Occorre essere fermi ma non irresponsabili

MONDO. Se si prende un volo da Mosca per Kaliningrado non si passa più per la Bielorussia come fino al 2022. Per la chiusura dei cieli dell’Ue ai velivoli russi, si è costretti a raggiungere San Pietroburgo e da lì costeggiare il Baltico nella zona aerea internazionale fino all’ex Prussia orientale.

La cosa sorprendente è che in questa stretta fascia sia marittima sia appunto aerea transita di tutto. Sui fondali sono stati pure posti cavi elettrici ed ottici nonché gasdotti strategici. Bellissimo è scorgere dall’aereo contemporaneamente Helsinki e la dirimpettaia Tallinn oltre che osservare le tante isolette in un mare non troppo profondo, pieno di secche, per larghi tratti segnato da boe.È proprio in questa zona strettissima che sarebbe avvenuta l’entrata dei caccia militari russi (in volo verso l’ex Koenigsberg) nello spazio aereo estone. Mosca nega, Tallinn accusa.

Le domande

Prima domanda: è possibile che aerei così sofisticati possano aver sbagliato rotta per 12 minuti? La risposta è negativa. Ma attenzione: la «guerra elettronica» tra Russia ed Occidente è in corso da tempo. Ci si è già dimenticati della recente vicenda dell’apparecchio su cui volava Ursula von der Leyen con la strumentazione di navigazione fuori uso? La Polonia ha poi denunciato che velivoli di Mosca, nelle stesse ore, avrebbero sorvolato una propria piattaforma petrolifera. In ordine di tempo queste sono le ultime scaramucce, o «incidenti», dopo il volo dei 19 droni misteriosi verso le basi Nato in territorio polacco e di un ventesimo sopra ad uno dei palazzi della Presidenza a Varsavia. E pensare che - fino all’inizio dell’«Operazione speciale» in Ucraina, voluta da Putin, – caccia, navi e persino bombardieri strategici russi e occidentali si sono inseguiti per anni in irresponsabili giochi di guerra nel Baltico come nel mar Nero o negli oceani alla ricerca di adrenalina, senza che le agenzie di stampa scrivessero una riga.

Il post Cina

Adesso è diverso: i nervi sono scoperti. Dopo la parata di Pechino di inizio settembre Putin - che per ben due volte in pochi giorni ha parlato del «dopoguerra» - è tornato dalla Cina all’apparenza baldanzoso. Dopo d’allora le «provocazioni» si sarebbero moltiplicate. E meno male, come sosteniamo noi da anni, che proprio i piloti della nostra Aeronautica – inquadrati sotto comando Nato – sono impegnati nel compito di sorveglianza di questa area così turbolenta. Figurarsi se qui fossero dislocati loro colleghi meno addestrati o dal grilletto facile. Un esempio? Il ministero della Difesa lettone ha appena invitato ad abbattere i velivoli intercettati. Qui si rischia grosso: la tragedia in Ucraina è un conflitto limitato e a bassa intensità; quello tra Russia e Nato sarebbe regionale, convenzionale e con rischi atomici.

L’8 maggio per la festa dell’Europa gli estoni hanno esposto vessilli comunitari, ucraini e un poster con il viso di Putin coi baffetti e la scritta «Putler!» ossia Putin+Hitler. Il 9, giorno della Vittoria, i russi hanno risposto con un concerto di musica classica. Non esagerare sarebbe opportuno

L’equilibrio precario

Serve oggi fermezza sì, ma non irresponsabilità. «Darsi una bella calmata» sarebbe auspicabile. Baltici e russi si punzecchiano da anni. Sul ponte della pace tra Narva e Tallinn gli estoni, che artificiosamente creano file di ore per rallentare chi va in Russia, hanno appena eretto una ringhiera in ferro in mezzo ai denti anti-tank. Una ringhiera di ferro? Nel sottostante fiume fino a pochi anni fa i doganieri dei due Paesi, fischietto in bocca, erano soprattutto impegnati a fermare i ragazzini che nuotavano tra le due rive. L’8 maggio per la festa dell’Europa gli estoni hanno esposto vessilli comunitari, ucraini e un poster con il viso di Putin coi baffetti e la scritta «Putler!» ossia Putin+Hitler. Il 9, giorno della Vittoria, i russi hanno risposto con un concerto di musica classica. Non esagerare sarebbe opportuno.

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