Cronaca / Val Calepio e Sebino
Giovedì 13 Novembre 2025
Dolore a Villongo, a 49 anni si è spento il sorriso di Michela
IL LUTTO. È stata per decenni punto di riferimento alla scuola dell’infanzia «Centro per la famiglia» dov’è allestita la camera ardente: sabato 15 novembre i funerali.
Villongo
Villongo è in lutto per la scomparsa di Michela Valtulini, spirata nella prima mattinata di martedì 11 novembre a 49 anni presso la Casa San Giuseppe di Gorlago, dove era stata trasferita dopo un aggravamento del suo stato di salute. Da 14 anni conviveva con una patologia che negli ultimi quindici giorni si era improvvisamente fatta più severa, costringendola prima al ricovero all’Humanitas di Rozzano e poi, in seguito al peggioramento, all’hospice gorlaghese.
Un punto di riferimento
Figura amatissima e stimata da tutta la comunità, Michela era da sempre un punto di riferimento nel mondo educativo del paese. Entrata nel 1996 alla scuola dell’infanzia «Centro per la famiglia – Sacra Famiglia», vi aveva lavorato prima come maestra e poi come coordinatrice delle attività educative e didattiche, seguendo sia le sezioni Infanzia e Primavera.
«La sua vocazione erano l’asilo e i bambini. Non avendo avuto una famiglia sua, aveva riversato tutto il suo amore e la sua energia in quella grande famiglia che è il mondo dell’educazione»
In quasi trent’anni di dedizione, ha contribuito a plasmare la crescita umana di tanti bambini e ragazzi, trasmettendo conoscenze e stile di vita fondato sull’ascolto, sul rispetto e sulla gentilezza. La sua era un’educazione che univa rigore e tenerezza: sapeva guidare senza imporsi, comprendere senza giudicare, incoraggiare con un sorriso che non dimenticava nessuno.
«Una sensibilità speciale»
«Era un’anima bella – ricordano il dirigente don Alessandro Beghini, le insegnanti e il personale dell’asilo – capace di includere tutti, con una sensibilità speciale verso i bambini con disabilità e i percorsi interculturali. Generosa e accogliente, sapeva creare legami autentici che andavano oltre il lavoro». Anche durante la malattia non aveva mai smesso di occuparsi della scuola: ha seguito ogni cosa fino a settembre e, persino dal letto d’ospedale, chiedeva notizie sull’andamento delle attività.
La camera ardente è allestita alla scuola dell’infanzia, che resterà chiusa, dove in tanti si stanno recando per renderle un ultimo, riconoscente saluto
Oltre al suo impegno quotidiano, Michela aveva contribuito con competenza e passione alla crescita del territorio, presiedendo il Coordinamento Pedagogico Territoriale (Cpt) del Basso Sebino, una rete di confronto e formazione tra scuole, educatori e amministrazioni locali volta a promuovere la qualità e la coerenza dell’offerta educativa per l’infanzia.
Villongo le deve molto: per l’impegno, per la passione educativa e per l’esempio di serenità con cui ha affrontato anche la prova della malattia
«Asilo e bambini la sua vocazione»
A ricordarla con commozione anche lo zio Cesare Cometti, che la descrive con parole di grande affetto: «La sua vocazione erano l’asilo e i bambini. Non avendo avuto una famiglia sua, aveva riversato tutto il suo amore e la sua energia in quella grande famiglia che è il mondo dell’educazione. Per me era più che una nipote: era come una figlia. Coordinava i nostri incontri familiari, teneva uniti tutti con il suo modo semplice e premuroso». Anche il sindaco Francesco Micheli a nome dell’amministrazione comunale e dell’intera cittadinanza ha espresso un profondo cordoglio: «Michela è stata una figura di riferimento preziosa per la nostra scuola e per il nostro paese. Ha visto crescere generazioni di ragazzi e ragazze, accompagnandoli con discrezione, dolcezza e competenza. Villongo le deve molto: per l’impegno, per la passione educativa e per l’esempio di serenità con cui ha affrontato anche la prova della malattia. Il suo ricordo resterà vivo nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata». ha donato il suo sorriso anche alle missione in Brasile di padre Luciano Andreol.
Quel Carnevale 2002
L’amore per i suoi bambini dell’asilo andava al di là dell’ordinario. Più di ogni altra occasione lo dimostrò in un episodio oltre vent’anni fa. Era il Carnevale del 2002 quando in un pomeriggio di festa insieme ai piccoli, dal carro allegorico che trasportava una trentina di bimbi, arrivato sulla salita di via Aldo Moro - a due passi dalla chiesa di San Filastro e dalla scuola dell’infanzia - si staccò l’ultimo dei vagoni, ribaltandosi. La pendenza della strada lo trascinò metri indietro, sballottando i bambini presenti, che per fortuna non vennero sbalzati fuori dal mezzo finendo sull’asfalto. Michela tentò nel caos dell’emergenza di frenare il vagone con le proprie braccia e mettendo a rischio la sua stessa vita. Nell’impatto con il mezzo infatti Michela rimase ferita. Un gesto disperato, ed eroico, ancora vivo nella memoria delle maestre e dei genitori presenti, ma anche di diversi bambini a bordo dello stesso carro (di cui solo un paio riportarono lesioni, fortunatamente non gravi). Nella mente di alcuni di loro il tempo ha sbiadito il ricordo, ma un’immagine resta fissa: la gioia della festa e l’attimo dopo la caduta, con il volto rivolto verso il cielo. Quel cielo dove, simbolicamente, ora riposa Michela che lascia la mamma Luisa Cometti, il papà Vittorio, gli zii, i cugini e i parenti tutti.
La camera ardente è allestita alla scuola dell’infanzia, che resterà chiusa, dove in tanti si stanno recando per renderle un ultimo, riconoscente saluto. I funerali saranno celebrati sabato 15 novembre alle 10 nella parrocchiale di Villongo San Filastro.
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