Dispersa nel lago da 40 giorni, i volontari cercano ancora Chiara

SEBINO. Scandagliano i fondali «per restituire alla famiglia una figlia e una sorella, per darle una degna sepoltura».

A quasi 40 giorni dalla tragica caduta di Chiara Lindl dal motoscafo su cui si trovava con gli amici e la sorella, che con lei erano in vacanza sul Sebino, della ventenne tedesca non c’è traccia. Ma se i Vigili del fuoco sommozzatori di Milano e i colleghi dell’unità operativa topografica hanno sospeso le ricerche «fino all’emergere di nuovi elementi», i volontari proseguono imperterriti nello scandagliare i fondali tra Castro, Lovere e Toline di Pisogne.

Le modalità di ricerca con il sonar

Un’ampia fetta di lago, quella dove si è spostato il motoscafo da cui è finita in acqua la ventenne a seguito della manovra azzardata compiuta da un’amica. Ma senza ulteriori e più precise indicazioni sulla posizione della barca la sera dell’1 settembre, l’unica possibilità che resta per trovarla è continuare a scandagliare i fondali con il sonar, mappando i centinaia di punti «target» presenti per poi verificare di cosa si tratti con il robot subacqueo dotato di telecamere.

Leggi anche

Al lavoro, dal venerdì alla domenica sera, ci sono il gruppo dei Volontari del Garda e il gruppo Soccorso Sebino, insieme ai Sub di Monte Isola. Durante la settimana tornano al loro lavoro, nel weekend si dedicano alla prosecuzione delle ricerche.

Lo scopo dei volontari: restituire il corpo alla famiglia

«È una missione che abbiamo preso a cuore – ha spiegato Remo Bonetti, presidente del gruppo Soccorso Sebino e storico conoscitore dei fondali del lago -. Ricordo che in passato avevamo operato anche per sei o sette mesi prima di trovare il corpo di alcuni dispersi. Se continuiamo a lavorare, lo facciamo per restituire alla famiglia una figlia e una sorella, affinché le sia data degna sepoltura. Questo è il nostro scopo».

Sui chilometri quadrati di fondali scandagliati finora sono stati trovati solamente tronchi, rami e fango trasportati dalle piene del fiume Oglio.

«Fino a vent’anni fa sui fondali non c’erano così tanti alberi – ha spiegato Bonetti –. Con i violenti temporali dell’ultimo periodo il fiume trascina nel lago molto più materiale. I tronchi pieni d’acqua affondano: ogni dieci metri di profondità la pressione aumenta di un bar e li fa inabissare sempre più velocemente, fino ad arrivare sul fondale, tra i 140 e i 200 metri di profondità. Da lì non si spostano più, e lo stesso vale per la salma della giovane dispersa che stiamo cercando. Il problema è che, con così tanti alberi e rami, ci vuole molto più tempo del previsto». Si scandaglia una zona con il sonar, questo individua le sagome sui fondali, le si mappa tramite coordinate gps e infine si procede alla verifica con il Rov.

Leggi anche

Giornate intere di lavoro per escludere un punto dopo l’altro. «La scorsa settimana avevamo individuato una sagoma che poteva far pensare a delle gambe – ha concluso Bonetti –. Avevamo sperato fosse Chiara, invece era la forcella di un albero. Anche ieri i volontari del Garda sono usciti per verificare cinque punti». Le operazioni proseguiranno per l’intera giornata di oggi, per poi riprendere venerdì e continuare nuovamente nel fine settimana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA