Pensionati bergamaschi arriva la tredicesima. Il totale è 463 milioni

I DATI DELLA CGIA. Per i 287mila beneficiari un importo medio lordo di 1.614 euro. Poi arriverà ai dipendenti. «Fra bollette e mutui, i fondi per i regali saranno pochi».

È un tesoretto tradizionale e atteso, specie in tempi d’inflazione e prezzi alle stelle. Dicembre è il mese delle tredicesime, e da ieri i primi a incassarle sono stati i pensionati. La stanno ricevendo in questi giorni quasi 290mila bergamaschi in quiescenza (287.093 secondo le stime della Cgia di Mestre, che ha rielaborato i dati forniti dall’Inps), per un importo medio che si aggira sui 1.614 euro lordi a testa: così, complessivamente sui conti correnti dei pensionati della provincia bergamasca sarà accreditato un gruzzolo pari a circa 463 milioni di euro. Nel corso del mese poi si aggiungeranno anche le tredicesime dei lavoratori dipendenti: in totale, secondo i dati della Cgia di Mestre, saranno in tutto più di 680mila i bergamaschi che beneficeranno della tredicesima (la Cgia ne stima 682.485, entrando nel dettaglio: i 287.093 pensionati e 395.392 dipendenti). Tenendo conto delle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti bergamaschi (che si attestano a 1.943 euro lordi mensili nel privato e 2.398 euro lordi mensili nel pubblico, stando agli ultimi dati dell’Inps), il volume delle loro tredicesime raggiungerà i 787 milioni di euro: sommati ai 463 milioni dei pensionati, le tredicesime in Bergamasca valgono sostanzialmente un miliardo e 250 milioni di euro lordi. Bergamo è l’ottava provincia d’Italia per numero di beneficiari complessivi, dopo Milano (2,9 milioni), Roma (2,6 milioni), Torino (quasi 1,4 milioni), Napoli (più di 1,3 milioni), Bari (851mila), Brescia (766mila) e Bologna (710mila).

Tra bollette e regali

Se è vero che «è difficile prevedere cosa acquisteranno gli italiani con la tredicesima», come premette la Cgia di Mestre nel suo report, è però probabile ipotizzare che «tra le bollette della luce, del gas e la rata del mutuo, anche quest’anno non saranno molti i soldi che verranno destinati agli acquisti natalizi. Visto l’andamento dei consumi registrato nella prima parte dell’anno, si stima che l’ammontare complessivo della spesa destinata ai regali rimanga pressoché lo stesso del 2022, ovvero tra i 7 e i 7,5 miliardi di euro. Un importo che rispetto a 15 anni fa, comunque, è dimezzato». Perché? La tendenza si lega ai cambi nelle abitudini dei consumatori: «In primo luogo – spiega la Cgia di Mestre – perché tantissimi italiani, approfittando del Black Friday, anticipano sempre più spesso a novembre l’acquisto dei doni da mettere sotto l’albero. In secondo luogo perché in questi ultimi anni le famiglie hanno diminuito il budget destinato alle spese “accessorie” e ciò ha comportato una conseguente flessione della propensione a fare i regali nel periodo natalizio».

Beneficiari e «peso» delle tredicesime sono in crescita

A livello nazionale la Cgia calcola che «rispetto all’anno scorso il volume economico complessivo della gratifica natalizia 2023 è aumentato di 7 miliardi. Le ragioni? Anzitutto perché rispetto al 2022 il numero dei dipendenti nel Paese è cresciuto di quasi 400mila unità; dopodiché, va ricordato che anche il monte salari è salito rispetto all’anno scorso e questo è riconducibile, in larga misura, al fatto che alcuni importanti contratti di lavoro sono stati rinnovati. Nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, infatti, l’incremento è stato del 5%». In tutta Italia ne beneficeranno circa 35 milioni di persone, in tutto le tredicesime valgono quasi 54 miliardi di euro: 40,7 entreranno effettivamente nelle tasche dei cittadini, 13,2 finiranno nelle ritenute Irpef.

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