Cronaca / Valle di Scalve
Mercoledì 19 Novembre 2025
Colere-Lizzola, con la prima neve tornano le critiche a progetto e Comuni
IL PROGETTO. Nuovo j’accuse degli ambientalisti: «Pareri tutti contrari, ma i sindaci insistono». A Colere «meno accessi e costi più alti». Semperboni: «Vogliamo che il progetto vada avanti».
A distanza di un anno e mezzo dalla sua presentazione pubblica, il progetto del collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola è rimasto ancora solo sulla carta, ma continua a generare polemiche. È un comunicato congiunto diffuso martedì 18 novembre dai gruppi Orobievive, TerreAlt(r)e, «Valle di Scalve bene comune», Lipu, Ape, Legambiente Bergamo e Fab ad attaccare nuovamente il progetto e a riaccendere gli animi di oppositori e sostenitori, dopo che dai cieli che sovrastano le Orobie sono caduti i primi fiocchi di neve della stagione.
«Criticità confermate»
«Le relazioni economico-finanziarie e legali redatte dai consulenti incaricati dai Comuni, pubblicate nel luglio 2025, confermano tutte le criticità già sollevate», esordiscono i gruppi ambientalisti, che puntano il dito anche contro le amministrazioni comunali di Colere e Valbondione: la scorsa estate il Consiglio comunale di Colere ha votato contro l’estensione della concessione già in essere per la costruzione di nuovi impianti in Val Conchetta, mentre il Comune di Valbondione ha dichiarato la pubblica utilità dell’opera (anche se con il voto favorevole della sola minoranza e l’astensione di tutti i consiglieri di maggioranza).
«Nonostante le evidenze che certificano un incerto futuro per lo sci da discesa, i sindaci insistono nel voler superare pareri autorevoli come fossero fastidiosi ostacoli»
«Nel frattempo permangono forti criticità sulla trasparenza – scrivono –. A Colere la sezione dedicata ai rapporti con RsI contiene documenti incompleti, a Valbondione l’accesso alla conoscenza degli atti viene negato da oltre un anno: una situazione inaccettabile». E il j’accuse ai primi cittadini continua: «Nonostante le evidenze che certificano un incerto futuro per lo sci da discesa, nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli, nonostante i pareri contrari di tutti i consulenti tecnici e responsabili tecnico-finanziari, i sindaci insistono nel voler superare pareri autorevoli come fossero fastidiosi ostacoli, anziché valutazioni responsabili».
«Vogliamo che il progetto vada avanti»
Il sindaco di Colere, Gabriele Bettineschi, si trincera nel silenzio: «In questo momento non ho nulla da dichiarare». Il collega di Valbondione, Walter Semperboni, invece contrattacca: «Sanno solo lamentarsi e criticare, senza proporre mai delle alternative per tenere vive le valli. Noi vogliamo che il progetto vada avanti, secondo tutti i crismi di legge. Da altre parti continuano ad arrivare soldi pubblici e gli impianti sciistici vengono rimodernati, solo da noi non si può?». E ribadisce che «il comprensorio permetterà di destagionalizzare il turismo, essenziale perché i nostri paesi non muoiano».
A sbloccare l’iter per la realizzazione del comprensorio (il costo annunciato supera i 70 milioni di euro) potrebbe essere l’esito del bando del Ministero del Turismo
Le accuse dei gruppi ambientalisti si rivolgono anche alla società che nel 2023 ha rinnovato gli impianti di Colere e ha presentato il progetto del comprensorio unito: «Il bilancio 2024/2025 di RsI mostra un quadro ulteriormente peggiorato: lo stato patrimoniale fotografa una situazione non solida dell’impresa, dove i debiti pesano per oltre il 60% del valore di strutture e beni. A Colere calano gli accessi invernali (da 76mila nel 2023/2024 a 70mila nel 2024/2025) e di conseguenza gli incassi, ma aumentano i costi di gestione: le perdite passano da 328mila a un 1 milione e 449mila euro. Nel frattempo RsI continua a investire pesantemente». La società, interpellata sulla questione, ha preferito non replicare.
Attesa per il bando
A sbloccare l’iter per la realizzazione del comprensorio (il costo annunciato supera i 70 milioni di euro, di cui 50 attesi da risorse pubbliche) potrebbe essere l’esito del bando del Ministero del Turismo, dal quale si attendono 10 milioni a Colere per la realizzazione della seggiovia Ferrantino, e altrettanti a Lizzola per la cabinovia che sostituirebbe le tre attuali seggiovie. «Ma il decreto ministeriale è chiaro – concludono i gruppi ambientalisti –: i contributi non possono finanziare nuovi collegamenti, e dunque non possono sostenere il progetto del comprensorio».
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