Yara scelta a caso dagli aguzzini
È morta il giorno del rapimento

Yara è stata una vittima scelta in modo casuale: dentro questa terribile storia ci è finita per caso. Questo il convincimento degli inquirenti che indagano sul suo rapimento e la sua morte che sarebbe avvenuta il giorno stesso della sua scomparsa.

Yara è stata una vittima scelta in modo casuale: dentro questa terribile storia ci è finita per caso. Questo il convincimento degli inquirenti che indagano sul suo rapimento e la sua morte. Tutto fa propendere per l'azione di delinquenti che avevano certo in mente un sequestro (e il movente privilegiato resta tuttora quello della violenza sessuale), ma non è stato trovato per ora alcun elemento che faccia pensare a Yara come obiettivo prestabilito.

Nel frattempo prosegue il lavoro sulle tracce biologiche scoperte sugli oggetti che la tredicenne di Brembate Sopra aveva in tasca, quando è stata trovata morta nel campo di Chignolo d'Isola, e da cui sono stati estratti un Dna maschile e uno femminile. Ma le tracce genetiche sarebbero per ora di qualità non ottimale, tale da rendere difficoltosa la comparazione.

Gli inquirenti sembrano essere convinti che Yara sia finita per caso nelle mani dei suoi aguzzini. Tutto porterebbe in questa direzione. Nessuno – fuorché sua madre – sapeva che Yara sarebbe uscita quel venerdì pomeriggio, o che avrebbe lasciato il centro sportivo a quell'ora. Le indagini tra i frequentatori della «Città dello sport» non hanno portato a nulla, in più tre mesi di investigazioni da parte di carabinieri e polizia. Nessuna traccia di appuntamenti misteriosi nei tabulati telefonici relativi al cellulare di Yara, né nel diario, né altrove.

L'omicidio non sembra organizzato, ma il frutto di una situazione sfuggita di mano.

Due profili genetici, uno maschile e uno femminile, sarebbero stati isolati dalla polizia sui guanti e la batteria del cellulare. Sarebbe già stato escluso che appartengano a familiari o persone della stretta cerchia di Yara. Ma i profili non avrebbero per ora un livello qualitativo ottimale, rendendo più difficile la comparazione. Si attendono ora gli esiti delle analisi del Ris di Parma sui vestiti.

Gli inquirenti sono stati da subito propensi a credere che Yara sia morta il giorno stesso del rapimento e si trovasse nel campo di Chignolo sin dall'epoca della scomparsa. A confermarlo, adesso, sarebbero anche i resti di cibo trovati nel corpo. Un particolare importante, questo, per gli investigatori, che conoscono cosa la tredicenne ha mangiato e a che ora lo ha fatto. In rapporto al processo digestivo, si riterrebbe compatibile la morte con le prime ore dopo la scomparsa.

Leggi Vittorio Attanà su L'Eco in edicola martedì 15 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA