«La Maturità, tesi verso il futuro». Il messaggio di Eraldo Affinati

IL COMMENTO. «La Maturità crocevia generazionale per eccellenza: di qua la classe di là l’orizzonte imperscrutabile. Un privilegio veder zampillare l’acqua dalle fontane, meraviglie dell’adolescenza in transito verso l’età adulta». Il commento dello scrittore Eraldo Affinati.

«Gli esami di Maturità, mercoledì 18 giugno comincia la prima prova, sono come il fiume che scorre pensato dai greci: l’acqua pare uguale a quella degli anni trascorsi, invece è sempre nuova, ecco perché dobbiamo avere fiducia nei giovani, soprattutto se qualcuno di loro, in certi momenti difficili, sembra tradirla». Il commento sugli esami di Maturità di Eraldo Affinati, autore del recente libro «Testa, cuore e mani. Grandi educatori a Roma», inizia così ed è integrale su L’Eco di Bergamo del 18 giugno.

Il nostro giornale ha pubblicato una riflessione dell’autore sulla Maturità e sull’importanza di dare fiducia ai ragazzi.

«In particolare i ragazzi che in queste ore stanno affrontando le sette tracce sui temi da svolgere, cinque anni fa, lo sappiamo, quando frequentavano la terza media, hanno superato le rapide del Covid. C’è stato anche chi, specie a Bergamo e dintorni, ha avuto lutti in famiglia: certe cose non puoi dimenticarle, se poi sei piccolo e ancora in formazione, ti resteranno dentro per tutta la vita, cicatrici interiori indelebili. Magari qualche esaminando oggi lascerà che queste esperienze autobiografiche possano emergere nel suo elaborato, non dico in modo esplicito o didascalico, forse soltanto in una sottile consapevolezza del male umano che potrà trasparire da ciò che scriverà» scrive Affinati.

«Ho insegnato italiano e storia per gran parte della mia esistenza a ragazzi che avevano dai quattordici ai diciotto anni - commenta l’autore -: mentirei se dicessi che è stato tutto bello, molti degli scolari da me fronteggiati avevano il fuoco dentro e se ti avvicinavi troppo, come poteva capitare ai docenti che non si limitavano a timbrare il cartellino, potevi bruciarti, credo che ogni genitore capisca quello che intendo; tuttavia adesso, alla distanza, mi rendo conto del privilegio che ho avuto nel veder zampillare l’acqua dalle fontane».

Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 18 giugno

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