Statale 42, dove la sicurezza è un optional: «Nei tratti a rischio va allargato il sedime»

VAL CAVALLINA. Viaggio sulla strada con un tasso di incidentalità tra i più alti della provincia: 4 morti da gennaio. A Endine e al confine tra Entratico e Trescore le zone critiche. I pendolari: «Si può intervenire, come a Vigano».

La sicurezza sulle strade è una priorità ogni giorno. Ma in Val Cavallina, sulla statale 42 che costeggia il lago d’Endine e poi giù verso Trescore e quindi a Seriate, il cuore di tanta gente così come l’archivio del nostro giornale conserva troppe tracce di incidenti, anche mortali. Quello dell’altra sera a Vigano San Martino ha coinvolto una 27enne di Milano: sbalzata a terra dalla sua moto dopo lo schianto contro un’auto, si è procurata traumi a una gamba e un braccio.

Gli incidenti qui sono quasi all’ordine del giorno e coinvolgono spesso giovani. Ouissim aveva 31 anni, Davide 24 e Kevin 18: sono le ultime vittime in ordine di tempo sulla 42 in valle. Li ha portati via la notte, un dettaglio che, per chi frequenta ogni giorno questa strada, non è casuale: di giorno si va talmente piano che il rischio – fanno notare i pendolari – si riduce.

Fotografia di una strada

Lenti e tranquilli come ieri mattina, un mercoledì di semi-vacanza con i mezzi pesanti più che dimezzati e un traffico scorrevole: la situazione ideale per osservare bene la statale 42 nei sui punti più critici. Partiamo, direzione Bergamo, da Spinone al Lago, a pochi chilometri da Endine dove – era il 17 febbraio – aveva perso la vita Angelo Zenoni, autotrasportatore 55enne di Ranzanico originario di Darfo, finito col suo camion fuori strada, una strada molto stretta. All’ombra dei tigli che la incorniciano come un arco a tutto sesto, sulla destra il nastro giallo di asfalto rifatto da poco sul marciapiede di Spineda, a sinistra la rete arancione che delimita l’area a lago da sistemare, si giunge presto in paese. Tra la vecchia casa cantoniera e l’albergo San Carlo i rampicanti sul guardrail possono essere d’intralcio a chi proviene da Bergamo in bicicletta o moto e obbligarli a restare nel mezzo.

Superata la rotatoria, la solita attesa per chi deve uscire da Monasterolo, poi il cantiere alla farmacia di Casazza con il vigile pronto a regolare eventuali immissioni dal parcheggio, il semaforo, la seconda rotatoria in località Martina ed è lì, verso Vigano dove il cartello segna il limite dei 50 chilometri all’ora, che il ricordo va a Davide Mutti, il giovane meccanico di Borgo di Terzo che il 3 luglio scorso perse il controllo della sua Guzzi 600 alla semicurva, finendo contro un’auto. Per un lungo tratto di strada, dal bivio per Grone dopo il benzinaio fino alla pizzeria Da Ivan, la banchina è protetta da guardrail, e pedoni e ciclisti possono togliersi dalla strada, che poi torna senza marciapiedi (e con erba alta ai lati) fino al centro commerciale dove l’altra sera si è registrato l’ultimo incidente. Dopo il bivio per il paese di Vigano, dove il monitor indica la velocità oraria di chi transita, c’è il punto – in corrispondenza dell’officina meccanica al confine con Borgo di Terzo – dove il 20 marzo scorso un motociclista era rimasto gravemente ferito e il 17 dicembre 2022 Giuseppina Cortesi aveva perso la vita nello scontro frontale fra due auto.

Proseguendo in modo scorrevole ma con costanti rallentamenti dovuti a chi si prepara a svoltare uscendo dalla statale, si arriva al tratto forse più critico: quello al confine tra Entratico e Trescore, in zona Fornaci. È qui che nella notte tra il 26 e il 27 maggio ha perso la vita Kevin Tebaldi, 18enne di Grone, sbalzato nel campo incolto vicino alla carreggiata in seguito allo schianto tra la sua Husqvarna 125 e un’auto.

Male, ma si può migliorare

Un tratto stretto, senza marciapiede e con la cunetta oltre i paletti catarifrangenti, ma con margini per poterlo allargare e rendere così più sicuro. Lo chiedono anche i pendolari del Comitato Statale 42 Val Cavallina: «La nostra valle ha pianto troppi ragazzi – fa notare Massimiliano Russo –. Serve più sicurezza e il tema principale è allargare il sedime: si può, ci sono margini per farlo, sull’esempio dell’intervento fatto a Vigano di fronte alla pizzeria Ivan» dove la banchina è stata protetta da guardrail. Lo si potrebbe fare a Entratico come a Endine: «Consentirebbe, visto il flusso importante di ciclisti, di avere uno scorrimento più veloce – prosegue Russo – rispetto a quello che oggi è dettato dalle bici. La sfida, anche culturale, non è quella di aumentare la velocità massima, ma la velocità minima. Siccome non sono previste a breve varianti in valle (e qui si apre una pagina dolorosa per la 42, ndr), dobbiamo lavorare su questo».

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