Addizionali Irpef comunali: in 20 anni crescita dell’858%

Municipi. La Cisl: i costi sociali gravano sulle famiglie e gli enti locali, necessaria una regia. I sindaci: «Serve più Stato, modello Covid anche per la crisi energetica».

Centoventiquattro euro per l’addizionale Irpef comunale e 287 per quello regionale. Tanto hanno pagato i contribuenti bergamaschi nel 2020. Nel 2012, le due imposte pesavano 83 e 272 euro; 111 e 297 nel 2018. Di fatto, se si fa riferimento all’insieme dei Comuni bergamaschi, l’ammontare dell’addizionale regionale in vent’anni, dal 2000 al 2020, è cresciuto in percentuale complessivamente del 117,24%, da 105.898.617 euro nel 2000 a 230.060.744 nel 2020. Ancora peggio per l’addizionale comunale, la cui somma in provincia di Bergamo nel 2020 è salita a 99.356.553 euro rispetto ai 10.372.184 d’inizio millennio, con una crescita complessiva esponenziale dell’857,91% (e negli ultimi anni molti Comuni l’hanno introdotta o aumentata, per cui questa percentuale è destinata ad aumentare, ndr).

«In mancanza di misure strutturali si programma senza serenità finanziaria e si fatica a costruire un bilancio»

A pretendere attenzione sul tema, «con lo strumento delle imposte, che non può più essere ulteriormente aggravato», è la Cisl di Bergamo, che per voce del segretario Mario Gatti, denuncia difficoltà per i Comuni, alle prese con sempre maggiori spese per i servizi sociali e l’impossibilità a sostenerne i costi: «Occorre rendere prioritario il tema della sostenibilità economica, sgravando enti locali e famiglie della responsabilità di sopportarne gli oneri che necessariamente devono essere ripresi e regolati, in modo strutturato e di sistema, all’interno delle politiche nazionali e regionali».

Sulla stessa lunghezza d’onda i Comuni che «oltre a essere gli enti più penalizzati – dice il sindaco di Mapello, Alessandra Locatelli, una dei pochi a non aver incrementato l’addizionale che si attesta allo 0,5% –, sono anche il front-office dello Stato con i cittadini. Stiamo sostenendo spese per il sociale, vedi l’assistenza educativa che è raddoppiata negli ultimi anni, che dovrebbero essere sostenute a livello ministeriale». «In mancanza di misure strutturali - le fa eco il sindaco di Ciserano, Caterina Vitali – si programma senza serenità finanziaria e si fatica a costruire un bilancio. Si lavora con incertezza in una situazione che muta in tempi rapidi».

«In caso di difficoltà conclamate, il Comune ha l’obbligo di legge d’intervenire a sostegno dei cittadini. E le entrate non sono proporzionate a queste spese impreviste e onerose»

«Aumentare le tasse è il solo modo per garantire i servizi essenziali alla popolazione – continua il sindaco di Cerete, Cinzia Locatelli -. Non è una scelta. In caso di difficoltà conclamate, il Comune ha l’obbligo di legge d’intervenire a sostegno dei cittadini. E le entrate non sono proporzionate a queste spese impreviste e onerose». Tanto più che negli ultimi 20 anni, specie negli ultimi 4, si è stabilizzato un trend di diminuzione costante dei trasferimenti del governo centrale agli enti locali che se prima coprivano il 20% delle voci di bilancio comunale, ora si fermano al 7%.

«Si preferisce ritoccare l’Irpef rispetto perché è direttamente corrispondente alla capacità reddituale delle famiglie – spiega il sindaco di Azzano San Paolo e vicepresidente Anci, Lucio De Luca –. Inoltre ha ripercussioni sull’anno successivo e nel frattempo la speranza è sempre quella che la situazioni migliori e si possa ritoccare l’imposta».

«Avviare dialoghi e collaborazioni che sappiano affrontare l’emergenza. Ad esempio, il tema strategico della demografia deve essere aggredito con risposte immediate, strutturali, consistenti, dirette e altamente partecipate»

Una situazione d’emergenza, per la quale la Cisl chiede una cabina di regia: «Occorre avviare dialoghi e collaborazioni che sappiano affrontare l’emergenza – insiste Gatti –. Ad esempio, il tema strategico della demografia deve essere aggredito con risposte immediate, strutturali, consistenti, dirette e altamente partecipate».

«Se è fondamentale l’intervento dello Stato – dichiara il presidente dell’assemblea dei sindaci, Marcella Messina – lo è altrettanto creare reti territoriali per far fronte all’emergenza. Ce l’ha insegnato la pandemia e dobbiamo ripeterci di fronte alla crisi energetica, nuovo scenario di preoccupazione. Una gestione di alleanze locali è il valore aggiunto per gestire ciò che arriverà al territorio da parte dello Stato».

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