Pamela, il lavoro da cameriera e il fiore deposto dall’amico

IL RICORDO. Per aiutare la famiglia aveva lavorato in un locale in Val Taleggio. L’ex fidanzato di Azzano: «Ci vedevamo ancora».

È arrivato in silenzio, ha deposto un’orchidea e in silenzio se ne è andato, tanto che solo pochi tra cameramen e giornalisti che stazionavano davanti alla casa dei genitori di Pamela a Strozza si sono accorti di lui. «Ci eravamo frequentati anni fa, all’inizio della sua carriera da modella – ricorda Patrizio di Azzano San Paolo –. Ogni tanto ci vedevamo ancora. Io sapevo che Pamela e il compagno litigavano, ma pensavo fossero cose normali. Ora mi sento in colpa».

«Aveva tanti sogni»

L’altro ex fidanzato, 40enne, anche ieri è rimasto nella sua casa a Sant’Omobono: «Era piena di vita – racconta con voce spezzata –. Aveva tanti sogni, come la laurea in Psicologia». Anche nei mesi del Covid, che Pamela aveva trascorso a casa dell’allora fidanzato valdimagnino, non aveva perso la sua serenità: «Io ero preoccupato, ma lei riusciva sempre a tranquillizzarmi», dice il 40enne. Poi, lentamente, qualcosa è cambiato: «Era più chiusa, spenta, non era più la Pamela di prima». L’unica costante era Bianca, la sua cagnolina. «Ha assistito a tutto, anche alle violenze, e cercava di difenderla. Ora vive con me», racconta l’ex.

«Se solo avessimo intuito»

Per capire chi fosse davvero Pamela bisogna tornare indietro, a quando era una bambina. La zia paterna la ricorda dolce: «Era molto legata al papà, ha sofferto tanto per il suo incidente, e alla nonna paterna. Poi l’ho persa di vista, ma non meritava questo destino». Una compagna di classe la descrive come «una bambina semplice, con una timidezza tenera che la rendeva speciale». Il compagno della madre racconta con dolore: «Lunedì era stata da noi, aveva passato una bella giornata con la mamma e la sorella Veronica. Pamela era entusiasta all’idea di diventare zia, aveva già scelto alcuni regali per il piccolo – prosegue sconsolato –. Diceva sempre che andava tutto bene. Se solo avessimo intuito qualcosa».

A ricordarla è anche un ristoratore della Val Taleggio: «Anni fa ha lavorato per la stagione estiva da noi come cameriera. Voleva dare una mano alla famiglia dopo l’incidente del padre. Era molto timida e chiusa, e ridendo le dicevamo che era il lato russo della sua personalità (la mamma è di origini russe, ndr)».

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