
Tuffo nell’Oglio per scappare, annega 24enne
IL DRAMMA. Tragedia nel fiume Oglio: i Vigili del fuoco mercoledì 8 ottobre hanno ripescato il corpo di un giovane nordafricano. Nel vedere i carabinieri si è gettato in acqua. Forse pensava di attraversare a nuoto, ma poi non è più riemerso.
Cividate
Quando ha visto i carabinieri si è dato alla fuga, prima di corsa, e poi si è tuffato nel fiume Oglio, forse con l’intenzione di attraversarlo a nuoto. Ma poco dopo le forze gli sono venute meno ed è annegato. È morto così, nel tardo pomeriggio di mercoledì 8 ottobre a Cividate al Piano, un giovane nordafricano, un 24enne di origine marocchina. Il giovane, trovato privo di documenti, viveva già da alcuni anni a Cividate, ospite di una donna residente in paese.
Il tuffo in acqua per sfuggire ai Carabinieri
Mercoledì pomeriggio, poco prima delle 18, i carabinieri della stazione di Martinengo, mentre erano impegnati in un servizio di controllo a Cividate, hanno incrociato il giovane in via Roma. Quest’ultimo, vedendo la pattuglia, ha cominciato a scappare e si è precipitato in via Legionari, la strada che dall’abitato porta all’Oglio. Il suo comportamento sospetto ha subito innescato l’inseguimento: i militari gli sono andati dietro, non aspettandosi che il giovane, arrivato lungo il fiume, si togliesse la felpa e si gettasse nel corso d’acqua. Forse pensava di attraversare l’Oglio a nuoto, seminando i carabinieri che, capito subito il pericolo cui stava andando incontro, lo hanno subito esortato a tornare a riva. Ma il giovane non ha desistito, iniziando a nuotare verso la sponda bresciana dell’Oglio. Dopo qualche metro, però, le forze gli sono venute meno ed è andato a fondo.
Immediata la chiamata al 112, numero unico delle emergenze, chiedendo l’intervento dei soccorritori. Sul posto, oltre all’ambulanza, sono intervenuti il nucleo Saf (Speleo alpino fluviale) dei Vigili del fuoco di Bergamo, i Vigili del fuoco volontari di Palazzolo dal Bresciano e i sommozzatori dei Vigili del fuoco di Milano, arrivati a Cividate con l’elicottero per perlustrare l’asta del fiume dall’alto. E sono stati proprio loro a individuare il giovane, per poi procedere al recupero: il suo corpo senza vita è stato trovato a circa due metri di profondità, non lontano dal punto in cui si era tuffato.
Difficile ricostruire la sua identità
Ad assistere alle operazioni di recupero in via Legionari è arrivato anche il sindaco Gianni Forlani. La salma è stata composta nella camera mortuaria dell’ospedale di Cividate e giovedì i carabinieri, in collaborazione con l’ufficio Anagrafe del Comune, hanno effettuato tutti gli accertamenti del caso che, però, non hanno ancora consentito a risalire con sicurezza alla sua identità. Il giovane è stato fotosegnalato per la prima volta circa cinque anni fa ed è quindi dal 2000 che abiterebbe a Cividate. Non essendo in possesso di documenti o del permesso di soggiorno, tutte le volte che veniva fermato aveva sempre sostenuto di essere siriano, elemento, però, che contrasterebbe con il fatto che parla arabo. Fra i suoi precedenti penali c’è un arresto del 2024, perché trovato in possesso di 170 grammi di eroina, e altre denunce sempre per spaccio. E il fatto che si sia dato alla fuga nel vedere i carabinieri potrebbe far propendere per una ipotesi, su tutte: forse pensava che le forze dell’ordine lo stavano cercando per portarlo in carcere a seguito di un’ordinanza cautelare emessa nei suoi confronti.
«Siamo tutti sotto shock per quanto accaduto – commenta il primo cittadino –. Non ha senso che un giovane muoia in questo modo». Sul luogo della tragedia era presente anche il consigliere di minoranza Nicola Moioli: «Questo episodio colpisce tutta la comunità – afferma –, ma ci deve anche far riflettere sulla situazione del nostro territorio. È sempre più urgente intensificare il monitoraggio di persone senza documenti che vivono a Cividate, per evitare che situazioni di questo tipo si ripetano».
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