Sci, nessun finanziamento alla Bergamasca

IL BANDO. Colere e Lizzola puntavano a 20 milioni. Omar Semperboni: «Speriamo ancora, confidiamo in altri fondi». Ma anche altri comprensori speravano in contributi, come Foppolo, Pora e Presolana. Sono possibili «ripescaggi».

Era l’occasione a cui più o meno tutti guardavano, ma alla fine sono rimasti tutti a bocca asciutta: dal bando milionario del Ministero del Turismo dedicato alle stazioni sciistiche, nessuna località bergamasca riceverà contributi. La comunicazione ufficiale delle graduatorie ancora non è arrivata, ma tra gli addetti ai lavori la notizia ha iniziato a circolare nelle scorse ore: dovrebbero essere 29 i progetti premiati dal Ministero con contributi per il rifacimento di impianti di risalita e non solo, ma nessuno di questi è orobico.

La delusione, tra gli addetti ai lavori, è tanta. Anche perché l’esito del bando, atteso da mesi, avrebbe in alcuni casi sbloccato progetti che, almeno per ora, rimangono sogni nel cassetto. È, su tutti, il caso del comprensorio Colere-Lizzola. Qui – su un progetto che prevede un costo complessivo (stando agli annunci della società proponente) di 70 milioni di euro, di cui 50 milioni attesi da finanziamenti pubblici – si attendevano 10 milioni (importo massimo erogabile dal ministero con questo bando) per Lizzola e altrettanti per Colere. Nel primo caso per la realizzazione di una nuova cabinovia che potesse sostituire le tre attuali seggiovie di Lizzola, nel secondo per l’installazione di un nuovo impianto, il Ferrantino.

Il progetto di Colere non compare nemmeno nelle graduatorie (non ancora ufficiali) circolate nelle scorse ore, mentre quello di Lizzola è tra i primi non finanziati.

Le speranze dei comprensori bergamaschi

«Speriamo che nei prossimi mesi il ministero decida di rifinanziare il bando – commenta Omar Semperboni, presidente della cooperativa “Nuova Lizzola”, che ha in gestione la stazione sciistica seriana da una decina d’anni –. Anche due anni fa era stato fatto un rifinanziamento, ma noi in quel caso eravamo stati completamente esclusi. Adesso invece i punteggi li abbiamo, saremmo tra i primi a poter rientrare». Sul progetto del comprensorio per collegare le due stazioni, che «Rs Impianti» (la società che gestisce la stazione di Colere) vorrebbe realizzare unendo le due valli con un tunnel sotto il Pizzo di Petto, Semperboni commenta così: «Non abbiamo perso le speranze, sicuramente non muore tutto qui. A bocce ferme cercheremo di capire come andare avanti, ma continuiamo a lavorare perché la strada da seguire è questa».

Da parte di «RsI» nessun commento, anche se – è l’unica posizione che traspare – la speranza è che possa intervenire la Regione, ente già coinvolto nel finanziamento del potenziamento degli impianti di Colere.

Delusione e rabbia emergono dalle parole di Walter Semperboni, sindaco di Valbondione, tra i più accesi sostenitori del progetto del comprensorio: «È vergognoso vedere che per l’ennesima volta il territorio di Bergamo non viene aiutato, mentre altri continuano a ricevere finanziamenti. È davvero fastidioso, forse i nostri politici non si rendono conto che tutti i giorni la gente va via, i negozi chiudono, i servizi vengono meno». Semperboni già nei giorni scorsi aveva lanciato un appello ai consiglieri regionali seriani perché si impegnassero per la realizzazione del comprensorio: «Ci sono imprenditori seri disposti a investire, ma da parte dei nostri politici non c’è un impegno reale per questo progetto. Sono sicuro, comunque, che andremo avanti». Che un rifinanziamento del bando possa sorridere a Bergamo lo spera anche Massimo Fossati, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari della Lombardia: «I beneficiari sarebbero 25 in totale su tutto l’arco alpino, su oltre 200 domande giunte da tutta Italia – fa notare –. La speranza è che, con uno scorrimento delle liste, anche altre società possano essere reinserite nei finanziamenti».

In alcuni casi l’esclusione non è stata dettata dal punteggio troppo basso, ma dal sorteggio, meccanismo scelto dal ministero per selezionare nella fase finale i progetti ammessi al finanziamento. È stato così, per esempio, per la società «Neve», che gestisce gli impianti del Donico. «Avevamo presentato un progetto da 2 milioni di euro per potenziamento dell’innevamento artificiale, acquisto di un battipista, efficientamento energetico e sostituzione di un tappeto con un altro adatto al trasporto di persone con disabilità – spiega il gestore Lorenzo Pasinetti –. Siamo indubbiamente delusi: avevamo già fatto il progetto esecutivo e l’inizio lavori, ma senza queste risorse ci fermiamo». Sulla distribuzione dei finanziamenti, che vede sul podio località rinomate come Livigno, Paganella e Mottolino, Pasinetti fa notare che «sembra che siano stati premiati i grossi comprensori e le regioni autonome, che già godono di grandi aiuti a livello finanziario. Questa poteva essere l’occasione di una boccata d’ossigeno per le stazioni più piccole, ma non è stato così».

Restano a bocca asciutta anche la «Belmont Foppolo» – «Avevamo chiesto un finanziamento per l’innevamento di una sola pista, ma per noi non è un grosso problema, i progetti più importanti ci sono già stati finanziati», commenta Giacomo Martignon) – così come la «Irta», società che si occupa della gestione del Monte Pora (che aveva presentato tre progetti). Al pari loro, indietro in graduatoria, con 45 punti (i progetti finanziati sono quelli che ne hanno ottenuti più di 60), anche i due progetti legati all’altopiano di Selvino, quello della «Gits» per la seggiovia del Purito e quello della «Monte Torcola» per la cabinovia del Monte Poieto.

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