Un tempo da grande squadra:
sconfitti per 30 secondi da polli

Un tempo da grande squadra, 30 secondi da polli, alla fine una sconfitta beffarda ma che deve rafforzare l'autostima del gruppo: l'Atalanta c'è ed ha sostanza, deve solo evitare di concedersi leggerezze che, in serie A, sono fatali.

Un tempo da grande squadra, 30 secondi da polli, alla fine una sconfitta beffarda ma che deve rafforzare l'autostima del gruppo: l'Atalanta c'è ed ha sostanza, deve solo evitare di concedersi leggerezze che, in serie A, sono fatali.

Bologna-Atalanta finisce 3-1, ma sarebbe praticamente impossibile farlo credere a una persona di media intelligenza che ha visto il primo tempo spegnendo poi il televisore al 47' del primo tempo. Perché quel che è successo da quel momento in avanti non ha nessuna logica calcistica.

L'Atalanta che aveva dominato in lungo e in largo, dando una lezione di calcio ad avversari costantemente in balia del fraseggio nerazzurro, fatto palla a terra con ordine ed efficacia, per due episodi è andata in tilt.

Sì, la squadra in vantaggio dal 7' grazie a un'azione Cigarini- Peluso-Denis che l'argentino ha trasformato con forza e caparbietà nel suo sesto gol stagionale (in nove gare, il suo record in Italia è otto reti: di questo passo dove arriverà a fine stagione?), dopo aver sbagliato due volte il 2-0 che avrebbe chiuso il conto allo scadere è poi scivolata sulla buccia di banana.


Ma raccontiamolo bene quel primo tempo, nel quale Pioli ha scelto di giocare uno contro uno a tutto campo, allargando le punte sugli esterni contro i terzini nerazzurri e mandando Ramirez ad attaccare i centrali Capelli e Lucchini. La sua scelta però s'è dimostrata perdente, perché l'Atalanta ha praticamente vinto tutti gli scontri diretti dimostrando più organizzazione, più forza, più lucidità.

Il Bologna ha dovuto arretrare continuamente, riuscendo a farsi vivo davanti a Consigli solo al 10' con un colpo di testa di Di Vaio dopo un angolo dalla destra. Per il resto solo Atalanta, difesa sicura e attaccanti di casa cinque volte in fuorigioco, Cigarini e Carmona a far gioco con continuità in mezzo al campo, fraseggio impreziosito dalla partecipazione degli esterni e dei due davanti. Bene Moralez, bravo Denis a entrare in tutte le situazioni di gioco.

Perché dopo il gol e un paio di tentativi da fuori di Bonaventura (alto) e Moralez (messo in angolo da Gillet), «el tanque» al 35' ha liberato Bonaventura davanti al portiere, ma il ragazzo ha calciato il pallone addosso a Gillet, e al 36' con una gran percussione ha favorito il cross di Padoin che Moralez di tacco avrebbe potuto mettere in porta. Solo Atalanta insomma, con il rammarico di non aver raddoppiato e la convinzione che, comunque, sarebbe successo nella ripresa. Sarebbe bastato continuare così.

Invece tra la fine del recupero del primo tempo e l'inizio della ripresa è successo, a sfavore, quel che all'Atalanta era successo, a favore, una settimana fa a Parma.

Cioè il fallo non rilevato su Padoin e la mancata espulsione di Portanova, sul prosieguo dell'azione il rigore dalla parte opposta, la discussione sul vantaggio concesso e l'1-1 di Di Vaio dal dischetto (non segnava da otto mesi: 14 partite in tutto…). Ne parliamo nella pagina a fianco. Poi l'intervallo e al 3' quell'inserimento di Ramirez (ha vent'anni, diventerà un campione) lanciato da Kone (bravissimo pure lui) che ha portato al 2-1.

A quel punto il Bologna è diventato una squadra di leoni, l'Atalanta ci ha messo un attimo a ripigliarsi e ha comunque provato a continuare a giocare. Un colpo di testa di Maxi (sì… un colpo di testa…) ha impegnato Gillet, poi ci ha provato Denis senza fortuna, infine Carmona non ha sfruttato dal limite una gran palla di Maxi. E quando sembrava che con il gioco l'Atalanta potesse rimontare un Bologna che si difendeva e basta, ecco il contropiede emiliano.

Al 23' punizione sulla tre quarti sinistra del Bologna per un contatto Lucchini-Acquafresca, cross di Ramirez e colpo di testa di Loria (Peluso ha perso la marcatura) che ha infilato Consigli.

Cioè 3-1 a venti minuti dalla fine, e vai tu a spiegarlo, alla persona di media intelligenza che ha spento il televisore senza vedere il recupero del primo tempo, cos'è successo all'Atalanta e alla partita. No, impossibile spiegarlo, così come sarebbe stato molto difficile domenica scorsa spiegare ai tifosi del Parma la vittoria dell'Atalanta. Ecco, pensiamo a quella partita al contrario, accentuando il mistero perché ben più brillante è stata, ieri, la prova dei nerazzurri.

Proviamo allora a chiudere ripartendo da qui. Al Bologna ieri è riuscito il sorpasso, ma l'Atalanta resta a +3 sulla retrocessione (+2 sul Novara, che però ha perso lo scontro diretto a Bergamo) e la sua prestazione è stata ben superiore a quella degli emiliani. Se le due squadre sono quelle viste ieri, il 13 maggio l'Atalanta chiuderà davanti al Bologna.

Se l'Atalanta è quella vista ieri, di queste sconfitte ne capiteranno poche, basterà fare più attenzione ai particolari. Ma sarà fondamentale continuare così, sulla strada del gioco proposto con personalità. Grazie ai guai dell'estate siamo diventati una signora squadra, non ci faremo condizionare da alcuni maldestri episodi. Testa al Cagliari. Da subito.

Pietro Serina

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