L’Aquila, ecco le chiavi per rinascere dopo il terremoto

LA RICOSTRUZIONE. Consegnate per aprire le porte del Palazzetto dello sport di Paganica, dono di Bergamo ai terremotati. Intitolato a Papa Giovanni XXIII. Il vescovo Beschi: «Un luogo di aggregazione per i giovani». Don Claudio Visconti di Bergamo: «Grazie alla raccolta fondi della Caritas».

La rete di pallavolo ben tesa, le linee gialle del campo di pallacanestro, la tribuna per la tifoseria. Il Palazzetto dello sport di Paganica è pronto. Ieri, il presidente della Caritas diocesana bergamasca, monsignor Maurizio Gervasoni, ha consegnato all’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, le chiavi del centro sportivo costruito grazie ai fondi raccolti dalla sottoscrizione aperta dalla Caritas e da L’Eco di Bergamo dopo il terremoto. Chiavi che raccontano di una solidarietà tra Bergamo e l’Abruzzo nata da una tragedia come il sisma del 6 aprile 2009 e che aprono le porte di un luogo di aggregazione intorno allo sport e di relazioni da ritrovare. Il centro è stato costruito anche grazie all’appoggio del Comune, della Provincia e della Camera di commercio di Bergamo che ieri hanno inviato a Paganica una nutrita delegazione composta anche dal direttore de L’Eco, Giorgio Gandola.

«Oggi si realizza un sogno - ha dichiarato commosso il parroco di Paganica, don Dionisio Humberto Rodriguez Cuartas -. Con il direttore della Caritas, don Claudio Visconti, di Bergamo, pensavamo a un luogo dove far incontrare i giovani, e oggi, grazie alla generosità dei bergamaschi, questo auspicio è realtà». Sugli spalti c’è tutto il paese di Paganica: uomini e donne che vivono ancora in case precarie e con mille preoccupazioni legate alla crisi e al post sisma. Prima dell’inizio della cerimonia, dei ragazzetti scambiano già qualche tiro al pallone. Fuori monsignor Molinari taglia il nastro tricolore e il vescovo di Bergamo Francesco Beschi scopre la targa. Il palazzetto è dedicato a Papa Giovanni XXIII. Ha una volta coreografica di legno lamellare e la corazza in cemento armato.

«L’edificio è a prova di terremoto» assicura Guido Biffi, di Villa d’Adda che lo ha costruito. Un intervento di un milione e 200 mila euro per un cantiere lampo di cinque mesi. Più lunghi e complicati invece i tempi della burocrazia per dare il via libera a una delle poche opere approvate all’Aquila con procedura ordinaria. Sorto su un terreno della diocesi di 5 mila metri quadri, ha un campo integrato per basket, pallavolo e calcetto, una tribuna da 150 posti e spogliatoi regolamentari. Ci si possono giocare le partite di serie A. «Un progetto che crea futuro» «Ci servono posti come questo perché i nostri giovani, dopo il terremoto, non hanno fatto altro che trovarsi nei centri commerciali» ha spiegato il vicesindaco dell’Aquila, Roberto Riga. E don Dionisio non ha nascosto timori per un aumento dell’abuso di alcol. «Così i giovani impareranno dai valori dello sport il rispetto delle regole e la voglia di impegnarsi per costruire un futuro migliore» ha detto l’assessore regionale allo Sport, Carlo Masci.

E sul valore dello Sport si è soffermato anche Leonio Callioni, assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, presente con il dirigente Gaspare Passanante. «Quando gli adulti investono risorse per i giovani, vuol dire che pensano al futuro» ha insistito anche Giovanni Capelli, vicesegretario generale della Camera di commercio di Bergamo. Sul valore aggregativo dell’opera ha riflettuto anche monsignor Beschi. «Ho avvertito in molte parole l’emergenza di qualcosa capace di creare futuro. E questo centro sportivo rappresenta proprio la capacità di tradurre delle idee in un progetto realizzato». Tre anni di presenza Don Claudio Visconti, direttore della Caritas, ha invece ripercorso le tappe della presenza bergamasca all’Aquila: «Dai primi giorni terribili subito dopo il terremoto fino alla costruzione della scuola materna ed elementare di Ocre con la Caritas Lombardia, l’inaugurazione della chiesa per Paganica insieme alla diocesi di Trento e la comunità della Val Rendena. E poi il cammino per inaugurare oggi questo luogo per i giovani».

Il vescovo ausiliare Giovanni d’Ercole (che ha sorpreso tutti con la presenza del campione mondiale Stefano Tilli, velocista) ha voluto ringraziare i sacerdoti bergamaschi giunti in soccorso dell’Aquila: don Michele Chioda e don Vito Isacchi. Anche Fausto Carrara, assessore provinciale alla Protezione civile, presente per l’ente Provincia, insieme a tre consiglieri (Alberto Piccioli Cappelli, Vittorio Milesi, Franco Spada) e ad Alberto Cigliano, comandante della polizia provinciale, ha ricordato l’impegno dei 1.643 volontari in Abruzzo. Papa Giovanni e la solidarietà Il Palazzetto è intitolato a Papa Giovanni. «La nostra terra è pervasa di solidarietà - ha dichiarato il vescovo Beschi - e anche in un momento di crisi si sottrae all’aiuto delle popolazioni dell’Emilia. Una solidarietà tipica anche di Papa Giovanni XXIII che ci apprestiamo a ricordare a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II e della sua morte». «Proprio Papa Giovanni XXIII - ha spiegato monsignor Molinari - ha detto che sono più le cose che uniscono che quelle che dividono. Un monito per proseguire uniti nella ricostruzione dell’Aquila».

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