Chi è ricco in Italia fra tasse ed evasione

ITALIA. Si parla molto dei ricchi, in questa Italia con 5 milioni di persone sotto la soglia della povertà. E sembra che l’ultima manovra di bilancio li abbia anche aiutati.

Lo dicono Bankitalia e Corte dei Conti. Le notizie che vengono dal mondo confermerebbero che i ricchi sono davvero nel mirino degli esattori. Il nuovo sindaco di New York ha vinto promettendo di rosicchiare il reddito dei suoi concittadini milionari. In Francia, il nuovo Governo sta in piedi per miracolo solo perché ha promesso di taglieggiare i ricchi (ma l’Assemblea ha già bocciato il primo tentativo). In Italia, Maurizio Landini pretende pesanti prelievi e l’entusiasmo masochista della segretaria Pd ha subito colto al volo la riesumazione di una patrimoniale denominata «europea» tanto per dire e non dire. Come al solito molto rumore per nulla, anzi: per consentire a Giorgia Meloni di proclamare un bel «mai con me», bloccando anche gli istinti di Matteo Salvini, che tanto farà poi dei condoni e deve accontentarsi di prendersela con banche ed assicurazioni. A parole, naturalmente.

La «caccia» al ricco

Ma c’è davvero una caccia al ricco nell’Italia di oggi? Il problema sta nella definizione. Cosa si intende per ricchi, chi lo è davvero, in un Paese in cui i contribuenti in testa alla classifica sono spesso degli sconosciuti, così come, ancor più, sono davvero dei fantasmi i protagonisti della nuova scalata dell’evasione a 100 miliardi? La risposta del fisco è che si è ricchi se si ha un reddito netto mensile poco sopra i 2.500 euro. All’estero, per prelevare il 35% e oltre, si aspetta a intervenire da 5mila in su, osserva Luigi Marattin. Coloro che percepiscono questi introiti da nababbi sono solo il 14% del totale, ma - essendo appunto ricchi - si devono far carico del 40% del prelievo nazionale. Inoltre, per loro, troppo ricchi, nessuna esenzione a cominciare dalla famigerata Isee, che li esclude senza tanti complimenti. E fino al 31 dicembre è vigente l’aliquota Irpef ammazza cattivi, quella che - tra i 28mila e i 50mila - ti toglie ben il 38% di tasse.

Legge di bilancio piccola

Ora, dovrebbero ringraziare, perché il livello 38 è diventato 35, forse l’unica voce vera dentro una legge di bilancio piccola e piena di acrobazie. Il problema è che un operaio avrà all’anno 23 euro in meno di tasse da pagare e un dirigente 408. Gli impiegati e i lavoratori autonomi risparmieranno 123 euro, i pensionati 55. Qui però non è il malvagio Giorgetti che prende in giro i contribuenti. Decide la matematica e non ci si può stupire se il 50% della cifra stanziata va ai contribuenti che guadagnano più di 48mila fino a 200mila. Sono solo l’8% della platea e si «pappano» metà del malloppo, direbbe un populista.

Ma i numeri sono numeri ed è giusto che i «professori» come li definisce sarcastico Giorgetti, li presentino nella loro crudezza. Se mai, sono gli uffici stampa che facevano bene a non usare la parola ricchi nei comunicati. Perché poi i «ricchi» manco si accorgono del regalo, e tanto meno i quasi ricchi, visto che un pensionato con moglie può solo permettersi una pizza in più all’anno.

La «redistribuzione»

A onore del ministro dell’Economia, è anche giusto riconoscere, come ha fatto Giorgetti a Bergamo, che questi spiccioli non sono i primi, ma vanno ad aggiungersi a quelli stanziati negli anni precedenti, a cui devono sommarsi. E qui i lettori devono scusare lo scarso tecnicismo, ma per fare i famosi conti della serva dobbiamo ricordare che i tagli precedenti, indirizzati ai ceti meno abbienti, erano 18 miliardi. Con i 3 di quest’anno si arriva a 21. La cifra va però confrontata - attenzione bene - con i 25 che si è mangiato nel frattempo il fiscal drag.

Elly Schlein la chiama estasiata «redistribuzione», a suo dire parola chiave della sinistra, che ha sempre pulsioni dirigistiche. In parole povere, il contribuente che ha ricevuto qualche decina di euro dal taglio 2024-2025, se lo vede portato via dal passaggio di aliquota, e l’anno dopo non ha diritto neppure alla restituzione. È la redistribuzione, bellezza: prima ti tolgo e poi non ti restituisco. Naturalmente, in questa guerra attorno agli spiccioli, accompagnata da bombardamenti nei tg serali pieni di tasse tagliate, i «ricchi» sono solo sbeffeggiati, ma non perdono niente.

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