Ucraina: attacco a Odessa, orrore a Bucha. L’Ue: «Atrocità dei russi, in arrivo nuove sanzioni»

La guerra in Ucraina Il presidente Zelensky: la Russia vuole il Sud e il Donbass. Il Papa da Malta: «Questa è una guerra sacrilega».

La città di Odessa è sotto attacco nella giornata di domenica 3 aprile: ad essere colpiti dai missili russi una raffineria di petrolio e depositi di carburante, fanno sapere da Mosca. Intanto le immagini strazianti di cadaveri di civili, disarmati, in strada a Bucha - alcuni con le mani legate - hanno fatto il giro del mondo, sconvolgendo l’opinione pubblica.

Nuove sanzione dall’Ue

L’Ue annuncia nuove sanzioni (l’Ucraina chiede «sanzioni devastanti» di fronte a un «massacro deliberato»). La Polonia si dice disponibile ad ospitare armi nucleari statunitensi, se questo fosse deciso. Il premier inglese Boris Johnson è pronto ad inviare missili anti-nave per supportare Odessa. A fine mattina a Odessa sono tornate a suonare le sirene di allarme con le autorità che hanno invitato la popolazione a mettersi al riparo, nelle abitazioni o nei rifugi.

La difficile fuga da Mariupol

Un portavoce dei separatisti di Donetsk, Eduard Basurin, ha confermato che dalla scorsa mezzanotte è in vigore un cessate il fuoco temporaneo per consentire l’evacuazione di «cittadini stranieri» da Mariupol. «Un corridoio umanitario da Mariupol a Berdyansk è in corso dalla mezzanotte del 3 aprile. Le forze armate russe e della Repubblica di Donetsk garantiscono il rigoroso rispetto di un cessate il fuoco temporaneo lungo questa strada. Da Berdyansk, gli stranieri possono essere evacuati lungo qualunque strada: via terra verso la Crimea o verso i territori controllati da Kiev, oppure via mare», ha detto Basurin citato da Interfax.

L’Ue lavora alla messa a punto di nuove sanzioni contro la Russia e a nuovi sostegni all’Ucraina. Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel il quale si è detto «scioccato dalle immagini delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione di Kiev ora liberata». L’Ue «sta assistendo gli ucraini e le Ong nel raccogliere le prove da portare nelle corti internazionali», aggiunge Michel.

«Il massacro di Bucha è stato deliberato. I russi mirano ad eliminare il maggior numero possibile di ucraini. Dobbiamo fermarli e cacciarli via» afferma il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba su Twitter. Kuleba chiede «nuove devastanti sanzioni del G7 ora: embargo su petrolio, gas e carbone; chiudere tutti i porti alle navi e alle merci russe; scollegare tutte le banche russe da Swift».

Armi nucleari americane: il sì della Polonia

Il vice primo ministro polacco Jaroslav Kaczynski ha affermato che Varsavia è aperta al dispiegamento di armi nucleari statunitensi sul suo territorio se servisse. Lo ha detto Kaczynski in un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag, citato dai media ucraini. «Se gli americani ci chiedessero di mantenere le armi nucleari statunitensi in Polonia, saremmo aperti a questo. Rafforzerebbe in modo significativo la deterrenza su Mosca”, ha detto Kaczynski chiarendo che il dispiegamento di armi nucleari americane in Polonia non è stato ancora discusso, ma “questo potrebbe cambiare presto».

L’appello di Papa Francesco da Malta

Papa Francesco torna a pregare per l’Ucraina: «Preghiamo ora per la pace, pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega», ha detto il Papa all’Angelus al termine della Messa a Malta.

Leggi anche

L’obiettivo dell’invasione russa in Ucraina è il Donbass. Ne è sicuro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che nel consueto videomessaggio notturno lo ha ribadito: «Le truppe russe vogliono prendere il Donbass e il sud dell’Ucraina. Siamo consapevoli che il nemico ha riserve per aumentare la pressione a est». Poi sferza l’Occidente: «Il nostro Paese non ha ricevuto abbastanza moderni sistemi antimissilistici dagli alleati».

La sovranità del Donbass

Pure il Cremlino ammette che il Donbass è al centro della sua «operazione militare speciale: La sovranità delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk - spiega il portavoce Dmitry Peskov - è stata riconosciuta dalla Russia. Abbiamo riconosciuto la loro indipendenza. La nostra operazione è stata avviata su richiesta di queste due repubbliche: uno degli obiettivi principali consiste nel salvarle e ripristinare la loro statualità entro i confini del 2014, entro i confini sanciti dalla costituzione delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk».

© RIPRODUZIONE RISERVATA