Famiglia e pari opportunità, la ministra Bonetti: «Bergamo, un modello nazionale»

Firmata la convenzione tra Università, Provincia e Agenzia di tutela della salute per favorire la parità di genere e la famiglia.

Giornata densa di significato quella di oggi, venerdì 24 settembre 2021, per l’Università degli studi di Bergamo: presso la sede di S. Agostino è stato presentato il primo Bilancio di Genere di Ateneo alla presenza della Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ed è stato firmato l’accordo quadro con Ats e Provincia di Bergamo per la valorizzazione e il sostegno della famiglia.

I dati più significativi del primo Bilancio di Genere di UniBg, redatto sulle linee guida Crui al fine di contrastare le discriminazioni e promuovere l’uguaglianza di genere in Ateneo indicano il divario più importante tra il personale tecnico e amministrativo (75% donne) e alla direzione dei dipartimenti (71% donne), in aumento il numero di studentesse (+28,8%) rispetto agli studenti (+20,9%).

La partecipazione odierna della Ministra Elena Bonetti ha attribuito al documento un valore aggiunto. Durante il suo intervento, infatti, la Ministra ha focalizzato l’attenzione tra il Bilancio di Genere e le questioni di genere nella società, ricollegandoli poi, in maniera più ampia, al Recovery Plan e alle possibilità di investimento per favorire il raggiungimento dell’uguaglianza, di cui il bilancio è uno degli strumenti.

«Il bilancio di genere – afferma la Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti – presentato oggi dall’Università di Bergamo è uno straordinario risultato, che certifica la qualità di questa Università anche nella governance, nella capacità di mettere le politiche per la parità di genere e l’empowerment delle donne tra gli assi fondamentali per la promozione della competenza, della ricerca e dell’innovazion e. Sempre di più nel mondo dell’accademia e della ricerca le donne possono svolgere ruoli da protagoniste e devono quindi essere chiamate e messe nelle condizioni di farlo. Lo dice chiaramente questo bilancio: abbiamo una performance delle ragazze negli studi decisamente qualificata, che tuttavia non corrisponde all’avanzamento della carriera accademica delle donne . Per questo è importante, attraverso la strategia nazionale per la parità di genere e tutte le azioni che anche l’università e la ricerca stanno mettendo in campo con il Pnrr, cambiare le regole del gioco e introdurre una meritocrazia che metta davvero gli uomini e le donne nelle condizioni di poter competere alla pari nei ruoli accademi ci . Accanto a questo c’è il family act, con l’incentivo al lavoro femminile, servizi e parità nelle politiche familiari per una conciliazione piena della carriera e della scelta della famiglia e della maternità ».

Inoltre, la relazione della prof.ssa Antonella Liccardo, Coordinatrice gruppo Crui per il BdG, Università degli Studi di Napoli Federico II, ha permesso di allargare lo sguardo al «tema del Bilancio di Genere negli Atenei italiani» per poi affrontare le potenzialità di tali documenti, che idealmente dovrebbero essere redatti anche all’esterno delle Università, per divenire dei veri e propri strumenti sociali (e non solo accademici).

Il Rettore, Prof. Remo Morzenti Pellegrini, è intervenuto alla conferenza spiegando che, da parte dell’Ateneo orobico , «c’è una forte volontà di promuovere le pari opportunità e il contrasto alle discriminazioni, dedicando al tema risorse, azioni e interventi mirati . Benché tali principi fossero già presenti nelle strategie della nostra Università, abbiamo ritenuto fondamentale formalizzare un piano sistematico di informazione, ricerca e propositività contro ogni forma di diseguaglianza che potesse intaccare l’articolazione della vita universitaria in tutti i suoi aspetti. G razie alla mappatura del personale e della popolazione studentesca suddivisa per genere, esso ci offre uno stato dell’arte senza dubbio utile, che ci consente di veicolare efficacemente l’attenzione sulle possibili criticità, applicando ogni intervento futuro in difesa della parità e dell’inclusione in maniera ancora più mirata » ha aggiunto il Rettore, Remo Morzenti Pellegrini.

Al termine della presentazione del Bilancio di Genere si è tenuta la firma dell’accordo quadro che vedrà l’Università degli studi di Bergamo, la Provincia di Bergamo e l’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo (Ats) impegnate nella costituzione di un tavolo istituzionale per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. A firmare la convenzione, il Rettore dell’UniBg, Prof. Remo Morzenti Pellegrini, il Presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli e il Direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi.

La Convenzione nasce dall’opportunità condivisa di mettere in valore l’operato dei soggetti territoriali di Bergamo nel campo delle politiche rivolte alla famiglia e nel concorrere ad una loro valorizzazione e integrazione, con riferimento privilegiato al contesto bergamasco . «Nello specifico, il punto di partenza di questa collaborazione è il disegno di legge 11 giugno 2020 – Family Act. L’obiettivo è conseguire uno stretto collegamento tra realtà accademica e enti territoriali, attuando collaborazioni per quanto riguarda studi e ricerche specifiche, formazione, didattica e consulenze di carattere scientifico, sociologico, statistico inerenti le tematiche del sostegno e sviluppo della famiglia» spiega il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Prof. Remo Morzenti Pellegrini.

Le varie attività potranno essere svolte anche con il coinvolgimento di altri enti o associazioni da interpellare su specifiche tematiche di approfondimento tra cui assegno universale, sostegno all’educazione dei figli e delle figlie, congedi parentali e paternità, lavoro delle madri e armonizzazione dei tempi, autonomia e protagonismo giovanile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA