Il mondo cambia, l’Italia è incerta

ESTERI. Distratto da priorità fuorvianti, agitate dentro un frullatore mediatico che non distingue tra cose futili o importanti, il «sonnambulo Italia» (definizione del Censis) non si accorge che cammina non solo su un terreno accidentato ma proprio sul filo del rasoio.

Non bastano le ombre economico finanziarie, il debito, il Pnrr che non apre cantieri, le proteste dei trattori e tutto il resto. Il rasoio su cui incamminarsi dopo sobbalzi inquietanti, è appena fuori dal recinto di questa cronaca, sempre uguale, dei mali italiani. Nel mondo globale, sarebbe infatti buona cosa riflettere su quello che decideranno i 2,3 miliardi di abitanti del Pianeta che nel 2024 sono chiamati al voto. Sembrano cose lontane. Il folcloristico Donald Trump, l’anziano Joe Biden sulla scena di una grande democrazia malata, e noi spettatori distratti. E che noia le elezioni europee, che sembrano solo il terreno dei dispetti di casa nostra dentro una maggioranza divisa e una minoranza triste.

Nel prevalente mondo dei regimi autoritari, delle democrazie illiberali, delle autocrazie si andrà a votare senza regole e l’unica cosa sicura è che verranno rafforzati despoti e guerrafondai. Da noi, campioni dello stato di diritto, sembra solo che ci sia una gran voglia di star a casa. Ma, almeno per un attimo, pensiamo all’importanza delle poste in gioco. Se ci limitiamo al nostro sempre più ristretto Occidente della libertà e del mercato, ci rendiamo conto di cosa potrebbe significare un cambio storico del ruolo degli Usa? È passato il tempo dei Repubblicani e Democratici che potevano equivalersi dal punto di vista delle scelte geopolitiche internazionali. Trump ha messo in palio il nostro destino di italiani ed europei, fa sul serio e non possiamo solo ridacchiare per il suo ciuffo bizzarro. Se abbandona l’Europa al suo destino, con una guerra alla porta polacca, se addirittura smantella la Nato (lo ha detto), cambia tutto. Dovremo cavarcela da soli su un tema vitale come la sicurezza. Altro che traccheggiare sul 2% di Pil da destinare alla difesa (l’unico a prometterlo il neopacifista Giuseppe Conte).

La protezione-dissuasione nucleare che ha fatto cadere il comunismo, dovremo cercarcela da soli (incidendo sul welfare e sul debito), ovvero affidarci all’unico Paese europeo nucleare, la Francia. Da soli, non andiamo da nessuna parte e una politica di dazi e di accordi bilaterali come quella di Trump farebbe saltare tutti i parametri su cui viviamo. I polacchi, che stanno su una frontiera calda, hanno smesso di trastullarsi con il populismo facilone dei loro pifferai, sono andati a votare in massa e hanno scelto un leader europeista. Meditiamo, prima di pontificare sull’inutilità del Parlamento europeo. E anche noi 27 Paesi dell’Ue, ragioniamo sulla posta in palio in casa nostra. Le due sponde dell’Atlantico sono più essenziali che mai, ma cosa succederà se a Strasburgo cambia il vento e si forma una maggioranza con dentro neonazisti tedeschi, nazionalisti francesi e filoputiniani sparsi (dall’Ungheria all’Italia?). La facilità cinica con cui, grazie ad una legge elettorale fasulla, il centrodestra si è compattato in Italia non è riproducibile in un Parlamento eletto col proporzionale puro, e il bivio è arduo soprattutto per Giorgia Meloni. Leader dei conservatori Ue che hanno appena assoldato l’estrema destra francese (quella che vuole annettere alla Francia il Nord Italia) ed è in trattative con Orban, ma al tempo stesso flirta con von der Leyen per appoggiare la vecchia maggioranza europea (socialisti compresi?), rompendo però con Salvini. E con la confusione tra i Popolari, un tempo la grande tradizione cristiano democratica, poi sedotti da Berlusconi e persino da Orban e oggi rappresentati in Italia dalla flebile Forza Italia.

Grande confusione sotto il cielo, ma grande opportunità per i Putin, gli Erdogan e in generale per un populismo mai domato, argine fragilissimo ai guai del mondo se la prima pedina del domino, gli Usa, traballa, stanca di fare il gendarme del mondo e tentata dall’idea di spartire con la Cina i destini del Pianeta, non più con i tremebondi europei e il loro assenteismo alle urne. Attenti, perché camminare allegramente sul filo di un rasoio può far molto male.

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