Le nascite continuano a calare. Dal 2003 il crollo è del 33,7%

L’INVERNO DEMOGRAFICO. Da 11.077 bebè ai 7.346 dell’anno scorso. Intanto scende anche il tasso di fecondità: il numero medio di figli è a quota 1,23.

Mentre la popolazione invecchia, le nascite calano sempre più. È un inverno demografico ancora lungo, a Bergamo come in tutta Italia. Nei dati diffusi ieri dall’Istat scorre la fotografia dell’ennesimo anno con pochi bebè: nel 2023 in provincia di Bergamo sono stati 7.346 i nuovi nati, in ulteriore calo dell’1,7% rispetto alle 7.475 del 2022. A partire dal 2010 – quando le nascite hanno iniziato a calare – per 13 volte il bilancio delle nascite è stato negativo rispetto all’anno precedente: c’è stata solo una timida eccezione, il rimbalzo positivo del 2021 (+0,3%), ma a cui non ha più fatto seguito un cambio di rotta.

In Bergamasca il tasso di fecondità è a quota 1,23: era a 1,27 solo nel 2022 ed era a 1,4 nel 2003 (-12,1% nel giro di vent’anni). Allo stesso tempo si ritarda sempre più il momento in cui si diventa madri: l’età media al parto nel 2023 è stata di 32,4 anni.

Scorrere all’indietro il calendario dà l’evidenza plastica dell’erosione della natalità: fino al 2017 si superavano ancora le 9mila nascite annue, prima del 2014 erano più di 10mila, nel 2009 (l’ultimo anno di aumento delle nascite) in Bergamasca erano venuti al mondo 12.080 bebè; guardando agli ultimi vent’anni, rispetto alle 11.077 nascite del 2003, il calo delle nascite misurato sui dati del 2023 (7.346 bebè) è del 33,7 per cento.

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Riduzione della fecondità

La costellazione di statistiche legata alla natalità non lascia filtrare minimi segnali d’inversione della china. Il tasso di fecondità totale, cioè il numero medio di figli per donna, in Bergamasca è ora a quota 1,23: era a 1,27 solo nel 2022 ed era a 1,4 nel 2003 (-12,1% nel giro di vent’anni); in demografia, il valore che garantisce un equilibrio tra generazioni è invece pari a 2 figli per donna, e si è ormai da tempo distanti da quell’asticella. Allo stesso tempo si ritarda sempre più il momento in cui si diventa madri: l’età media al parto delle donne bergamasche nel 2023 è stata di 32,4 anni, in linea col 2022, ma in evidente aumento rispetto ai 30,8 anni del 2003. È un altro fattore che incide sulla natalità, perché più si ritarda questa scelta e più aumenta la probabilità di non avere un secondo (o terzo) figlio: l’Istat parla infatti di «posticipazione delle nascite, fenomeno di significativo impatto sulla riduzione generale della fecondità, dal momento che più si ritardano le scelte di maternità più si riduce l’arco temporale disponibile per le potenziali madri». A determinare lo slittamento delle scelte di vita sono fattori di natura economica e sociale, dalla ricerca della stabilità lavorativa all’indipendenza abitativa, passando dalle carenti politiche di conciliazione e dai servizi di cura e per l’infanzia spesso poco accessibili.

Attrattività e migrazioni

Numeri alla mano la Bergamasca però continua a crescere, nonostante l’inverno demografico. Al 1° gennaio 2024 i residenti tra città e provincia sono saliti a 1.111.228, in aumento dello 0,4% nel giro di un anno e con una traiettoria di crescita dell’11% negli ultimi vent’anni. Perché la dinamica della popolazione residente risulta ancora in espansione, se le nascite crollano? Sono i flussi migratori, sia interni (da altre province e altre regioni d’Italia) sia dall’estero, a garantire la tenuta demografica in Bergamasca e a compensare un saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi) che resta ovviamente negativo: a fronte delle poco più di 7.300 nascite, nel 2023 si sono infatti contati 10.770 decessi in Bergamasca.

Nel 2023 la Lombardia ha registrato 65.563 nascite, -2,8% rispetto al 2022, minimo storico e tredicesimo anno consecutivo di flessione. Però la popolazione lombarda continua a crescere: al 1° gennaio 2024 ha toccato quota 10.020.528 residenti.

L’Istat dà conto di questi flussi migratori rendicontando un bilancio appunto positivo: nel corso del 2023 in Bergamasca sono arrivati 37.081 residenti da fuori provincia, mentre 33.823 bergamaschi hanno lasciato la terra orobica per un’altra area dell’Italia; quanto ai movimenti con l’estero, nel corso del 2023 hanno preso residenza in Bergamasca 8.094 cittadini provenienti da un altro Paese, mentre sono stati 3.003 i bergamaschi partiti per l’estero.

Le cifre regionali

È una dinamica analoga a quella che si rileva nell’intera Lombardia. La regione conserva infatti una forte attrattività, con nuovi residenti che vanno a mitigare una natalità che resta comunque in costante calo: lo scorso anno l’intera Lombardia ha registrato 65.563 nascite, -2,8 per cento rispetto al 2022, minimo storico e tredicesimo anno consecutivo di flessione; rispetto al 2009 (ultimo anno con le nascite in aumento) la natalità si è ridotta del 33,6 per cento, praticamente di un terzo. Però la popolazione lombarda continua a crescere: al 1° gennaio 2024 ha toccato quota 10.020.528 residenti, in aumento dello 0,4per cento rispetto al 1° gennaio 2023 e del 9,2 per cento rispetto al 1° gennaio 2004.

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