Superbonus, investimenti per 1,4 miliardi. Ora è allarme fondi: imprese a rischio

L’agevolazione In Italia superato il plafond di 33,3 miliardi e dalle banche stop all’acquisizione dei crediti.

L’incertezza sui fondi del superbonus, l’agevolazione fiscale prevista dal decreto Rilancio del 2020 e che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute (dal 1° luglio 2020 in poi) per interventi di efficientamento energetico e consolidamento statico degli edifici, rischia di mettere in ginocchio migliaia di imprese. S econdo i calcoli di Cna Confartigianato, sarebbero 33mila in Italia le imprese a rischio fallimento se non dovessero arrivare i fondi disponibili per i lavori già iniziati, e il plafond originario di 33,3 miliardi di euro è già stato superato di 400 milioni, con 33,7 miliardi prenotati sui 33,3 appunto stanziati. E anche nella Bergamasca aumenta la preoccupazione sulla sorte dei fondi e sulla loro effettiva disponibilità per le imprese, visto che gli istituti di credito non stanno riattivando il meccanismo di acquisto dei crediti, penalizzando le imprese che hanno avviato i cantieri e maturato i crediti nei confronti dello Stato, senza però trovare banche disposte ad acquistarli. Con il rischio di un costo sociale enorme.

Le preoccupazioni del settore

Preoccupazioni legittime, nonostante i dati di maggio del monitoraggio di Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sull’andamento del superbonus confermino il trend in crescita, in particolare in Lombardia. La presidente di Ance Bergamo (associazione costruttori edili), Vanessa Pesenti, prova a fare chiarezza, con una premessa: «La misura del superbonus, oltre a rappresentare una leva efficace di rilancio per le costruzioni e per l’intera economia, può avere un ruolo cruciale nell’ammodernamento e la messa in sicurezza del patrimonio abitativo italiano, vecchio e inadeguato. In questi giorni si è fatta tanta confusione intorno alle cifre, ma i fondi non sono esauriti e sono state concesse recentemente anche delle proroghe, e riteniamo, inoltre, che si debbano valutare anche alla luce degli effetti positivi sui saldi di finanza pubblica (Iva e imposte collegate al maggiore imponibile). La Lombardia, con 26.432 interventi per un importo complessivo di 5.094 milioni di euro, si conferma al primo posto in Italia (172.450 interventi e 30.648 milioni) seguita da Veneto e Lazio. Si tratta di interventi relativi solo al superbonus con almeno un’asseverazione protocollata dall’introduzione della misura fiscale sino al 31 maggio 2022».

Nella Bergamasca aumenta la preoccupazione sulla sorte dei fondi e sulla loro effettiva disponibilità per le imprese, visto che gli istituti di credito non stanno riattivando il meccanismo di acquisto dei crediti, penalizzando le imprese che hanno avviato i cantieri e maturato i crediti nei confronti dello Stato, senza però trovare banche disposte ad acquistarli

I cantieri nella Bergamasca

Poi un focus su interventi e scenari nella Bergamasca: «Per la provincia di Bergamo possiamo fare una valutazione sul 2021: con l’entrata a regime del superbonus, si stimano investimenti per la riqualificazione del patrimonio edilizio pari a 1,4 miliardi di euro (compresi bonus energetico e bonus ristrutturazioni), un valore che corrisponde a più dell’84% degli investimenti complessivi in manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo provinciale, pari a 1,6 miliardi di euro. E questo aspetto positivo si traduce anche in un impatto occupazionale di tutto rilievo».

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