L’avviso via sms: «C’è da pagare il pedaggio autostradale». Ma è una truffa

IL CASO. In centinaia stanno ricevendo il sollecito, ma Autostrade per l’Italia avvisa sul sito: «Non usiamo questa modalità». Tanti però ci cascano: il rischio è che la carta venga clonata.

«Autostrade per l’Italia: un pedaggio autostradale di 6,50 euro risulta ancora da pagare. Effettua il pagamento in modo sicuro entro il 13/12 su autostedu.com/pay. Se hai già pagato, ignora questo sms». Sono centinaia anche i bergamaschi che stanno ricevendo in questi giorni un sms di questo tenore: si tratta, va chiarito subito, di un raggiro già ribattezzato «truffa di Natale 2025».

Campagna di «smishing»

Nel peggiore dei casi c’è il rischio che la carta di credito venga clonata, con addebiti ancora più consistenti.

Non si deve pagare nulla, né si deve cliccare sul link indicato. Si tratta infatti di una massiccia campagna di «smishing», vale a dire una vera raffica di sms inviati a decine di migliaia di numeri di telefono, con la speranza che qualcuno di questi ci caschi – com’è purtroppo accaduto – e paghi la cifra indicata. Nel migliore dei casi il raggiro (e il danno) si limita ai soli 6,50 euro, ma nel peggiore c’è il rischio che la carta di credito venga clonata, con addebiti ancora più consistenti.

Autostrade per l’Italia prende le distanze

La stessa società «Autostrade per l’Italia», essendo a sua volta danneggiata (perlomeno nell’immagine), ha preso le distanze, pubblicando sul proprio sito ufficiale che la pratica per la richiesta di pagamento di pedaggi non pagati non prevede mai l’invio di sms. Tanti però ci cascano: questo perché gli sms, se è vero da un lato che sono un po’ desueti, vengono impiegati, per esempio, per le notifiche dell’utilizzo della carta di credito o per i messaggi di tracking dei corrieri. I truffatori lo sanno e fanno leva su questo aspetto, ipotizzando maggiore credibilità con questa modalità d’invio. E tanti bergamaschi li stanno ricevendo.

Le testimonianze dalla Bergamasca

«Ho ricevuto questo sms per combinazione mentre uscivo dal casello di Grumello dell’A4 e mi sono subito insospettito – spiega Pierluigi V. –: mi sono così recato a un “Punto Blu” alle “2

«Mi hanno spiegato che non vengono però inviati sms per avvisare di mancati pagamenti»

Torri” e si sono subito insospettiti. Mi hanno spiegato che non vengono però inviati sms per avvisare di mancati pagamenti. Tra l’altro, sempre per combinazione, qualche giorno prima mio figlio, mentre attraversava il casello con il telepass, è rimasto bloccato dietro un’auto che non riusciva a passare. Quando è arrivato questo sms ho anche pensato che potesse essere collegato a quella vicenda lì. Invece non c’entrava nulla. Certo, un po’ di ansia te la crea».

Un altro bergamasco, titolare di un negozio, ha a sua volta ricevuto il messaggio sospetto. «Sono andato a controllare il report dei miei transiti autostradali con il telepass – racconta – e risultavano tutti regolarmente pagati».

Al lavoro la Polizia postale

L’invito è quello di non cliccare neppure sul link. Il solo collegamento potrebbe infatti aprire ai truffatori le porte virtuali dello smartphone.

Un fenomeno che anche la polizia postale sta monitorando attentamente. Cliccando sul link indicato nell’sms si viene indirizzati a un sito fake, fotocopia in tutto e per tutto del portale istituzionale di Autostrade per l’Italia e ci si trova davanti un form da compilare per il successivo pagamento. L’invito è quello di non cliccare neppure sul link. Il solo collegamento potrebbe infatti aprire ai truffatori le porte virtuali del nostro smartphone, con conseguenze piuttosto rischiose. L’sms in sé è coerente con un messaggio reale, ma presenta alcuni segnali d’allarme, i cosiddetti «red flag». In primis il nome del portale indicato, che è sempre un termine simile, ma mai esatto, alla parola «Autostrade»: «autostedu.com», «autostiede.com», «autostade.com». Tanto che nel leggere velocemente, non ce ne si rende nemmeno conto. La «truffa del pedaggio» è arrivata anche all’attenzione del «Computer emergency response team» dell’Agenzia per l’Italia digitale (Cert-Agid), che ha lanciato un appello a fare attenzione.

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