A Bergamo sempre meno badanti, sempre più in nero

L’ANALISI. In quattro anni “persi” 3000 lavoratori domestici. Meloni della Cisl: «Serve un piano anziani con adeguati sostegni economici».

Bergamo

In Italia sono quasi due milioni le famiglie che usufruiscono di servizi di colf e badanti. Ma la metà di questi rapporti non è regolata da contratti, alimentando un lavoro sommerso che continua a pesare in maniera significativa sul settore domestico. A Bergamo la situazione, se possibile, appare ancora più critica.

Il quadro a Bergamo: numeri in calo e molto sommerso

Secondo i dati Inps, la provincia conta circa 60mila persone bisognose di assistenza. Di queste, poco più di 6.400 hanno trovato posto nelle Rsa, mentre i badanti regolarmente registrati non superano quota 5.935: un numero insufficiente a coprire il fabbisogno reale, indice evidente dell’enorme quota di lavoro irregolare.

Nel solo 2023, a Bergamo sono stati spesi ufficialmente circa 150 milioni di euro per retribuire colf e badanti. Ma considerando che i lavoratori in regola rappresentano meno della metà del totale (48%), è plausibile stimare che almeno una cifra analoga sia stata spesa in nero.

I numeri

Il calo dei contratti regolari è costante: l’occupazione domestica, che contava 13.931 lavoratori nel 2021, è scesa a 13.303 nel 2022 e a 11.392 nel 2023. Nel 2024 i datori di lavoro regolari sono diminuiti di un ulteriore 2%, confermando un trend negativo iniziato dopo la pandemia.

Tra il 2022 e il 2024, Bergamo ha perso 2.525 lavoratori domestici. Un fenomeno aggravato anche dall’invecchiamento della forza lavoro: oggi quasi il 70% delle colf e badanti ha più di 50 anni, mentre la quota maschile si ferma all’11%.

I costi spesso insostenibili spingono le famiglie verso il lavoro irregolare o al ricorso al caregiver familiare, soluzioni che però rischiano di non reggere nel tempo

Il commento del sindacato

«La riduzione del numero delle assistenti familiari e l’aumento delle persone anziane fragili e non autosufficienti sono una contraddizione esplicita – sottolinea Giacomo Meloni, segretario generale di Fnp Cisl Bergamo –. I costi spesso insostenibili spingono le famiglie verso il lavoro irregolare o al ricorso al caregiver familiare, soluzioni che però rischiano di non reggere nel tempo».

Il sindacato rilancia quindi la necessità di dare piena applicazione alla legge sulla non autosufficienza e propone nuove misure fiscali per permettere alle famiglie di detrarre integralmente i costi sostenuti per le retribuzioni delle assistenti familiari e favorire la regolarizzazione dei contratti, nell’interesse sia delle famiglie sia delle lavoratrici.

Un piano anziani come priorità

«Alla luce dei dati e delle proiezioni sui prossimi anni – conclude Meloni – è indispensabile promuovere un piano anziani a livello locale, regionale e nazionale, con adeguati e straordinari sostegni economici. Il grado di civiltà di un Paese si misura anche nella sua capacità di curare e proteggere gli anziani non autosufficienti, con un sistema di welfare moderno e adeguato, e non abbandonandoli alla cultura dello scarto».

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