Studenti attori al cinema: «Il nostro spot anti-bulli»

L’INIZIATIVA. Sul grande schermo una classe terza dell’«Oberdan» di Treviglio. Il video diffuso nel circuito Anteo. Il regista: «Messaggio forte in 26 secondi».

Hanno dismesso per qualche ora i panni di studenti di terza liceo per indossare quelli di attori. Amatoriali, ma in gamba, come conferma il regista Davide Loria. Gli studenti della terza liceo a indirizzo economico sociale dell’«Oberdan» di Treviglio sono i protagonisti di uno spot contro il bullismo che è stato ideato da un ex allievo della stessa scuola superiore, Ruben Ardenghi, e che da mercoledì prossimo, Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, sarà proiettato sul grande schermo della multisala Anteo di Treviglio e poi negli altri cinema dello stesso circuito, oltre che su alcune tv e alcuni siti.

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«Dura solo 26 secondi, ma è di grande impatto e fa piacere che venga diffuso su più mezzi di comunicazione possibili», aggiunge il regista. Lo sceneggiatore Casagrande spiega così la genesi dello spot: «Io stesso sono stato vittima di bullismo da ragazzo e ho pensato fosse utile lanciare un messaggio forte, direttamente dai ragazzi». Così in classe sono stati scelti la ragazza bullizzata, interpretata da Jeanne Santacaterina, e i «bulli», Letizia Sangalli, Alessandro Amore, Aleandro Brigliadori, Agata Ferrari e Riccardo Casagrande. Il loro compagno di classe Andrea Cuni è stato incaricato di fare l’aiuto regista.

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«Il progetto è stato abbastanza lungo, tra pandemia e burocrazia – aggiunge Ardenghi – ma il risultato è di grande impatto: è stata un’esperienza di crescita sia per noi sia per i ragazzi. Avevamo anche poche ore per girare uno spot e i ragazzi hanno dimostrato grande interesse, con enorme impegno nella loro parte e coinvolti nel chiedere i dettagli di quello che stavamo facendo». Il video – disponibile anche sul sito de «L’Eco» – racconta di una ragazza che entra al cinema e viene accerchiata da un gruppetto di bulli, che le buttano a terra un sacchetto di patatine e una bibita. Entrata da sola in sala, viene circondata dai ragazzi in un abbraccio non solo virtuale e le vengono restituite le patatine e la bibita. E poi lo slogan: «Non sei sola contro il bullismo».

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«La scelta di coinvolgere anche le ragazze sia come vittima sia come “bulle” fa capire che il fenomeno non riguarda soltanto i maschi, anzi», aggiunge lo sceneggiatore. «In tre ore abbiamo girato tutto lo spot e solitamente non è così – rileva il regista Loria –: i ragazzi sono stati bravissimi e non ci sono stati intoppi particolari.

Lo spot contro il bullismo degli studenti dell'Oberdan di Treviglio. Video

A finanziare lo spot nel concreto è stata l’associazione «Clementina Borghi» di Treviglio, che dal 1992 si occupa di valorizzare il mondo giovanile attraverso diverse iniziative. «Dare una mano ai giovani è nel nostro Dna – spiega il referente Antonio Durante –, per far sì che le nuove generazioni sviluppino le loro potenzialità. Non è sempre semplice arrivare a questo risultato e oggi siamo soddisfatti perché, pur trovandoci noi nell’estremo backstage della produzione, per usare un linguaggio cinematografico, abbiamo avuto la soddisfazione di mettere assieme l’amministrazione pubblica e gli studenti per questo risultato». Il video è infatti patrocinato dal Comune di Treviglio.

«È stato davvero interessante partecipare, anche a livello educativo e ricreativo – spiegano i rappresentanti di classe Alessandro Amore e Lorenzo Manenti –: ci siamo messi in gioco in qualcosa di nuovo e mai sperimentato prima. Da parte di tutta la classe c’è stato grande entusiasmo e grande impegno: ecco perché ci abbiamo messo poco a realizzare le riprese. È stato un progetto che ci ha coinvolto in maniera totale e ne siamo orgogliosi». Letizia Sangalli ha interpretato il ruolo della «bulla»: «Nel mondo della scuola il bullismo è presente – spiega – anche perché il numero di ragazzi è molto alto e tutti gli adolescenti si incontrano qui ogni giorno. I fenomeni possono essere piccoli o grandi e magari all’apparenza nemmeno sembrare di bullismo. Penso comunque che nella stessa istituzione scolastica ci sia la possibilità di parlarne e do risolvere queste problematiche anche grazie ai professori e agli psicologi».

L’«Oberdan» pone da anni grande attenzione al contrasto al bullismo. Referente è il professor Claudio Luigi Buttinoni: «Organizziamo incontri in ogni classe prima dell’istituto per condividere con i ragazzi i pericoli delle Rete – spiega, reduce da una conferenza sulla “Cultura costituzionale” a Caravaggio –: non solo i rischi, ma l’analisi dei più importanti social e cosa si nasconde dietro a ognuno di essi. Abbiamo poi provveduto all’attivazione di uno sportello contro il bullismo aperto a genitori, studenti e professori, dove vengono offerti aiuto, supporto e informazioni. Tramite lo sportello è possibile non solo aiutare, ma a volte indirizzare la persona verso referenti più idonei come psicologi o forze di polizia. In ogni classe prima viene inoltre somministrato un questionario anonimo, tramite il quale è possibile reperire una serie di informazioni sull’uso dei social, sui tipi di social e molto altro. Ormai sono più di sei anni che elaboriamo una serie di interessanti dati. E, ancora, provvediamo alla formazione dei docenti su tre livelli: base, intermedio e avanzato, con lo scopo di fornire ai colleghi non solo una serie di informazioni, ma anche condividere le buone pratiche per poter contrastare questo fenomeno».

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