Uccise il marito a coltellate, assolta Caryl Menghetti: non era capace di intendere
LA SENTENZA. La sentenza è stata emessa lunedì 23 giugno. La donna dovrà restare in una residenza sanitaria apposita (una Rems) per almeno 9 anni.
Bergamo
La notte tra il 25 e il 26 gennaio 2024, Caryl Menghetti uccise il marito Diego Rota, accoltellato nel loro letto, nella casa di Martinengo dove abitava anche la figlia piccola. La donna è stata assolta, in quanto non punibile perché totalmente incapace di intendere e volere al momento del fatto. Valutata la pericolosità sociale, la Corte d’assise di Bergamo ha disposto per la donna la misura di sicurezza della permanenza, per un minimo di nove anni, in una Rems. Le Rems sono strutture sanitarie che accolgono persone affette da disturbi mentali che hanno commesso reati e per le quali è stata disposta una misura di sicurezza detentiva.
Come ricostruito in aula dalla pm, la mattina del 24 gennaio 2024, Menghetti fu portata in ospedale dopo che aveva iniziato a dare in escandescenza e dire frasi poco comprensibili (parlava della necessità di proteggere la bimba).
Lo stesso marito volle riportarla a casa e lei fu dimessa con una terapia farmacologica (che pare non seguì). Il giorno dopo avrebbe dovuto incontrare la psichiatria che l’aveva seguita in passato. Invece, purtroppo alle 23 accoltellò mortalmente il marito.
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