Denis è ritornato il «Re Sole»
Ma Livaja è «l'oro tattico»

Molti bagliori nella notte delle stelle. Denis è il sovrano, di nuovo Re Sole dell'Atalanta, ma alla ritrovata corte dei sogni nerazzurri brilla il principino Livaja, il balsamo rigenerante del pazzo colpo di San Siro, la chiave “di riserva” che ha scardinato la porta milanese.

Molti bagliori nella notte delle stelle. Denis è il sovrano, di nuovo Re Sole dell'Atalanta, ma alla ritrovata corte dei sogni nerazzurri brilla il principino Livaja, il balsamo rigenerante del pazzo colpo di San Siro. Quanto sia stato squassante il fattore Denis lo dice il pallone della partita, che ieri sera a Milano il devastatore dell'Inter stringeva tra le mani lasciando il campo, mentre i tifosi atalantini ne invocavano lo sguardo dal terzo anello del Meazza.

Ma la chiave “di riserva” che ha scardinato la porta della notte milanese sono stati i 40 minuti di Marko Livaja, entrato al 9' della ripresa per Carmona con l'aria imbronciata che si porta addosso, nella buona e nella cattiva stella. Dicono che sia una specie di caterpillar calcistico, che non faccia differenza tra un torello in allenamento e una partita di serie A, che nel dubbio entri sempre a vite, così deciso a mordere qualsiasi occasione da non staccare mai il piede dell'acceleratore e pazienza se il piede è suo o quello di altri.

Un Tgv che a volte deraglia e che va rimesso sui binari, a costo di stare fermo un giro, vedi l'esclusione dalla partita con la Sampdoria. Recuperarlo a San Siro, contro la sua ex squadra, dopo otto giorni a rimuginare su se stesso, è stato il capolavoro tecnico e psicologico di Colantuono.

San Siro ha ridetto che Livaja è l'oro tattico dell'Atalanta. Un assist subito, la “gamba” sempre, la continua capacità di puntare la porta e l'avversario permettendo alla squadra di alzare il baricentro di 20 metri e a Denis di fare il centravanti anche dentro l'area di rigore. A San Siro in 40 minuti ha trasformato l'Atalanta uniforme del primo tempo, compatta, ordinata, equilibrata ma senza spunto, in una squadra bizzarramente imprevedibile negli ultimi 20 metri, illuminata dai talentuosi tagli di Bonaventura e dai raggi del Re Sole Denis.

Ma la notte di San Siro non è un episodio isolato e non è estranea a Livaja la rinascita di Denis. Un rigore conquistato a Torino, alla prima vera partita in nerazzurro, due gol alla Roma, sportellate a Siena e Napoli. Da quando c'è lui, Denis e la porta si sono ritrovati (6 gol e due assist dopo la gara di Palermo) e ora l'auspicio è che da qui alla fine Livaja cominci a diventare qualcosa in più di una meravigliosa scheggia impazzita. Denis è pronto a sorridergli grato, il futuro e l'Atalanta anche. Riuscire a farne una costante, e non più una variabile, è la nuova “missione” nerazzurra.

Simone Pesce

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