Morto in Florida, venerdì i familiari a Miami

IL LUTTO. Il fratello e una cugina di Giuseppe Ghidotti dovranno gestire il rimpatrio della salma del giovane. Ancora grave l’amico Kevin, già sottoposto a 4 interventi.

Mercoledì 3 aprile l’attesa per ottenere il visto era di 72 ore. E dunque verosimilmente nella giornata di venerdì 5 aprile i familiari di Giuseppe Ghidotti e Kevin Drago arriveranno in Florida: i primi per gestire le dolorose procedure per il rimpatrio in Italia della salma del ventottenne, i secondi per stare il più possibile vicino al trentunenne ricoverato in ospedale in gravissime condizioni dalla sera di Pasqua per le conseguenze dell’incidente in scooter che ha visto coinvolti i due giovani di Urgnano sulle strade di Miami, dove vivevano. 

Per Giuseppe arriveranno in Florida il fratello Samuele e la cugina Elena. Con loro partiranno anche i genitori, la sorella e la compagna di Kevin. Tutti saranno accolti dal personale del Consolato italiano, i cui funzionari li affiancheranno nelle pratiche per poter riportare il feretro di Giuseppe Ghidotti a Urgnano e celebrare i funerali. Le tempistiche di tutto questo iter al momento non sono note, così come non sono chiare neppure le circostanze dell’incidente stradale che è costato la vita al ventottenne (morto in ospedale) e in cui è rimasto ferito gravemente l’amico di 31 anni. Sui siti d’informazione delle testate locali di Miami non si trova traccia dello schianto dello scooter: pare infatti che in Florida non si possano diffondere notizie sugli incidenti, neppure mortali, prima che le indagini sull’accaduto siano concluse.

Pare che in Florida non si possano diffondere notizie sugli incidenti, neppure mortali, prima che le indagini sull’accaduto siano concluse

L’incidente a Pasquetta

Motivo per cui anche agli stessi familiari non vengono fornite indicazioni: per il momento si sa soltanto che i due giovani urgnanesi erano in sella a uno scooter quando sono rimasti vittime dell’incidente. È invece costante il contatto tra il personale medico del Jackson Memorial Center di Miami, l’ospedale dov’è ricoverato Kevin Drago, con i familiari di quest’ultimo: «Siamo costantemente informati e ci chiamano frequentemente, soprattutto prima di sottoporre mio fratello agli interventi chirurgici di cui necessita – racconta la sorella Syria –: per il momento ne ha già subiti ben quattro (l’ultimo ieri pomeriggio, ndr), perché le condizioni sono gravi e i medici non si sbilanciano. Ha molte fratture ossee, tra cui anche alla testa». La prognosi resta ovviamente riservata.

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Proprio Syria è in procinto di partire per Miami: «I passaporti ci sono stati forniti molto tempestivamente – spiega –, ma siamo in attesa del visto necessario a entrare negli Stati Uniti. Dovremmo comunque poter partire venerdì». È stata proprio Syria Drago la prima a essere informata dalla polizia di Miami di quanto accaduto al fratello e all’amico Giuseppe attorno alle 20 della domenica di Pasqua (le 2 di notte in Italia).

Urgnano in lutto

Sono stati poi i familiari di Kevin a informare i genitori di Giuseppe di quanto era accaduto ai due giovani: le due famiglie vivono infatti a meno di un chilometro di distanza, a Urgnano, cittadina ora sconvolta per quanto accaduto, distrutta da un lato per la tragica morte di Giuseppe e in apprensione dall’altro per le sorti di Kevin. Purtroppo l’iter per avere conferma di quanto accaduto – che ha visto in campo anche il parroco di Urgnano, don Stefano Bonazzi, che conosce bene le due famiglie – è stato piuttosto lungo e complesso e soltanto nel pomeriggio di martedì, dunque 48 ore dopo l’incidente, le famiglie hanno ottenuto da oltreoceano le conferme di quanto avvenuto.

Negli Usa per lavoro

Accomunati dallo spirito avventuriero, Giuseppe e Kevin amavano i viaggi, affrontati comunque sempre con responsabilità e sempre cercando un lavoro: negli Usa da novembre, prima in California e ora in Florida, dopo un periodo di alcuni anni a Barcellona, Ghidotti a Miami si occupava di montare pannelli in vetro sui palazzi, mentre l’amico Kevin l’aveva raggiunto tre mesi fa e aveva trovato occupazione come imbianchino.

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