Bimbi ostaggio di Hamas, il cardinale Pizzaballa: «Disponibile a tutto per poter mediare»

LA SANTA SEDE. Il patriarca di Gerusalemme: timori per le conseguenze sulla situazione umanitaria di Gaza nel caso di un’invasione di terra di Israele.

«Se io sono pronto a uno scambio? Qualsiasi cosa anche se questo può portare alla libertà e riportare a casa quei bambini nessun problema. Da parte mia disponibilità assoluta». È quanto avrebbe risposto il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, in un incontro online con un gruppo di giornalisti riportato dall’Ansa a una domanda se lui fosse pronto a offrirsi per uno scambio per liberare i bambini ostaggio nelle mani di Hamas. Sull’offerta di mediazione della Santa Sede, ha detto ancora, «abbiamo dato la disponibilità almeno per cercare di far ritornare gli ostaggi, almeno una parte di loro, questo si sta cercando. È molto difficile perché per una mediazione bisogna avere degli interlocutori. E in questo momento con Hamas non si riesce a parlare».

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Per quanto riguarda i timori sulle conseguenze della possibile invasione di terra di Israele nella Striscia di Gaza, il cardinale Pizzaballa ha risposto: «I miei timori sono essenzialmente due: il primo è, in seguito all’operazione di terra, non so come si chiami, la crisi umanitaria molto più grave che si creerà. Questo è il primo timore, perché ci saranno tantissime vittime». «E l’altro timore - ha aggiunto - è che questo conflitto diventi un conflitto regionale, che comprenda non soltanto Gaza o eventualmente la West Bank, ma anche il Libano, poi il mondo islamico si potrebbe accendere, tutti i Paesi arabi: non so, è molto difficile prevedere gli sviluppi, ma il timore di un’espansione regionale sono reali, e non lo dico soltanto io».

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