nuovi lavoratori e dunque nuovi residenti. Per chi viene da fuori i confini bergamaschi, evidentemente, la zona della Bassa rappresenta ora una «concorrenza» che orienta i flussi in maniera in parte diversa rispetto al passato. In una fase di «glaciazione demografica», d’altronde, sono soprattutto i movimenti dei lavoratori – e delle famiglie al seguito – a determinare la crescita o il calo di un Comune.

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