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Martedì 16 Settembre 2025
Ecco la Bergamasca nel 2050: anziani in crescita del 50%, giovani -18%
L’ANALISI. Nel 2050 la Bergamasca sarà più anziana e meno giovane: +50% over 65, -18% under 64. La richiesta: «Una sfida sociale e sanitaria che richiede nuove politiche di prevenzione, welfare e comunità».
Bergamo
La provincia di Bergamo, nei prossimi 25 anni, aumenterà la propria popolazione anziana di quasi il 50%, mentre la fascia da 0 a 64 anni diminuirà del 18%. Il capoluogo, in questa speciale classifica, soffrirà meno di centri come Albino, Costa Volpino o Romano: in città, secondo le stime Istat elaborate dal Dipartimento Welfare della Cisl, la popolazione crescerà del 9%, quella più giovane (0 – 14) del 12% e gli anziani del 35%.
A Romano di Lombardia, al contrario, quasi dieci punti percentuali li perderanno le fasce più giovani, mentre gli over 65 cresceranno del 70%; a Albino, la popolazione da 0 a 64 nel 2050 sconterà un calo del 33%, a Costa Volpino del 43. Sono i primi dati della ricerca che Cisl Bergamo ha effettuato sull’invecchiamento in provincia, dalla quale emerge che dal 2024 al 2050 l’indice di dipendenza degli anziani crescerà dal 34,8 al 63 entro il 2050 e crescerà ulteriormente fino al 66 nel 2080; l’indice di vecchiaia passa da 199,8 a 309 entro il 2050 e 312 nel 2080. Nella distribuzione della popolazione Silver il peso della popolazione di 85 anni aumenta in modo crescente, condizionando pesantemente l’incremento dell’indice di dipendenza anziani.
In città, secondo le stime Istat elaborate dal Dipartimento Welfare della Cisl, la popolazione crescerà del 9%, quella più giovane (0 – 14) del 12% e gli anziani del 35%
Spopolamento delle valli
Aumenterà il numero delle persone sole, soprattutto quelle anziane e più fragili, mentre crollerà il numero degli attivi (15/64 anni), che passerà dal 70% di oggi al 55 del 2050
Continuerà lo spopolamento delle valli, con il 6,3% di popolazione in meno in val Brembana, il 4% in Val Seriana e il 2 % nella zona dei laghi. Gli over 95, che rappresentano oggi la quota minoritaria degli Over 65, passeranno a incidere sul totale della popolazione per oltre l’1% (adesso è a 0.30). In questo contesto, aumenterà il numero delle persone sole, soprattutto quelle anziane e più fragili, mentre crollerà il numero degli attivi (15/64 anni), che passerà dal 70% di oggi al 55 del 2050.
I problemi sanitari
Si apre poi la questione sanitaria: già oggi, 1/3 dei bergamaschi convive con almeno una malattia cronica e il 26% ha più di 65 anni. La prevenzione è fondamentale e si basa su un approccio olistico che comprende politiche sanitarie (promozione di stili di vita sani), educazione e consapevolezza sui fattori di rischio e prevenzione, esercizio fisico adattato.
«Il tema dell’invecchiamento – ricorda il Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo - riguarda l’intero arco della vita, non solo gli anziani, quindi nelle agende politiche il tema della salute deve assurgere una dimensione prioritaria, anche nell’allocuzione di risorse, e certamente in chiave fortemente preventiva. Le malattie non trasmissibili, che incidono pesantemente sulla salute collettiva delle persone, delle aziende, dello stato e delle istituzioni pubbliche, hanno origine con fattori su cui si può intervenire (stili di vita, , contesti e ambienti di lavoro insalubri). Per cui diviene necessario intervenire nei livelli più ampi, soprattutto nella scuola e nel mondo del lavoro».
«Servono nuovi modelli di organizzazione e formazione, con la salute nei luoghi di lavoro, sempre più centrale per garantire benessere, prevenzione e inclusione attiva anche in età avanzata»
«Questo scenario impone una riflessione urgente sulla sostenibilità sociale, economica e sanitaria del territorio - dice Angelo Murabito, segretario provinciale della Cisl -. Non possiamo aspettare che il problema esploda, dobbiamo attrezzarci per sostenere una società più longeva, e per questo serve un piano territoriale che metta al centro la persona, il lavoro e la comunità. Le principali sfide da affrontare sono la sostenibilità del welfare locale, messo sotto pressione da una domanda crescente di servizi sociali e sociosanitari; la solitudine e l’isolamento, con un aumento delle famiglie unipersonali e degli anziani soli; la fragilità familiare, con una riduzione delle famiglie con figli e un aumento di nuclei monogenitoriali; l’invecchiamento dei lavoratori, che richiede nuovi modelli di organizzazione e formazione, la salute nei luoghi di lavoro, sempre più centrale per garantire benessere, prevenzione e inclusione attiva anche in età avanzata».
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