
(Foto di Ministero della Difesa)
LA CRISI UMANITARIA. Il piccolo di otto anni è arrivato con i familiari: a febbraio e agosto scorso le cure ad altri due minori palestinesi
L’impegno umanitario del «Papa Giovanni» prosegue. Di nuovo, la solidarietà ha preso il volo e ha portato un bimbo palestinese sino all’ospedale di Bergamo: il piccolo paziente, di 8 anni, accompagnato dai familiari, è arrivato giovedì mattina al «Papa Giovanni» e si sta sottoponendo ad accertamenti medici che nella Striscia di Gaza erano impossibili.
Non è la prima volta che il «Papa Giovanni» accoglie piccoli pazienti palestinesi: a febbraio era arrivato un bimbo di appena 4 mesi per accertamenti cardiologici, mentre ad agosto 2024 toccò a un 12enne, sottoposto a un’operazione di neurochirurgia alla testa per la rimozione delle schegge di una bomba.
Il ricovero è avvenuto nell’ambito di una missione promossa dal governo italiano, che nei giorni scorsi ha visto approdare in Italia, grazie a due voli dell’Aeronautica Militare, 14 bambini provenienti dalla Striscia di Gaza e bisognosi di cure mediche, insieme ai propri familiari. I pazienti sono stati presi in carico in varie strutture sanitarie d’Italia. «In scenari di crisi come quello della Striscia di Gaza, la solidarietà si misura con atti concreti – ha sottolineato Guido Crosetto, ministro della Difesa -. Questa operazione rappresenta non solo un intervento umanitario, ma un gesto di responsabilità e vicinanza verso chi ha perso tutto. Salvare vite e offrire un futuro a chi soffre è il dono più grande che possiamo fare». Non è la prima volta che il «Papa Giovanni» accoglie piccoli pazienti palestinesi: a febbraio era arrivato un bimbo di appena 4 mesi per accertamenti cardiologici, mentre ad agosto 2024 toccò a un 12enne, sottoposto a un’operazione di neurochirurgia alla testa per la rimozione delle schegge di una bomba.
L’operazione, ha aggiunto Crosetto, è stata «resa possibile grazie all’impegno congiunto del personale della Difesa, degli Affari esteri, dell’Interno e della Salute, della cooperazione internazionale, della Protezione Civile e degli operatori sanitari».
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