Lo studio sulla frana di Tavernola: «Stop agli scavi con esplosivi»

Presentato ai sindaci lo studio finanziato dalla Regione sul movimento franoso. «Si ritiene sia in atto un processo di rottura influenzato dagli effetti cumulati delle volate».

«Non ci sono le condizioni per proseguire l’attività di escavazione con esplosivi nella miniera Ca’ Bianca»: lo ha detto a chiare lettere Filippo Dadone, direttore vicario dell’Unità organizzativa sviluppo sostenibile e tutela risorse dell’Ambiente della Regione Lombardia. Lo stesso che il 22 dicembre scorso aveva decretato la sospensione dell’attività estrattiva nella miniera dell’ItalSacci di Parzanica, in attesa dei risultati dello studio dei professori Nicola Casagli dell’Università di Firenze, Giovanni Crosta dell’Università Bicocca di Milano e Claudio Di Prisco del Politecnico di Milano. Lo studio, commissionato e finanziato dall’assessorato all’Ambiente Pietro Foroni, è stato presentato ieri. Il lavoro dei tre professori aveva come obiettivi quello di individuare cause e concause del movimento franoso, suggerire delle indicazioni sul monitoraggio, individuare linee guida per gli interventi di mitigazione del rischio. Riguardo a quest’ultimo punto la Regione ha già stanziato un milione e mezzo di euro per la progettazione affidata all’Autorità di bacino dei laghi di Endine, d’Iseo e Moro.

E i risultati sulle sette volate sperimentali effettuate tra agosto e dicembre, comparate con i dati storici, suggeriscono di applicare un «approccio prudenziale».

L’incontro

È quanto emerso ieri nella riunione in videoconferenza presieduta da Roberto Cerretti della direzione generale Territorio e Protezione civile della Regione, quando gli esiti dello studio Casagli, Crosta Di Prisco sono stati presentati ai sindaci e agli amministratori del Sebino, in gran parte collegati. «Una decisione quella di sospendere l’uso di esplosivo per le attività di cava - fa sapere l’assessore regionale Pietro Foroni intervenuto alla riunione - che gli uffici dell’assessorato all’Ambiente stanno valutando in via precauzionale».

Prudenza sulle attività

«Si ritiene – scrivono nello studio i tre professori – che sia in atto un processo di rottura progressiva possibilmente influenzato dagli effetti cumulati delle volate. Per tale motivo si suggerisce di applicare principi precauzionali nello svolgimento di qualunque attività nel cementificio e nella cava di Ca’ Bianca».

Le volate anche di portata più bassa la frana le avverte anche se non c’è un immediato aumento della velocità e una diretta correlazione, che è difficile da stabilire. Prudenza suggerita anche dal fatto che il corpo franoso del Monte Saresano di Tavernola continua a muoversi anche se più lentamente rispetto ai dati di febbraio 2021 quando fu evacuata la cementeria e interrotta la viabilità della statale 469 e del raccordo che conduce a Parzanica, con tutti i disagi del caso. Dai due centimetri al giorno il trend attuale è infatti di 0,2 millimetri.

In sostanza l’équipe concorda nel consigliare «di adottare un approccio prudenziale per le attività di volata sospendendole almeno fino all’esecuzione dei lavori di stabilizzazione – sottolineando che – un eventuale adozione di altre tecniche di coltivazione andrà valutata in termini di sollecitazioni indotte».

Lo studio ha considerato inoltre gli eventi sismici degli ultimi tempi quali possibile concausa sul movimento franoso noto dal 1970 e da allora monitorato sempre più dallo stesso cementificio con l’utilizzo di sofisticati e precisi strumenti di rilevazione.

«Non lasceremo solo questo territorio nell’operazione di la messa in sicurezza e mitigazione del rischio» ha assicurato Foroni ai sindaci del Sebino, dichiarando di «essere pronti a rafforzare i presidi di Protezione civile sulla sponda bresciana e bergamasca. Nelle prossime settimane mi recherò, quindi, sia a Endine che a Sale Marasino per verificare gli interventi di potenziamento delle sedi di Protezione civile».

Come suggerito dai ricercatori, proseguiranno le operazioni di monitoraggio con la pubblicazione dei dati leggibili in continuo su un portale «interoperabile» e con l’emissione di report ogni due mesi, e con la progettazione delle opere di stabilizzazione e mitigazione, quest’ultime finanziate dalla Regione che, come già accennato, ha stanziato un milione e mezzo di euro.

Un modo di procedere che ha rassicurato i sindaci molto preoccupati della situazione. «Mi pare che il professor Nicola Casagli sia stato chiaro sul fatto che le volate hanno ripercussioni importanti sul corpo franoso ed è quindi al principio di prudenza che tutti si devono attenere, cementificio compreso finché non saranno realizzati gli interventi di mitigazione» ha concludo il sindaco di Tavernola, Ioris Pezzotti.

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