Abuso edilizio al Collegio Baroni
Tutti assolti i cinque indagati

Alberto Castoldi e Antonio Zanni assolti perché «il fatto non costituisce reato», mentre a favore di Francesco Catalfamo, Paolo Riva e Carlo Paolo Beltrami è intervenuta l’estinzione del reato. Non c’è stata nessuna sorpresa nel processo sull’abuso edilizio al Collegio Baroni.

Tre proscioglimenti per estinzione del reato e due assoluzioni perché il fatto non costituisce reato: si è chiusa così giovedì mattina 6 marzo in udienza preliminare la vicenda giudiziaria per abuso edilizio e falso per induzione legata al Collegio Baroni. A pronunciare la sentenza il giudice Giovanni Petillo, che nella sostanza ha comunque accolto la richiesta formulata dallo stesso pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Franco Bettini: a portare il procedimento su questa strada, in effetti, ha contribuito anche l’arrivo circa un mese fa dell’emissione da parte del Comune di Bergamo e della Sovrintendenza ai Beni architettonici del decreto di sanatoria, vale a dire il documento che concede il via libera ai lavori.

Di fatto sono stati prosciolti il direttore dei lavori Francesco Catalfamo, il responsabile del procedimento Paolo Riva e il titolare della ditta incaricata dei lavori Carlo Paolo Beltrami, tutti accusati di abuso edilizio: per loro, in sede di discussione di rinvio a giudizio, il gup ha preso atto della sanatoria che ha estinto il reato e ha dichiarato il non luogo a procedere. Hanno invece affrontato il rito abbreviato, ottenendo l’assoluzione, l’ex rettore dell’Università di Bergamo Alberto Castoldi, indagato sia per la questione urbanistica che per un reato di falso, e Antonio Zanni, progettista dei lavori, accusato solo del falso.

La vicenda era scaturita in seguito a un normale controllo da parte del nucleo di polizia edilizia del comune il 23 maggio 2012 in via San Tomaso, al cantiere di cui l’Università era committente: gli agenti avevano riscontrato alcuni interventi che non erano conformi ai vincoli imposti dalla Sovrintendenza sulla struttura, e avevano quindi fatto rapporto. Tra questi lavori, in particolare, avevano evidenziato la demolizione di un muro con valenza storico ambientale e di un manufatto, oltre alla rimozione di alcune travi e all’ingrandimento di una finestra.

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