Nel Terzo Settore 100 professionisti per le nuove sfide

Formazione. Da marzo la sesta edizione del corso promosso dall’Università di Bergamo e dal Csv. La direttrice Maria Francesca Sicilia fa il bilancio.

«La gestione degli enti del Terzo Settore dopo la riforma»: è questo il titolo del corso di perfezionamento organizzato dall’Università degli Studi di Bergamo e dalla sua School of management insieme al Centro di servizio per il volontariato di Bergamo, che prenderà il via a marzo e che quest’anno giunge alla sua 6ª edizione. Un percorso formativo pensato per fare chiarezza sul mondo non profit e per fornire gli strumenti utili per gestire al meglio un ente del Terzo Settore. Ce ne parla la professoressa Maria Francesca Sicilia, direttrice del corso.

Un corso di perfezionamento per imparare a gestire al meglio gli enti del Terzo Settore, che con la riforma approvata nel 2017 stanno ancora oggi subendo grandi cambiamenti e trasformazioni. Qual è il focus del percorso?

«Parliamo di un corso che ha un titolo che è rimasto più o meno invariato da 5 anni a questa parte, ma i contenuti vengono annualmente aggiornati tenendo conto sia dei cambiamenti normativi e del contesto socio economico, che di approfondimenti suggeriti dai corsisti stessi. I contenuti sono quindi coprodotti dall’Università con il Centro di servizio per il volontariato, ma anche con gli stessi partecipanti e osservando il contesto di riferimento. È un percorso dinamico e per questo motivo risulta essere sempre molto interessante».

Il corso è arrivato quest’anno alla 6ª edizione, qual è il bilancio delle passate annualità?

«Di fatto abbiamo formato più di 100 professionisti del mondo del Terzo Settore. Un bilancio molto positivo non solo dal punto di vista dei numeri: ogni anno rileviamo un’elevata soddisfazione nelle valutazioni dei partecipanti, ma la respiriamo direttamente in aula dove c’è sempre un ottimo clima e dove possiamo osservare l’entusiasmo con cui i corsisti frequentano le lezioni. Non solo: molti dei partecipanti ci hanno più volte sollecitati a proseguire questo percorso con seminari di approfondimento più specifici sulle tematiche affrontate in aula. Un’idea che ci piacerebbe sviluppare per poter creare una classe in continua evoluzione e far diventare il corso un veicolo di lifelong learning (apprendimento permanente)».

Quali sono i temi che verranno trattati nell’edizione di quest’anno?

«Partendo da un approfondimento della situazione del Terzo Settore e della sua normativa di riferimento, il percorso formativo si concentrerà su tecniche e strumenti per strutturare efficaci attività di fundraising, per poi trattare la gestione degli aspetti contabili e fiscali degli enti non profit, la redazione del bilancio sociale e della valutazione dell’impatto sociale, gli strumenti e i processi per la gestione del rapporto tra persona e organizzazione, gli strumenti per agire in modo innovativo attraverso la costruzione di relazioni con il territorio».

Le novità di questa nuova proposta, invece, quali sono?

«Il programma e i moduli rimangono sostanzialmente gli stessi, ma quest’anno vogliamo arricchire il corso con interventi di professionisti del Terzo Settore che hanno maturato esperienze particolari o hanno sviluppato best practice in riferimento alle tematiche raccontate. Non ci sarà quindi solo la teoria, ma anche il racconto diretto di chi mette in pratica quello che spieghiamo nella sua quotidianità. In questo modo i partecipanti potranno vedere come le stesse organizzazioni ce la possono fare e osservare direttamente degli esempi di realtà. Una novità favorita dalla collaborazione con Csv che in questi anni ha sviluppato una profonda conoscenza del non profit bergamasco e che può metterci in contatto con tante esperienze che si sono sviluppate anche sul territorio bergamasco».

A chi si rivolge il corso e cosa si porta a casa chi partecipa?

«Il percorso formativo che proponiamo è pensato sia per chi già opera nel campo del Terzo Settore e vuole rafforzare le proprie competenze sia per chi vuole avviare iniziative imprenditoriali ad alto impatto sociale o più semplicemente iniziative e progetti nell’ambito del Terzo Settore. I partecipanti potranno sviluppare le logiche per leggere e interpretare il contesto normativo oltre che socio-economico in cui operano gli enti del Terzo Settore, ma anche un set di strumenti operativi per il governo delle risorse finanziarie, umane, territoriali necessari per lo sviluppo di un ente e per generare impatto sociale».

Quali sono i punti di forza di questo percorso?

«I punti di forza del corso sono numerosi, primi fra tutti la qualità dei docenti, la creazione di relazioni tra i partecipanti, un’elevata ricaduta sugli enti da cui provengono i corsisti stessi anche attraverso lo svolgimento del progetto sul campo previsto nel percorso, un modello formativo che riconosce ad ogni partecipante un ruolo da protagonista e che mette al centro lo sviluppo di competenze pratiche e logiche di apprendimento collaborativo. Inoltre, è un corso che è sviluppato in stretta sinergia con un soggetto esterno all’Università che quotidianamente opera nell’ambito del Terzo Settore: la partnership con Csv è rilevante sul piano dei contenuti, con una grande attenzione agli elementi di cambiamento introdotti dalla riforma, ma anche per garantire sostenibilità finanziaria del corso».

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