Con l’auto nell’Adda, annegò la convivente: rinviato a giudizio

Fara Gera d’Adda. L’udienza preliminare: a processo Carlo Fumagalli, operaio 49enne, accusato di aver ucciso la convivente la sera del 19 aprile scorso dopo essersi lanciato nel fiume con l’auto.

È stato rinviato a giudizio Carlo Fumagalli, l’operaio 49enne accusato di aver ucciso la convivente Romina Vento, 44 anni, la sera del 19 aprile scorso dopo essersi lanciato nel fiume a Fara Gera d’Adda con l’auto, mentre la donna era seduta accanto a lui. Lo ha deciso il gup Federica Gaudino, che ha fissato la data dell’inizio del processo al 24 febbraio. A Fumagalli è contestata l’aggravante del rapporto di convivenza con la vittima, che potrebbe costargli l’ergastolo. Per questo motivo, in base alla recente normativa, non può accedere a riti alternativi.

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I difensori, gli avvocati Luca Bosisio e Carmelo Catalfamo, hanno comunque avanzato la richiesta di rito abbreviato, sollevando una questione di incostituzionalità della legge. Richiesta che il gup ha rigettato, ma che resterà a verbale e magari rispolverata in un secondo tempo, nelle more del processo, se mai la norma dovesse essere modificata e tornare a offrire la possibilità di accedere ai riti alternativi anche per i reati che prevedono come pena massima il carcere a vita. Il gup ha invece accolto l’istanza di rinvio a giudizio avanzata dal pm Paolo Mandurino. Parte civile con l’avvocato Matteo Anzalone si sono costituiti la madre, il fratello e i due figli minori di Romina Vento.

Il delitto

La causa del gesto è da ricondursi a una crisi di coppia, dovuta ai disagi psichici di cui era diventato preda Fumagalli (aveva interrotto le cure 5 settimane prima dell’omicidio). Romina voleva interrompere il rapporto, lui invece intendeva rinsaldarlo. Quella sera il 49enne era passato a prenderla alle 20,30 quando lei aveva terminato il turno al Pastificio Annoni di Fara, dove lavorava come operaia. Con loro in auto era salito un compagno di lavoro della donna. Lo avevano accompagnato a casa, poi quand’erano rimasti soli, il raptus. Fumagalli aveva lanciato l’auto nel fiume. La convivente era riuscita a uscire dall’abitacolo, ma lui – è l’accusa - l’aveva raggiunta e spinta sott’acqua a forza fino a che lei non era annegata.

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