Moda e tendenze / Bergamo Città
Lunedì 10 Novembre 2025
«Con la mia moda porto creatività nel quartiere»
LA STORIA. Francesca Bolognini, 61 anni, ha avviato una nuova fase della sua vita. Figlia d’arte, sempre in mezzo ai tessuti, ora veste tutte le età.
Prima di tutto la macchina da cucire e quei tessuti che sono stati il filo conduttore della sua vita, il legame indissolubile con suo padre Angelo. Una lunga storia d’amore.
Ago e filo nasce da qui: prima per diletto, poi come bottega ecosostenibile: educo alla creatività, all’acquisto utile, a una moda che sia poco fast e fashion, ma che sia comoda, duratura, amabile»
Francesca Bolognini, 61 anni, sa il fatto suo nel mondo del “vestire”: sarta per gioco prima, poi per necessità interiore: «Dopo anni lontana dalle stoffe, ho capito che non potevo farne a meno. Mio padre gestiva con i suoi fratelli il Maglificio Casari, nato con mia nonna in vicolo Bancalegno a Bergamo, e io ho sempre masticato quel mondo. Poi il matrimonio, i figli e i nipoti. Mi sono ritrovata a ripensare alla mia vita e ho ripreso in mano la macchina da cucire - racconta -. Ago e filo nasce da qui: prima per diletto, poi come bottega ecosostenibile: educo alla creatività, all’acquisto utile, a una moda che sia poco fast e fashion, ma che sia comoda, duratura, amabile».
Tutto questo in via Galgario 9, zona poco commerciale ma «dove sta rinascendo il mondo della bottega e dove cerco di dare il mio supporto: sono in un cortile meraviglioso, il mio spazio fa da atelier e chi vuole può bersi un caffè in santa pace. È un rifugio per me e per chi lo desidera, circondate dal bello». Un luogo che vuole essere proposta creativo per il quartiere: «Per Natale ho organizzato dei corsi di cucito: ho pensato che fare qualcosa con le mani e insieme potesse fare bene, a me e alle persone, a questa zona di Bergamo che chiede visibilità. Non credevo che inserendo l’annuncio sulla pagina Ig di @agoefilo_ i posti andassero subito esauriti. Replicherò gli incontri: credo nel valore sociale della moda». Che deve fare stare bene, con tessuti naturali, con tagli che «non costringano». Ago e filo è sartoriale, dai volumi ampi: gioca con le forme, veste le ragazze con tute comode e le signore con abiti a trapezio.
«Gonne e camicie, mi sono lanciata nei pantaloni - ride -. Nasco autodidatta, mi sono affinata negli anni e ora che ho superato i 60 prendo la moda con una filosofia diversa, così come il rapporto con il mestiere di artigiana. Amo fare quello che faccio e un pezzo importante è il rapporto con le persone».
«La mia porta è sempre aperta»
Dal neonato alla signora, la collezione si espande e si racconta tra cotoni leggeri e stoffe dai pesi differenti: la camicia bianca, la tuta in felpa, il cappottone avvolgente. «E poi continuo a ricamare - sorride -. È più forte di me». Ma tutto parte dal tessuto: «Mio padre mi ha insegnato a riconoscere il carattere delle stoffe e dei filati, a capirne il movimento. Al tatto sanno raccontarsi, con e ago e filo si possono interpretare».Spensierata, una che si capisce che ne ha passate e vissute tante di fasi della vita, ora ha voglia di cucire: «In questo pezzo di Bergamo in cui credo: la mia porta è sempre aperta».
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