Il Comune di Bergamo: «Nessun contratto in corso con Vitali». Precisazioni su Porta Sud e centro servizi

LA NOTA. La nota di Palazzo Frizzoni sui due progetti in città che vedono coinvolta l’azienda: «I provvedimenti adottati dalla magistratura sembrerebbero non determinare limitazioni all’operatività».

Bergamo

Precisazioni del Comune di Bergamo riguardo all’inchiesta che vede indagati i fratelli Massimo e Cristian Vitali per bancarotta fraudolenta. Palazzo Frizzoni spiega che «le operazioni urbanistiche che vedono coinvolto in città l’omonimo Gruppo sono due: l’ambito dell’ex centro servizi al confine con il comune di Azzano San Paolo e quello dello scalo ferroviario denominato Porta Sud». Il Comune, però, ad oggi non ha «alcun tipo di contratto di appalto con Vitali Spa» e i provvedimenti della magistratura «sembrerebbero non determinare limitazioni all’operatività» dell’azienda.

L’ex centro servizi

«La prima operazione, in corso di attuazione - spiega il Comune di Bergamo - ha portato alla demolizione di quello che per anni è stato definito un ecomostro grazie a una convenzione quadro sottoscritta da tre comuni, Bergamo, Azzano San Paolo e Orio al Serio, dal Gruppo A2A, proprietario delle aree a nord dell’ambito interessato, e da Vitali Spa, divenuta proprietaria di quelle a sud a seguito di una procedura di evidenza pubblica promossa da società di Cassa Depositi e Prestiti (Società per azioni a controllo pubblico il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia e delle Finanze e azionisti di minoranza Fondazioni di origine bancaria), precedentemente proprietaria della stessa area. Un accordo urbanistico che ha portato a ridurre la superficie edificabile delle aree di Vitali Spa del 70% rispetto a quanto previsto dal Pgt allora vigente, e a riconoscere opere pubbliche di urbanizzazione pari a 5 volte il valore degli oneri dovuti consentendo la realizzazione, tra queste, della seconda piazzola ecologica cittadina in corso di realizzazione».

Porta Sud

«Il secondo ambito - prosegue la nota - è quello di Porta Sud i cui atti pianificatori sono in corso di definizione. Anche in questo caso, Vitali Spa interviene non per scelta e in base a una selezione del Comune ma a seguito di una procedura di evidenza pubblica promossa da Sistemi Urbani (società controllata dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiano), attuale proprietaria di gran parte di aree dismesse dello scalo ferroviario. Anche in questo caso, lo stato delle interlocuzioni da lungo tempo in corso sta portando a definire un dimensionamento del futuro piano attuativo con riduzione di quasi il 40% dell’edificabilità riconosciuta dal Pgt 2010 e di 20 mila mq rispetto a quello vigente dal 2024, oltre a opere pubbliche di fondamentale importanza per la realizzazione del polo Intermodale, con particolare riferimento sia alla nuova stazione ferroviaria sia alla nuova stazione del Trasporto pubblico locale a servizio di un’intera provincia, oggetto quest’ultima di un importante finanziamento regionale con risorse di provenienza europea ottenuto dal Comune di Bergamo».

«Si precisa inoltre che l’Amministrazione comunale non ha in essere ad oggi alcun tipo di contratto di appalto con Vitali Spa. Rispetto a tali complesse e strategiche operazioni urbanistiche, il Comune di Bergamo prende atto che, attualmente, dalle notizie apprese dagli organi di stampa, i provvedimenti adottati dalla magistratura sembrerebbero non determinare limitazioni all’operatività della Vitali Spa. Con massima fiducia nella magistratura, attendiamo gli sviluppi dell’indagine».

La nota di Atb

Una nota, nel corso del pomeriggio, anche da parte di: «Atb, presa conoscenza dagli organi di stampa delle procedure giudiziarie che hanno interessato la società Vitali S.p.A., appaltatrice delle opere del progetto dell’e- Brt, precisa di essersi formalmente attivata per ricevere le necessarie informazioni e vigilare sull’evoluzione della vicenda e che, allo stato attuale, la ditta appaltatrice ha garantito la regolare prosecuzione dei lavori secondo il cronoprogramma stabilito».

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