Omicidio di Sara Centelleghe, richiesta la perizia psichiatrica per Badhan

IN TRIBUNALE. È iniziato il processo davanti alla Corte d’Assise - appena due giorni dopo il primo anniversario del delitto - per l’omicidio di Sara Centelleghe, uccisa il 26 ottobre 2024, a 18 anni, con 67 forbiciate, mentre si trovava nella sua casa a Costa Volpino.

Bergamo

Il gup aveva rinviato a giudizio Jashandeep Badhan, l’elettricista ventenne di origini indiane accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà, dalla minorata difesa e perché commesso allo scopo di rapina (contestato anche questo reato perché l’elettricista prese il cellulare della vittima).

Il gup aveva respinto la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa e nella prima udienza del processo davanti alla Corte d’Assise l’avvocato di Badhan Roberto Grittini ha riproposto la richiesta con i giudici si sono riservati di decidere nel corso del processo. Contrari alla perizia il pm Gianpiero Golluccio e gli avvocati della parte civili (la mamma e il paà di Sara) che ritengono la perizia «un esame esplorativo che la legge non contempla - hanno ribadito-: l’imputato si è dimostrato lucido quando ha confessato il delitto, presente e orientato», indicazioni fornite anche dei medici che lo hanno visitato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Bergamo e in carcere.

In aula anche sette ex compagne di classe e dell’istituto Piana che Sara frequentava: «Abbiamo deciso di esserci - hanno detto - , perchè dopo le commemorazioni, vogliamo giustizia»

In aula presente anche l’imputato che non ha parlato, il papà di Sara Vittorio Centelleghe con l’avvocato Roberto Pizio e la mamma Marilisia Gambarini con l’avvocato Enrico Pollini. I gentitori, molto provati, hanno ribadito fuori dal tribunale il desiderio di giustizia e di una pena massima nei confronti del giovane che ha provocato la morte della figlia.

In aula anche sette ex compagne di classe e dell’istituto Piana che Sara frequentava: «Abbiamo deciso di esserci - hanno detto - , perché dopo le commemorazioni, vogliamo giustizia».

La ricostruzione della notte del delitto

La notte tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre Sara stava ospitando un’amica per la notte. La mamma non era in casa. Jashandeep Badhan aveva contattato l’amica di Sara, che aveva 17 anni, per uno scambio tra cocaina e hashish. La giovanissima era quindi uscita dall’appartamento e l’aveva atteso sotto casa. Il ventenne però non si presentò all’appuntamento e non rispose alle telefonate della ragazza: solo dopo le scrisse che non era potuto uscire perché i genitori l’avevano «sgamato». Il giovane, invece, passando dai box interrati si era introdotto nell’abitazione dove dormiva Sara. Cercava della droga. Mentre frugava in cerca dello stupefacente, provocò dei rumori che svegliarono la 18enne, che iniziò a gridare. Lui, disse, si spaventò e dopo averla colpita a mani nude, le sferrò 67 forbiciate. Poi fuggì, passando dai garage sotterranei.

L’amica di Sara, dopo aver inutilmente atteso Badhan, era risalita in casa, trovandola a terra, ricoperta di sangue. Insieme a dei vicini di casa, aveva quindi allertato le forze dell’ordine. Per timore che i genitori scoprissero che usava e vendeva sostanze, non parlò dell’appuntamento con Badhan (che le aveva scritto che non era potuto uscire, quindi da quanto sapeva si trovava a casa dei genitori) ma disse di essere uscita per prendere una bibita. È indagata dalla Procura dei minori per favoreggiamento e spaccio.

«Ero strafatto, quella sera avevo assunto cocaina, eroina e cortisone e cercavo hashish per calmarmi», aveva detto Jashandeep al pm ad aprile. Detenuto a Pavia, fu lui, dopo la chiusura delle indagini, a chiedere di essere interrogato dal pm Gianpiero Golluccio. Sostanzialmente, aveva confermato quanto precedentemente dichiarato davanti al gip Alessia Solombrino. Il ventenne aveva detto che faceva uso costante di cannabinoidi e cocaina, tanto che «se non fumo, rimango molto agitato ed esplodo». Il gip aveva dunque disposto il carcere, con il monitoraggio psichiatrico per 30 giorni, evidenziando il pericolo di reiterazione, alla luce della gravità dei fatti e delle modalità.

In tribunale il 26 novembre

La prossima udienza è ora fissata per il 26 novembre: saranno sentiti il tenente Danilo Di Fonzo, comandante del Nucleo investigativo di Bergamo che si è occupato delle indagini e Matteo Marchesi che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Sara. In questa nuova udienza sarà sentito anche l’imputato.

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