Cronaca / Isola e Valle San Martino
Venerdì 19 Dicembre 2025
Accuse false al centro ippico di Mapello: assolta la nipote di Berlusconi
MAPELLO. È animalista e denunciò: cavalli denutriti. Il giudice: non c’è calunnia, la diffamazione estinta dopo il risarcimento.
Mapello
La calunnia «non sussiste». La diffamazione aggravata, la violazione di domicilio e le interferenze illecite nella vita privata sono state dichiarate estinte dal giudice Laura Garufi «per la condotta riparatoria», e cioè i 10mila euro a testa che l’imputata – Nicole Berlusconi, animalista figlia di Paolo e nipote dell’ex premier Silvio – giovedì 18 dicembre ha versato e che le parti offese, Michaela e Lorenzo Antali hanno accettato «a titolo di acconto», in quanto ritengono il danno prodotto dalle parole della giovane Berlusconi al loro centro ippico di Mapello sia economicamente più elevato: un milione, hanno stimato, cifra che reclameranno probabilmente in una causa civile.
I provvedimenti della Federazione ippica
Con la sua onlus «Progetto Islander» nell’aprile 2023 Nicole Berlusconi aveva presentato una denuncia e diffuso post sui social media (gli ultimi sono stati rimossi ieri a udienza in corso e a due anni e mezzo dai fatti) in cui si parlava di incuria per la quarantina di cavalli ricoverati nel maneggio: alcuni animali malati e altri denutriti, sosteneva. Le accuse della giovane animalista e il rilievo mediatico suscitato dalla vicenda avevano fatto sì che il centro ippico perdesse molti clienti, tra cui l’ex ministro berlusconiano Michela Vittoria Brambilla (citata come testimone, ieri non s’è presentata adducendo impegni), e venisse sottoposto a provvedimenti temporanei da parte della Federazione ippica. Il fascicolo per maltrattamenti nei confronti degli Antali era stato però archiviato. Dopo una serie di accertamenti, aveva concluso nella sua relazione il servizio veterinario dell’Ats, nessuno degli animali era risultato oggetto di maltrattamento: lo ha ricordato ieri in aula il veterinario Marco Cecchetto, responsabile del settore distrettuale dell’Ats.
Un cavallo colpito da coliche
Nicole Berlusconi, dopo aver ricevuto segnalazioni, il 14.4.23 si era presentata al maneggio con un veterinario. «C’era un cavallo in preda a una colica e per il quale in mattinata avevamo già chiamato un veterinario e altri cavalli che mio fratello aveva recuperato perché erano destinati al macello – ha ricordato ieri Michaela Antali davanti al giudice –. Quel giorno sono arrivata in scuderia e all’interno, senza permesso, ho trovato due persone. Una di queste era Nicole Berlusconi, che mi ha detto: “Lei non sa chi sono io, sono qui per aiutare gli animali”. Ho concesso che il loro veterinario visitasse». L’animalista percepisce una situazione drammatica, avvisa i carabinieri forestali e tempo dopo presenterà denuncia. «Non ho ravvisato urgenze – ha dichiarato ieri l’appuntato dei forestali di Almenno San Salvatore che aveva partecipato al sopralluogo –. Alcuni cavalli erano un po’ magri, ma non parevano in sofferenza, a parte quello colpito da colica che però sembrava in ripresa». Il sopralluogo è così proseguito tre giorni dopo.
«Due cavalli erano oggettivamente magri, altri 5 un po’ di meno, ma un profano che non mette in conto che può essere in corso una patologia, potrebbe pensare a denutrimento», ha osservato Cecchetto. Anticipando l’argomento sull’elemento soggettivo sventolato poco dopo dal vice procuratore onorario per chiedere l’assoluzione dalla calunnia per insufficienza di prove: «Persone particolarmente sensibili alla sorte degli animali potevano essere tratte in inganno dalla situazione». Elio Giannangeli, uno dei due difensori, ha ammesso che la querela «è stata frettolosa. Ma i fatti prospettati sono veri, al di là di come sarà successivamente valutata l’ipotesi dei maltrattamenti. La situazione al momento non è chiara, tanto che l’imputata chiama i carabinieri». E questo, secondo l’altro difensore, il professor Guido Alleva, non è il comportamento di chi si rende protagonista di una calunnia, «reato che presuppone la consapevolezza della piena innocenza della parte offesa, che impone intenzionalità e non prevede il dolo eventuale». «Sono rimasta da sola», ha commentato amaramente la legale di parte civile Ramona Li Calzi, che ha interpretato la denuncia dell’imputata come una volontà di infierire, visto che «il meccanismo dell’accertamento tramite l’indagine era già partito dopo l’intervento dei carabinieri». Berlusconi avrebbe dovuto prestare prudenza», ha concluso Li Calzi prima di chiedere «la condanna a una pena di giustizia».
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