Adolescenti e disagio: in ospedale già a 12 anni

Il fenomeno. Aeper: per la comunità di Medolago, 276 richieste nel 2022 per 10 posti. Nelle tre Asst 142 ricoveri. «Età media sempre più bassa».

Casi in crescita, sempre più gravi e a un’età più precoce. È quanto registrato da chi opera con gli adolescenti e si prende cura – nei presidi sanitari pubblici o nelle strutture private – dei disturbi legati al corpo, che hanno visto una vera e propria esplosione negli ultimi anni. La cooperativa Aeper, che offre una comunità terapeutica residenziale a Medolago (Piccola stella), un centro diurno a Bergamo (Kaleido), un progetto di trattamento individuale terapeutico di territorio (TiTTi) e un centro clinico di psicologia e neuropsichiatria, sempre in città (Geode), lo scorso anno ha raggiunto numeri impressionanti di richieste. La comunità, per esempio, ha 10 posti disponibili. Complessivamente nel 2022 sono stati 16 gli adolescenti ospitati. Il numero di richieste ha toccato la cifra di 276. Qualcosa di mai accaduto. Nel 2018 erano state 155, nel 2020 148, nel 2021 una prima crescita (210), lo scorso anno il boom.

«Molti nomi compaiono anche nelle liste d’attesa di altre comunità – spiegano i referenti –. Il numero dice la carenza di posti residenziali di neuropsichiatria, ma anche la fatica a intercettare il disagio e prendersene cura prima che diventi così dirompente da necessitare interventi come l’inserimento in comunità».

Gli adolescenti presi in carico nel 2022 da Aeper sono in tutto 126. Tra i sintomi più frequenti riscontrati ci sono l’isolamento sociale, le forme di autolesionismo e suicidarie, l’alimentazione sregolata, il ritiro scolastico e l’abuso di alcool o sostanze. «I nostri dati sono in linea con la situazione più generale – commenta Alessandro Ferrari, psichiatra del centro Geode –. La sofferenza psichica negli adolescenti è almeno raddoppiata. Il Covid ha avuto un impatto particolarmente forte negli adolescenti che già avevano una sofferenza».

Se tuo figlio si taglia

Un fenomeno nuovo notato dagli esperti è la diffusione dei sintomi in diverse patologie, non più isolabili. «In passato la diagnosi aveva un corredo sintomatologico più definito, mentre ora fenomeni come il cutting ovvero il tagliarsi, la disregolazione del comportamento alimentare, la perdita del senso di identità tendono a manifestarsi insieme. Gli adolescenti non si riconoscono nel corpo e lo trattano come un oggetto. Il corpo parla della loro sofferenza più delle parole e del pensiero». C’è anche un altro elemento di novità registrato di recente. «C’è meno stigma rispetto a queste patologie – prosegue Ferrari –. Prima forse provocava più disagio sia ai ragazzi sia ai genitori chiedere aiuto».

Anche chi lavora in prima linea in ambulatori e ospedali registra un netto aumento dei casi. Con un problema strutturale: nella Bergamasca non esistono reparti ospedalieri per ricoveri in Neuropsichiatria infantile. Ci sono soltanto cinque reparti in tutta la Lombardia (Milano, Varese, Brescia, Monza e Pavia), dove trovare posti disponibili è difficile, anche perché i ricoveri sono spesso lunghi. Negli ospedali bergamaschi gli adolescenti vengono dirottati dalla Neuropsichiatria infantile in Pediatria o in Psichiatria: nel 2022 sono stati 60 i ragazzi fatti ricoverare dal Papa Giovanni, 55 nell’Asst Bg Est e 27 nell’Asst Bg Ovest: 142 in totale.

Un tempo di pausa

«Ci sono casi in cui un ricovero è necessario – spiega Patrizia Stoppa, primario della Neuropsichiatria infantile del “Papa Giovanni XXIII” –. Nella fase più acuta bisogna avere un tempo di pausa, senza gli stimoli del mondo, per ritrovare l’equilibrio». Gli ospedali si trovano spesso a gestire casi gravi. «Molti faticano a riconoscere il restringimento dell’alimentazione, il calo ponderale e il disagio psichico sotteso – riferisce Stoppa –. Arrivano direttamente in Pronto soccorso a seguito di svenimento. La maggior parte dei casi riguardano ragazzi di 13/14 anni, ma ne abbiamo registrati anche alcuni più precoci».

È molto simile anche la situazione descritta da Filippo Gitti, direttore della Neuropsichiatria infantile dell’Asst Bg Est, a cui fanno capo gli ambulatori di Trescore, Gazzaniga, Piario e Lovere. «Sono cresciuti i disturbi alimentari, ma anche l’abuso di alcol e droghe, il ritiro sociale, i comportamenti autolesivi e i tentativi di suicidio, spesso mediante assunzione di farmaci – spiega –. Si sta anche abbassando l’età media, con casi tra i 12 e 15 anni».

Molte di queste situazioni vengono intercettate per la prima volta in Pronto soccorso. «Ci sono molti casi di accesso diretto di situazioni non note prima. Spesso famiglie e ragazzi sottovalutano il problema: non chiedono aiuto sino a quando la situazione diventa grave». Dall’Asst Bg Est nel corso del 2022, sono stati indirizzati ad un ricovero in Pediatria 30 pazienti, 17 in Psichiatria e 8 nei reparti di Neuropsichiatria delle altre province. I medici dell’Asst Bg Ovest, invece, hanno fatto ricoverare (tutti in Pediatria) 18 minori (di cui 2 maschi) con problemi legati a disturbi alimentari e 9 per altri disturbi del corpo. «Nell’ultimo decennio l’età di esordio dei disturbi alimentari si è abbassata, in alcuni casi già durante l’infanzia – spiega Chiara Comi, psicologa che opera negli ambulatori di Treviglio e Brembate –. Nei bambini delle elementari compaiono casi di anoressia nervosa, insieme a disturbi della nutrizione. Registriamo anche nuove forme di disturbi alimentari, come l’ortoressia (l’attenzione patologica per il mangiar sano, ndr) e il binge eating (alla lettera, abbuffata di cibo, ndr)».

© RIPRODUZIONE RISERVATA