Stava tornando a casa dopo il turno di notte: Marco muore a 29 anni

Sovere Operaio metalmeccanico ad Artogne si è schiantato contro un’auto sulla statale 42. Rincasava dopo il turno di notte alla Pressofusioni Sebine. Il direttore generale: «Un valido collaboratore».

Stava tornando a casa dopo il lavoro, ma un incidente sulla strada gli è costato la vita. Marco Gianvito, 29 anni di Sovere, è morto mercoledì mattina ad Artogne in Valle Camonica a causa di uno schianto frontale fra la sua auto e quella di un’altra automobilista che, ancora una volta, si è verificato sui lunghi rettilinei della statale 42 che corrono a cavallo fra le province di Brescia e di Bergamo.

Marco Gianvito lavorava come operaio metalmeccanico al reparto per il controllo qualità della Pressofusioni Sebine di Artogne, un’azienda specializzata nella fusione e nella lavorazione dell’alluminio. Mercoledì mattina aveva smontato alle 6 e pochi minuti dopo era uscito dalla fabbrica; invece che dirigersi subito verso casa, aveva preferito prendersi del tempo risalendo verso la Valle Camonica, forse per fare colazione oppure per svolgere qualche commissione. Erano circa le 9 quando, invece, stava facendo ritorno a Sovere, e per questo motivo stava percorrendo la statale 42 fra l’uscita di Rogno-Darfo (quella del centro commerciale Adamello) e l’uscita Piancamuno, quella che solitamente utilizzava essendo la più vicina al suo posto di lavoro.

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La dinamica

Alcuni automobilisti hanno raccontato ai carabinieri di aver visto la sua vettura, una Renault Clio, ondeggiare più volte, invadendo l’altra corsia di marcia e ritornando sulla corretta direzione di marcia. All’improvviso però il giovane operaio non è più riuscito a controllare la propria vettura mentre dall’altra parte arrivava la vettura guidata da una 48enne di Piancamuno.

L’impatto è stato particolarmente violento, tanto che l’utilitaria di Marco Gianvito si è girata su se stessa e al termine della carambola, addosso al guardrail, sembrava che fosse anch’essa diretta verso l’alta valle Camonica.

Per i Carabinieri intervenuti sul posto, all’origine dell’incidente potrebbe esserci stato un colpo di sonno oppure un attimo di distrazione. Il personale sanitario, nonostante i tentativi di rianimare il giovane, durati circa un’ora, ha preso atto che il suo cuore aveva ormai cessato di battere. L’altra automobilista coinvolta è invece stata ricoverata alla Poliambulanza di Brescia in codice giallo e non è in pericolo di vita.

Marco Gianvito aveva due fratelli: il gemello Mauro e il maggiore Matteo. Viveva a Sovere in via Sansones (nei pressi del palazzo Silvestri, della casa di riposo e il cimitero comunale) con la mamma, Concetta d’Urso, che lavorava al laboratorio di analisi dell’ospedale di Lovere, e con il papà Ivan Gianvito, professore all’istituto superiore «Ivan Piana» di Lovere. In questa stessa scuola, in tecnologia, elettronica ed elettrotecnica, Marco si era diplomato. La dirigente scolastica Celestina Zandonai esprime, con poche parole, tutta la tristezza che ha raccolto dai colleghi docenti: «Il nostro istituto – sottolinea – è vicina alla famiglia Gianvito in questo momento traffico e di profondo dolore». Alle Pressofusioni Sebine invece il giovane operaio viene ricordato così: «Era un valido collaboratore – dichiara Davide Bresciani, direttore generale dell’azienda camuna – e stavamo investendo molto su di lui. La sua scomparsa ci lascia senza parole».

Dopo l’incidente, la salma era stata portata al cimitero di Artogne, ma l’autorità giudiziaria ha subito dato il proprio nulla osta affinché fosse restituita alla famiglia. L’incidente ha richiesto lunghe operazioni di soccorso e di pulizia della strada. La statale 42 è rimasta chiusa fino a mezzogiorno, quando il traffico ha ripreso a scorrere normalmente smaltendo così le lunghe code che si erano formate.

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