«Raduni virtuali e strade come ring: così si organizzano le baby gang»

LA PUBBLICAZIONE. Mario Leone Piccinni, vice comandante provinciale della Finanza, analizza il tema del cyberbullismo nel suo libro.

Un excursus più che attuale, tra normative di riferimento e terminologie «care» alle nuove generazioni, per inquadrare, analizzare e combattere il cyberbullismo e tutte le sue correlazioni criminali. È «Cyberbullismo e suk virtuali: le regole giuridiche e di common sense inapplicate» il titolo del nuovo libro del bergamasco Mario Leone Piccinni, colonnello della Guardia di finanza, da un anno vice comandante provinciale delle fiamme gialle.

«L’opera vuole offrire un quadro esaustivo su opportunità, rischi e reati più comuni connessi all’uso improprio di internet e dei device – si legge nel testo –, mettendo in guardia da una navigazione superficiale, spesso alimentata dalla (errata) convinzione che il web sia una zona franca priva di regole»

Un curriculum da esperto di social media e crimini informatici quello di Piccinni, che collabora con le cattedre di «informatica giuridica» delle Università di Milano Bicocca, Cagliari e Bergamo. E, accanto, le tante operazioni sul campo. Tanto che per i numerosi servizi di polizia giudiziaria (anche sul web) a tutela degli adolescenti è stato insignito del «Premio culturale internazionale Cartagine», prestigioso riconoscimento tributato a chi si è distinto, in Italia e all’estero, per meriti professionali, «sostenendo i valori di libertà, giustizia e fratellanza universale» (tra i premiati l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan e il fisico Antonio Zichichi). Per renderlo più accessibile alle famiglie, in una sorta di funzione sociale informativa, dopo anni di collaborazioni con diverse case editrici, stavolta l’ufficiale ha optato per il self publishing: il volume è disponibile su Amazon, con continui aggiornamenti. «L’opera vuole offrire un quadro esaustivo su opportunità, rischi e reati più comuni connessi all’uso improprio di internet e dei device – si legge nel testo –, mettendo in guardia da una navigazione superficiale, spesso alimentata dalla (errata) convinzione che il web sia una zona franca priva di regole».

Ampia la rassegna sulle dinamiche che caratterizzano la vita dei più giovani nelle popolate social community, tra reati informatici, baby gang, aggressioni virtuali, cyberbullismo, gogne mediatiche, sexting, challenge e revenge porn. Ampio spazio al cyberbullismo e all’abuso del «deep web», la parte oscura della rete, preferita anche allo stesso web «classico». E poi le nuove devianze giovanili: l’uso della codeina già dalle scuole medie, lo spray al peperoncino, la droga dello stupro, i coltelli, il «taharrush gamea» (una vile tecnica di aggressione collettiva utilizzata dai maranza). Il libro rimarca l’urgenza, da parte degli adulti, di riconnettersi con i propri ragazzi, promuovendo dialogo ed educazione. Altro fenomeno in forte crescita tra i più giovani e che ha coinvolto anche Bergamo in più occasioni è quello che Piccinni nel suo libro chiama «bande liquide»: il passaggio dalle faide virtuali ai violenti regolamenti di conti in piazza, agli scontri su appuntamento e alle maxi risse, con protagonisti gruppi di adolescenti, è da ricercare in fattori come la noia e la rabbia.
«Si moltiplicano le cosiddette adunate virtuali, con gruppi di adolescenti che dopo aver fissato un rendez vous sui vari social, chiamano a raccolta tutti “gli affiliati” – si legge –. Lo step successivo è mettersi d’accordo e decidere in quale piazza incontrarsi per regolare i conti, trasformando le vie cittadine in un enorme ring e teatro improvvisato di un fight club su appuntamento».

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