
Lo sparo durante la lite a Misano, ma la pistola non si trova: il giovane è in carcere
IL CASO. È stato arrestato per detenzione illegale di armi, trovato un bossolo e sequestrata anche una scacciacani. Le urla e le lamentele dei vicini, poi il colpo verso il cortile.
Misano di gera d’adda
È stato arrestato e si trova in carcere in via Gleno a Bergamo il ragazzo di 26 anni, italiano, che domenica pomeriggio ha esploso almeno un colpo di pistola in casa durante una lite con la fidanzata. Quest’ultima, italiana ventunenne, non ha riportato ferite, anche perché il giovane avrebbe esploso un colpo di pistola dall’abitazione verso il cortile interno alla palazzina di via Locatelli, in centro a Misano di Gera d’Adda.
I vicini di casa avrebbero cominciato a gridare «basta, basta» per il baccano – grida e rumori – causato dalla lite tra lui e la fidanzata in casa
La ricostruzione
E lo avrebbe fatto – emerge dalle indagini dei carabinieri – dopo che i vicini di casa avrebbero cominciato a gridare «basta, basta» per il baccano – grida e rumori – causato dalla lite tra lui e la fidanzata in casa. Erano circa le 16 quando la tranquillità pomeridiana della seconda domenica di giugno è stata interrotta proprio dallo sparo: almeno uno – anche se gli accertamenti in tal senso sono ancora in corso – perché appunto uno è stato anche il bossolo che i carabinieri hanno trovato e posto sotto sequestro. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine, dopo lo sparo si era allontanato dall’abitazione al civico 6 di via Locatelli con la sua Fiat 500L, portando con sé l’arma. Era tornato a casa soltanto due ore più tardi, dopo le 18, convinto da un familiare che gli aveva telefonato.
La ricerca dell’arma
Nel frattempo i carabinieri della stazione di Caravaggio e del nucleo operativo della compagnia di Treviglio avevano cercato l’arma in casa, senza esito: era stato richiesto anche l’intervento dei vigili del fuoco che, con l’autoscala, erano saliti su alcuni tetti, pensando che il ventiseienne si fosse disfatto dell’arma lanciandola appunto sopra le case attorno alla sua. Ma i controlli avevano dato esito negativo. Anche al suo arrivo il giovane ha trovato i militari dell’Arma con indosso il giubbotto antiproiettile: si è consegnato senza opporre resistenza e la 500L è stata perquisita da cima a fondo, ma l’arma non era nemmeno sull’auto.
Non si sa, al momento, dove la pistola sia stata nascosta. In casa è stata trovata – e sequestrata – una scacciacani, che non sarebbe però la pistola usata per esplodere il colpo: questo perché gli stessi carabinieri hanno trovato almeno un bossolo e dunque il giovane deve aver usato un’arma vera. Non risulta però avere pistole regolarmente denunciate a suo nome: motivo per cui è finito in manette per detenzione illegale di armi.
Il giovane, dopo l’interrogatorio in caserma, è stato accompagnato in carcere a Bergamo, dove si trova in attesa dell’interrogatorio di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari. Interrogatorio che, però, non è ancora stato fissato. L’episodio ha scosso Misano, visto quanto era accaduto soltanto giovedì a Cene, l’omicidio di Elena Belloli, ammazzata a colpi di pistola al culmine di una lite dal marito Rubens Bertocchi, che si è poi tolto la vita.
«Per questo, quando li hanno sentiti gridare così forte, diversi vicini hanno iniziato a preoccuparsi e a urlare di smetterla», riferisce un residente. Sarebbe stato proprio a quel punto, però, che il ventiseienne si sarebbe affacciato sul balcone della sua abitazione del primo piano e avrebbe sparato un colpo verso il cortile interno, dove non c’era nessuno. Poi la fuga, il ritorno a casa e l’arresto.
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