Delitto Bonomelli, le difese: «Non volevano ucciderlo, narcotizzato per rapinarlo»

ENTRATICO. In udienza preliminare i legali dei quattro imputati hanno chiesto la derubricazione del reato da omicidio volontario aggravato a morte in conseguenza di altro reato.

Le difese degli imputati per la morte di Angelo Bommelli, l’imprenditore di Trescore trovato morto nella sua Mercedes in un parcheggio di Entratico, martedì 17 ottobre in udienza preliminare hanno chiesto al gup Stefano Storto che il reato sia derubricato da omicidio volontario aggravato a morte in conseguenza di altro reato. Il pm Guido Schininà, che contesta l’omicidio volontario aggravato con dolo eventuale, ha invece insistito sulla richiesta di rinvio a giudizio dei 4 in carcere dal 10 novembre 2022: Matteo Gherardi, 34 anni, di Gaverina; il padre Luigi, 69, che abitava con lui; la fidanzata Jasmine Gervasoni, 23, di Sedrina; e l’amico Omar Poretti, 26, di Scanzorosciate. Per il sostituto procuratore, non avevano intenzione di uccidere Bonomelli, ma intontirlo per depredarlo; somministrando il «Rivotril», un benzodiazepinico, a un uomo di 80 anni si sono però assunti il rischio che morisse. Il gup deciderà il 24 ottobre.

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Quando, l’8 novembre di un anno fa, Bonomelli, titolare di una rinomata impresa di onoranze funebri, fu ritrovato morto, all’inizio si era pensato a un malore. Poi ci si era accorti che erano spariti l’orologio d’oro Longines (valore: più di 8.000 euro), il cellulare e 120 euro. «Volevamo solo narcotizzarlo e portargli via il cellulare, non avevamo intenzione di ucciderlo», aveva detto Matteo Gherardi. Era una tecnica che il 34enne aveva già utilizzato per rapinare una zia. Il «Rivotril», di cui Gherardi faceva uso, era stato sciolto nel tè che Bonomelli aveva ordinato al bar «Sintony» di Entratico in un incontro il giorno precedente. I 4, oltre che di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dall’uso di sostanze venefiche e dal nesso teleologico (per aver ucciso allo scopo di commettere un secondo reato), devono rispondere di rapina e autoriciclaggio. Martedì gli avvocati Roberta Zucchinali per Luigi Gherardi e Gervasoni e Luca Bosisio per Poretti (Gianluca Quadri per Matteo Gherardi discuterà il 24 ottobre) hanno invocato la derubricazione in morte in conseguenza di altro reato, che consentirebbe, a differenza dell’omicidio volontario aggravato , di accedere a riti alternativi. E infatti martedì i legali hanno preventivamente avanzato richiesta di abbreviato.

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