
L’incontro con Papa Leone XIV: «La droga è una prigione invisibile: voi siete una testimonianza di libertà»
Leone XIV ai bergamaschi. Si combattano i sistemi criminali che alimentano il mercato degli stupefacenti. «Le città devono essere liberate dall’emarginazione, e non dagli emarginati».
«Torniamo a casa con la vicinanza e la benedizione del Papa e ciò ci dà ancora più forza nel continuare la nostra battaglia». Queste le parole cariche di emozione che giovedì 26 giugno i famigliari di alcuni degli ospiti del Centro per il recupero delle dipendenze dell’Aga di Pontirolo, si sono sentiti di pronunciare al termine dell’incontro con Papa Leone XIV nel cortile di San Damaso. L’incontro, avvenuto nell’ambito dell’udienza organizzata in occasione della Giornata internazionale della lotta contro la droga, ha visto la partecipazione di operatori, volontari, genitori che vivono ogni giorno sulla propria pelle il problema delle dipendenze, in particolare da sostanze stupefacenti.
Sono circa 30 le famiglie partite dall’Aga alla volta di Roma. Un lungo viaggio durante il quale hanno condiviso le proprie esperienze, rinsaldato i rapporti o fatto nuove amicizie, nell’attesa di vedere da vicino il pontefice e sentire le sue parole. Tutti i partecipanti all’udienza hanno applaudito calorosamente quando Papa Leone XIV è entrato nel cortile di San Damaso. Il primo a prendere la parola è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovani: «Lei – ha sostenuto rivolgendosi al Pontefice – ha davanti un mondo che da decenni dedica la propria esistenza alla prevenzione, alla cura e al recupero». È seguita la testimonianza di una donna ex ospite della comunità di San Patrignano. Ed è poi intervenuto il Pontefice che rivolgendosi ai presenti ha evidenziato come «la vostra presenza sia una testimonianza di libertà. La droga e le dipendenze generali sono una prigione invisibile che voi avete conosciuto e combattuto. Entrando e guardandovi prima ho pensato al mistero che ci abita. Noi siamo assetati di pace e gioia e molti inganni ci possono deludere e imprigionare. Ma guardiamo attorno. La parola che mai ci tradisce è insieme: il male si vince insieme, la gioia si trova insieme».
Papa Leone XIV ha poi esortato gli Stati a combattere «gli enormi sistemi criminali che ci sono dietro il mercato della droga e non a colpire le loro vittime. Le città devono essere liberate dall’emarginazione e non dagli emarginati, dalla disperazione e non dai disperati». Una frase, quest’ultima, che ha particolarmente colpito i genitori dell’Aga presenti: «Perché ha fatto luce – sostiene Cristina – su cosa bisogna combattere: non i nostri ragazzi bensì cosa li ha portati alla dipendenza, senza far sentire su loro alcun stigma o pregiudizio. Sono state parole molto concrete quelle di Papa Leone XIV a tutela della dignità di ogni uomo».
D’accordo un altro genitore, Stefania, che non nasconde di aver provato una forte emozione quando si è trovata di fronte al Papa: «L’abbiamo sentito molto vicino alla nostra esperienza di genitori di persone che sono in comunità per superare il problema della tossicodipendenza. Un problema che anche noi dobbiamo imparare ad affrontare. Ed è per questo motivo che, partecipando a gruppi terapeutici ad hoc organizzati dall’Aga, anche noi facciamo un percorso insieme ai nostri ragazzi».
«Sentendo le sue parole – conclude Evelyna – ho capito che il Papa condivide la nostra battaglia: ciò mi ha dato grande emozione e, allo stesso tempo, grande forza». I genitori dell’Aga ieri, attraverso il personale preposto, sono infine riusciti anche a far consegnare una lettera al Pontefice. Nel documento scrivono: «Il tuo nome Leone ci accomuna. Siamo orgogliosi di essere anche noi dei leoni nell’aiutare i nostri figli a superare la tossicodipendenza. È stato un leone anche Gesù Cristo che morendo sulla croce ci ha insegnato a sopportare tanto dolore per la vita».
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