
Cronaca / Hinterland
Martedì 01 Luglio 2025
L’abbraccio di Ponteranica a Vika. «Il tuo sguardo dolce resterà vivo»
LA FIACCOLATA. L’anfiteatro ha raccolto tutti in un abbraccio. Di smarrimento, di riflessione. Di vuoto, di dolore.
Come quello della nonna di Vika, in testa alla fiaccolata. La sofferenza è troppo grande: si ferma, prende un respiro, poi riparte. È stretta nell’abbraccio dei parenti, e di tutta la comunità. In 400 lunedì sera a Ponteranica si sono riuniti alla scuola media Don Milani per il corteo in memoria della 14enne scomparsa giovedì 26 giugno, trovata senza vita nell’ex fabbrica Reggiani. Una fiaccolata silenziosa, dove ognuno - familiari, compagni di classe, insegnanti, cittadini - ha pregato per la piccola Vika, portando in mano un lumino. «Un silenzio che pesa sul cuore e lascia domande a cui non abbiamo risposte, ma che vuole farsi rispetto, vicinanza, presenza e abbraccio» dice la sindaca di Ponteranica, Susanna Pini, ai presenti all’anfiteatro. Sì rivolge soprattutto ai tanti giovani studenti, i più scossi dalla tragedia, e i meno preparati ad affrontarla, chiedendo loro e a tutti di non lasciarsi abbandonare all’indifferenza.
«Tenetevi stretti, parlatevi, cercatevi, abbracciatevi. Non rimanete soli, non c’è nulla di debole nel chiedere aiuto. Ogni ragazzo ha diritto a sentirsi ascoltato». È l’invito a tutta la comunità, quello a non voltarsi dall’altra parte di fronte alla fragilità giovanile. «Vika ci manchi, il tuo sguardo timido e dolce resterà vivo nel cuore di ciascuno di noi» è il ricordo di una delle sue insegnanti. Nella scuola, e soprattutto in Italia, Vika vedeva il suo futuro. Nel disegno «aveva un talento non indifferente» e sognava «di fare l’architetto».
Un futuro spezzato, che don Alessandro Locatelli, parroco di Ramera, affida alla speranza della fede: «Quello che è successo a Vika ci lascia la paura per quello che si annida dentro e fuori questi ragazzi, di fronte a cui Gesù ci dice però di non avere timore». Provata dalla sofferenza, la nonna di Vika, circondata dall’affetto, lascia solo poche parole: «Grazie di cuore a tutti voi».
L’autopsia sul corpo di Vika
Nel frattempo lunedì all’ospedale Papa Giovanni il medico legale Matteo Marchesi ha eseguito l’autopsia sul corpo della 14enne. Non sono emerse ferite che non siano compatibili con la caduta dall’alto. Dunque, in assenza di altri elementi, potrebbe escludersi l’aggressione prima del tragico volo. In questo senso, però, il pm Raffaella Latorraca ritiene fondamentali i risultati della analisi sul materiale biologico repertato sotto le unghie dell’adolescente. Se dovesse risultare un dna diverso da quello della ragazzina, prenderebbe forza l’ipotesi di una colluttazione prima della morte.
Tutte le ipotesi restano comunque aperte, anche quella della spinta da parte di terze persone insieme alle quali la ragazzina potrebbe essersi introdotta nell’ex Reggiani. Anche se la pista privilegiata dagli inquirenti è quella del tragico gesto. Sentendo amici, conoscenti e compagni di scuola, sono infatti emerse fragilità e ansie (non ultima, quella dell’esame di terza media che era chiamata a sostenere il mattino successivo) che farebbero da cornice all’ipotesi del suicidio.
Un piccolo giallo si è risolto nelle ultime ore
Alcuni adolescenti che sono soliti intrufolarsi nell’area, avevano notato il telefonino e gli effetti personali abbandonati dalla ragazza e li avevano toccati. Poi, accortisi che sotto l’edificio giaceva il corpo della 14enne, erano scappati senza dare l’allarme e lasciando gli oggetti sul posto. Una volta che il corpo dell’adolescente era stato ritrovato e che la notizia era divenuta di dominio pubblico, i ragazzini si erano spaventati: temendo di finire nei guai per le impronte lasciate su cellulare e altri oggetti della vittima, si sono presentati negli uffici della squadra mobile e hanno raccontato tutto. I poliziotti hanno compiuto accertamenti e hanno concluso che la versione fornita dai ragazzi era cedibile. Fino a quando non saranno comunque sciolti tutti i dubbi l’inchiesta rimarrà aperta per omicidio volontario a carico di ignoti.
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