Bagnatica, quattro mesi dopo l’esplosione. «Siamo ancora fermi a quel 27 maggio»

IL CASO. Alcuni residenti della palazzina C, ancora sotto sequestro, raccontano le loro difficoltà quotidiane. Tra i nodi e le tempistiche per tornare alle proprie case.

«Siamo ancora fermi al 27 maggio». Questa frase di Sara Verzeri spiega più di tanti giri di parole le difficoltà che vivono quotidianamente lei e i suoi ex vicini di casa della palazzina C di via Isolabella, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni dopo l’esplosione che le ha devastate.

Più di quattro mesi dopo, passando per la via, il cartello è ancora lì in bella vista, sul cancello d’ingresso: «Area sottoposta a sequestro». «Per ora non vediamo una via d’uscita – dice Verzeri, 47 anni –. Io abitavo da sola e sono stata una tra le poche fortunate che ha avuto un comodato d’uso gratuito con una famiglia di Bagnatica che aveva un appartamento vuoto a disposizione. Purtroppo ci sono altri vicini, invece, che si stanno sorbendo il mutuo della casa, un affitto e tutte le spese varie».

Per ora non vediamo una via d’uscita – dice Verzeri, 47 anni –. Io abitavo da sola e sono stata una tra le poche fortunate che ha avuto un comodato d’uso gratuito con una famiglia di Bagnatica

È il caso di Andrea Favazzi, 36 anni. Lui, dopo l’incidente, è stato per due mesi in un alloggio al Castello degli Angeli a Carobbio trovato dal Comune. «Dal 1° di agosto sono a Bagnatica, in un bilocale in affitto». Da quel 27 maggio, questo non è il solo problema con cui Andrea ha dovuto fare i conti: «Dormo poco e tutte le mattine mi sveglio come se dovessi scappare». La situazione, continua il 36enne, «è drammatica, ovviamente siamo grati per la grande solidarietà che si è messa in moto». Il pensiero non può che andare al futuro. «Non abbiamo tempistiche certe, ci sono ancora le indagini in corso. È da agosto che non entro in casa per prendere i miei beni: per ora si va avanti, ma quando comincerà a far freddo sarà un problema».

C’è chi alloggia fuori Bagnatica

Alloggiano fuori Bagnatica, invece, i coniugi Greta Banchetti, 41 anni la prossima settimana, e Marco Danieli, 45 anni. «Una famiglia di Bagnatica ci ha messo a disposizione la loro seconda casa, a Villa di Serio – spiega Greta –. Ci vorranno almeno due anni per poter tornare a Bagnatica». Al momento dell’esplosione, Marco si trovava fuori casa, mentre la moglie era all’interno. «Fortunatamente non abbiamo avuto problemi né all’auto né di salute. Le ripercussioni sulla vita quotidiana sono diverse: abbiamo un’attività a Bergamo – prosegue Greta – e partendo da Villa di Serio ci mettiamo molto di più ad arrivare. Senza parlare di tutte le nostre abitudini, che sono state completamente stravolte».

La situazione, continua il 36enne, è drammatica, ovviamente siamo grati per la grande solidarietà che si è messa in moto.

Per quanto riguarda la famiglia Cabras-Gandi, dalla cui abitazione era partita l’esplosione, a quanto si apprende sia la mamma che il figlio di 16 anni sono stati dimessi dal Niguarda e si stanno riprendendo: insieme al papà e all’altro figlio di 17 anni sono ora ospitati dal parroco di Bagnatica. «Una scelta – spiega l’assessore di Bagnatica Simone Agazzi – presa per garantire la continuazione dell’attività sociale dei due figli minorenni». A seguire la famiglia è l’avvocato Gianfranco Ceci, che afferma: «I procedimenti penali sono ancora in fase di indagini preliminari e non vi è stata per ora alcuna determinazione da parte dei Giudici». La pratica è assegnata al pm Letizia Ruggeri.

Donati 117mila euro

Intanto il 22 settembre si è riunito per la seconda volta il «Tavolo Emergenza Isolabella», alla presenza del sindaco Roberto Scarpellini, degli assessori Agazzi, Arianna Demozzi e Valentina Carminati, del parroco della parrocchia di Cassinone don Gianfranco Scandella e della consulente Rosaria Tedeschi (che rimane a disposizione delle famiglie ogni martedì dalle 18,30 alle 20,30, in municipio). Tutte le famiglie hanno oggi una sistemazione di emergenza. Quattro sono ospitate in abitazioni messe a disposizione da privati e dalla parrocchia di Bagnatica, con contratti a titolo gratuito. Tre famiglie, dopo un periodo di ospitalità temporanea, hanno trovato affitti autonomi, per i quali è stato riconosciuto un contributo di 5.000 euro a nucleo. Una sola risulta ancora ospite presso parenti.

Le donazioni

Su 117mila euro di donazioni, ad oggi sono stati erogati il fondo perduto (14.500 euro, diviso in 1.000 euro per capofamiglia e 500 euro per ciascun componente familiare), le spese mediche (poco più di 3.000 euro), la Tari (722 euro) e le sistemazioni o sostituzioni di auto danneggiate (oltre 35mila euro). Nelle prossime settimane, inoltre, il Tavolo provvederà al pagamento dell’Imu: gli immobili, non essendo agibili da giugno, perdono infatti l’esenzione quale abitazione principale. Quindi l’imposta è dovuta, anche se nella forma ridotta del 50%.

«L’Amministrazione comunale, insieme alle parrocchie di Bagnatica e Cassinone, continuerà a monitorare la situazione», fa sapere il Tavolo. Intanto, con le indagini ancora in corso, gli ex inquilini possono solo sperare che tutto si risolva presto.

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