Delitto Bonomelli, processo al via. I legali: non è un omicidio volontario

IN TRIBUNALE. Martedì 20 febbraio è cominciato con una richiesta di riqualificazione del reato da parte della difese, il processo per la morte di Angelo Bonomelli, l’imprenditore 80enne di Trescore trovato cadavere nella sua auto l’8 novembre 2022 in un parcheggio di Entratico.

In quattro sono davanti alla Corte d’assise di Bergamo per rispondere di rapina e omicidio volontario con dolo eventuale aggravato dai futili motivi, dall’uso di sostanze venefiche e dal nesso teleologico (e cioè aver ucciso per mettere a segno la rapina). L’accusa è di aver narcotizzato l’anziano per rubargli l’orologio da 8.000 euro e 120 euro.

I quattro sono ancora in carcere dal 10 novembre 2022 e martedì si sono presentati in aula. Si tratta di Matteo Gherardi, 34 anni, di Gaverina; del padre Rodolfo Luigi Gherardi, 69, di Gaverina; della compagna di Matteo, Jasmine Gervasoni, 25, di Sedrina; e di Omar Poretti, 26, di Scanzorosciate, cui è contestata anche la detenzione di 190 grammi di hashish e 2,39 grammi di cocaina.

«Tutte le valutazioni portano a ritenere che si tratti di una morte come conseguenza di un altro reato», hanno sostenuto in aula le difese, chiedendo che il reato venga riqualificato di modo che si possa procedere con rito abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena). Il pm Chiara Monzio Compagnoni ha ribattuto che già in precedenza Matteo Gherradi aveva compiuto rapine con questa tecnica e che una vittima, la zia 70enne del giovane, era finita in ospedale. «A maggior ragione si doveva mettere in conto il rischio davanti a un 80enne cardiopatica», ha argomentato il pm.

La Corte d’assise presieduta da Patrizia Ingrascì ha deciso che eventuali riqualificazioni del reato verranno disposte al termine dell’istruttoria. Il processo continuerà il 27 marzo, quando in aula potrebbero parlare gli imputati.

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