«L’amore per i dati e le nostre Orobie al servizio della green economy»

IVAN GRAZIOLI . Ad Amsterdam è Data visualization analyst per South Pole, un’azienda svizzera che promuove progetti sulle energie rinnovabili.

«La passione per ciò che faccio oggi ha origine da due fonti principali: la natura e l’informatica. Crescendo a Bergamo e spendendo le estati e gli inverni della mia infanzia nei boschi delle Orobie, ho sviluppato un profondo rispetto e amore per l’ecosistema naturale. E anche lo scoutismo mi ha aiutato ad apprezzare il valore dei nostri monti, l’educazione al servizio e ad amare la vita all’aria aperta e il rispetto della natura». Ivan Grazioli, 32 anni, originario di Bergamo, racconta così l’inizio della strada che l’ha portato oggi a vivere ad Amsterdam, dove da aprile 2022 lavora come Data Visualization Analyst per South Pole, una società svizzera che svolge un’ampia gamma di attività legate alla finanza di progetti e tecnologie sostenibili e alla consulenza sui rischi e le opportunità per promuovere un equilibrio ambientale.

«La passione per l’informatica invece è arrivata durante l’adolescenza, dove ho potuto scoprire la materia grazie a un professore carismatico delle superiori, Agostino Lorenzi che insegnava anche in Università a Bergamo. La mia passione per il sociale mi ha insegnato come le reti e le connessioni siano fondamentali sia in ambito informatico che naturale. Ammirando la complessità e l’armonia di un ecosistema, come quello di una foresta, ho realizzato quanto sia vitale il concetto di interconnessione tra gli elementi. Questa consapevolezza ha alimentato il mio desiderio di intraprendere una carriera che mi consentisse di applicare le mie competenze informatiche per contribuire alla comprensione e alla conservazione dell’ambiente naturale. Sono convinto che l’informatica e la tecnologia possano giocare un ruolo cruciale nel fornire soluzioni innovative per affrontare le sfide legate alla crisi climatica.».

Le esperienze lavorative dopo gli studi

Dopo la maturità conseguita nel 2010, Ivan ha ottenuto la laurea triennale in Informatica presso l’Università degli Studi Milano Bicocca. «Uno dei miei primi lavori, fin dalla fine delle superiori, è stata la creazione di siti web per delle piccole realtà bergamasche, sia privati, che associazioni, che centri studi. La passione per il web rimane ancora oggi e di tanto in tanto creo siti pro bono per realtà in cui credo. Dal 2014, poi, dopo essermi laureato, ho lavorato per quattro anni presso la Ex BravoSolution Spa, parte del gruppo Italcementi, oggi Jaggaer Inc., leader mondiale nel fornire soluzioni digitali trasparenti, responsabili ed efficienti per molteplici settori, inizialmente come Business Intelligence Analyst e successivamente come Data Architect. Durante la mia esperienza in questa azienda ho potuto apprendere molte competenze nel campo dell’analisi dei dati, della gestione degli acquisti e dell’efficienza aziendale».

Nel 2019, poi, la decisione di cambiare vita. «Cercavo qualcosa di diverso, un nuovo angolo per guardare le cose con prospettive contrastanti. Dopo aver lasciato il mio lavoro a tempo indeterminato, ho scelto di partire, con l’idea di mettermi alla prova in un nuovo paese e tornare studente universitario esplorando nuove conoscenze relative all’innovazione strategica». Ivan ha così conseguito il Master in Strategic Information Management presso la Science Policy Research Unit (Spru) della Sussex University, in Inghilterra, ottenendo anche il Rothwell Prize per miglior tesi finale del corso. «Durante il master ho imparato a conoscere e convivere con persone e colleghi di culture differenti (dalla Corea del Sud, passando per il Medio Oriente sino alle Americhe), con le quali ancora oggi sono in contatto. Ho affinato le mie competenze per risolvere problemi analitici complessi e non di routine, applicando metodologie statistiche avanzate che oggi caratterizzano la mia forma mentis. Grandi set di dati complessi sono tutt’oggi il mio pane quotidiano».

Terminato il Master, Ivan si è trasferito a Francoforte nel 2020, dove ha lavorato due anni come Information Governance Analyst presso la Banca centrale europea. «Qui ho avuto la possibilità di approfondire la mia conoscenza sulle istituzioni europee e l’importanza del digitale. Ho avuto l’opportunità di lavorare con colleghi altamente qualificati nel campo dell’Information Governance, interessati ai progetti di Digital Euro e collaborando con gli analisti del Climate Change Center dell’istituzione». Da aprile 2022, poi, «mi sono trasferito ad Amsterdam, dove lavoro per South Pole. Attraverso lo sviluppo di progetti mirati, l’azienda contribuisce a generare crediti di carbonio e a promuovere l’energia rinnovabile, aiutando così le aziende a compensare le proprie emissioni. Come Senior Data & Insight Visualization Analyst, il mio ruolo consiste nel tradurre dati e informazioni complesse in visualizzazioni per comunicare in modo chiaro ed efficace. Il mio team è composto da una dozzina di analisti provenienti da diverse parti del mondo. Siamo suddivisi in 4 delle 42 sedi della compagnia: Amsterdam, Londra, Zurigo e Jakarta».

La vita di Ivan ad Amsterdam

Ivan ad Amsterdam si trova bene, ma casa e Bergamo mancano sempre. «La città e il mio lavoro offrono un ottimo equilibrio tra vita professionale e privata, garantendomi la possibilità di lavorare da remoto e persino da un altro paese fino a un massimo di sei mesi all’anno. Questo mi consente di viaggiare e di godermi la libertà di ritornare a Bergamo e alle sue montagne, che mi mancano molto. Nel 2018, insieme ai miei migliori amici, abbiamo fondato un’associazione Onlus chiamata “Lea”, che si occupa di fornire percorsi di crescita individuale e collettiva per bambini attraverso laboratori di psicomotricità, psicoterapia, logopedia, creatività (arte e musica) e organizza serate formative per i genitori, corsi insieme alla Croce Rossa. Sono molto orgoglioso del lavoro svolto dall’equipe di Lea, composta oltre che da noi volontari anche da una quindicina di neuropsicomotricisti, psicologi, logopedisti, neuropsichiatri che lavorano in armonia per il bene dei bambini e delle loro famiglie. Nel corso degli anni, il numero delle famiglie bergamasche associate è cresciuto fino a raggiungere circa 200 membri entro la fine del 2022 e i partecipanti agli eventi sono ormai più di 2000 all’anno. Lea rappresenta uno dei motivi che mi rende più fiero e connesso alla realtà sociale di Bergamo che fa parte di me».

E il futuro? «Sono molto attratto dall’idea di fare ritorno in Italia, in particolare a Bergamo, che in fondo è la città che ho sempre considerato come la mia vera casa. Ma non subito. Ciò che mi spinge a rientrare è la possibilità di poter mettere in pratica tutto ciò che ho imparato all’estero, una volta tornato in Italia. Sono convinto che le mie competenze possano essere utili alla mia comunità e vorrei contribuire a migliorare la realtà del mio paese, attraverso la mia esperienza e la mia preparazione».

Bergamo senza confini

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero: è il progetto Bergamo senza confini promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Info a [email protected].

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